Giovane di San Cataldo si laurea con una tesi sul teatro di Rino Marino

Francesco Vinci

Giovane di San Cataldo si laurea con una tesi sul teatro di Rino Marino

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giovedì 01 Aprile 2021 - 12:53

Sperduti nel buio. Il teatro di Rino Marino tra testo e performance” è il titolo della tesi di laurea che è stata discussa nei giorni scorsi all’Università “Kore” di Enna. A laurearsi in Lettere moderne con 110 e lode sulla produzione teatrale del drammaturgo e regista castelvetranese è stato il ventiduenne Federico Celeste di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Il relatore della tesi è stato Fabio La Mantia, docente di Letterature comparate nell’Ateneo ennese.

Tra gli esponenti di punta della drammaturgia siciliana contemporanea, Rino Marino è regista e autore di testi per il teatro rappresentati in molti palcoscenici italiani, oltre che un attore diretto, tra gli altri, da Carlo Cecchi, Paolo Graziosi e Mario Martone. Con Fabrizio Ferracane ha fondato la compagnia Marino-Ferracane e dirige la compagnia teatrale Sukakaifa, composta da pazienti con disagio psichico. Regista di due film, Liturgia dei miserabili e Il viaggio di Malombra, ha scritto diretto e interpretato numerose pièce sul tema della follia.

Nel 2020 ha raccolto in Tetralogia del dissenno, pubblicato da Editoria&Spettacolo, con la prefazione di Luigi Lo Cascio, quattro testi teatrali: Ferrovecchio, Orapronobis, La malafesta e Il ciclo dell’Atropo.

Il libro è stato presentato nell’agosto dell’anno scorso al Convento del Carmine di Marsala, con grande successo di pubblico, nell’ambito della fortunata rassegna “Autori & Territori”, alla presenza dell’autore e con la partecipazione della critica teatrale Vincenza Di Vita e di Fabrizio Ferracane, interprete e destinatario di molti testi di Marino, che ha curato le letture durante l’incontro.

“Avevo visto alcuni spettacoli di Rino Marino, ma sono rimasto particolarmente colpito da una replica di Orapronobis al teatro d’essai ‘La Condotta’ di San Cataldo, – dice il neodottore Federico Celeste – per la grande densità poetica e metaforica del testo e la magistrale interpretazione di Ferracane. E quella sera stessa ho chiesto a Rino e a Fabrizio di poter incentrare la mia tesi di laurea sui loro lavori. Mi hanno così messo in contatto con la critica Vincenza Di Vita, che ha curato l’edizione dei testi di Rino Marino e mi ha fatto accedere ai materiali d’archivio e alla rassegna stampa della loro compagnia”.

Il giovane tesista ha così compiuto un’analisi dei testi, tra lingua e dialetto, raccolti in Tetralogia del dissenno e di Lunario (testo pubblicato dalla rivista Artifara dell’Università di Torino e catalogato tra le migliori riscritture contemporanee del Don Chisciotte nella biblioteca digitale di Q.Theatre) che farà parte di una successiva tetralogia di prossima pubblicazione, mettendo in relazione il dialetto di Castelvetrano dei testi di Marino con quello di altri autori isolani come Pirandello e Spiro Scimone. Nel primo capitolo Federico Celeste ha tracciato un excursus storico sul teatro cosiddetto degli “ultimi” nella Sicilia Occidentale dagli anni ’60 fini ai giorni nostri (da Franco Scaldati a Michele Perriera), mentre in appendice c’è una intervista esclusiva allo stesso Marino e a Fabrizio Ferracane.

Il titolo della tesi, che sarà presto pubblicata in volume, riprende invece il film muto diretto da Nino Martoglio del 1914, che in qualche modo evoca atmosfere, stati d’animo e spazi angusti e claustrofobici, tipici dell’universo scenico e dei personaggi di Rino Marino.

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