Covid, il mondo dello spettacolo messo a dura prova

redazione

Covid, il mondo dello spettacolo messo a dura prova

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giovedì 18 Marzo 2021 - 11:54

In questi tempi il mondo della cultura è cambiato, è angosciato. Il Covid ha messo a dura prova il sistema culturale, che però, non demorde. Il coronavirus sta mettendo in ginocchio tutto il settore della cultura e della creatività dell’Italia, e non solo. I professionisti sono bloccati, congelati, fino a data da destinarsi.

Quali sono le preoccupazioni che maggiormente emergono?

C’è una grande preoccupazione nel mondo della cultura per ciò che potrebbe accadere con i coprifuoco ormai diffusi in tutte le regioni o con nuovi lockdown che il governo potrebbe imporre nei prossimi giorni a causa dei contagi del Covid-19. Musei, cinema, teatri e sale concerto non sono considerati attività con beni di prima necessità e dunque, nonostante non abbia fatto registrare casi di positività o di contagio, sarà tra i settori destinati a soccombere. Gli addetti ai lavori cominciano dunque a lanciare al governo i primi appelli, per chiedere di mitigare le misure restrittive per il settore. Una nuova chiusura comporterebbe per il settore gravi problemi di sostenibilità. “Bisogna trovare delle soluzioni che non vadano contro le disposizioni ma armonizzino la situazione che stiamo vivendo, partendo proprio dal fatto che le sale cinematografiche e teatrali dal punto di vista sociale sono tra le situazioni più sicure”, ha sottolineato, in un’intervista a Panorama, Lionello Cerri, fondatore e amministratore delegato di Anteo SpazioCinema. “Perdere anche lo spettacolo delle 20:30 sarebbe un disastro. I cinema e i teatri si impegnano a chiudere le sale alle 23, ma come Agis e Anec regionale abbiamo chiesto alla Regione Lombardia di concedere allo spettatore quei 20-30 minuti che occorrono per tornare a casa. Tutto può essere facilmente controllato dalle autorità visto che lo spettatore sarebbe munito di biglietto, che attesta giorno e orario dello spettacolo. Bisogna trovare formule intelligenti che permettano comunque di far vivere alle persone una loro socialità al di fuori della loro casa. E anche per scongiurare quello che alla fine è simile a un lockdown. Dobbiamo trovare soluzioni che ci autolimitano ma ci garantiscono, tra noi cittadini. Non possiamo pensare di arrivare a una situazione di completo lockdown, che sarebbe un disastro collettivo per tutti quanti”. Sul fronte dei musei, Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei, che a Bologna Today ha evidenziato come i musei siano tra i luoghi più sicuri ma anche tra i più colpiti, dal momento che devono fare a meno dei turisti stranieri e degli studenti, col risultato che le presenze sono diminuite del 50%. I musei sussistono comunque a forti problemi di bilancio, al momento colmati grazie ad alcune mostre. In Parlamento, a farsi carico delle preoccupazioni e delle incertezze del settore è stata la senatrice Daniela Sbrollini di Italia Viva che chiede di sapere “quali specifiche iniziative il Ministro in indirizzo intenda attivare al fine di mitigare e contemperare le misure predisposte dalle Regioni che rischiano di colpire ulteriormente il settore dei teatri, dei cinema e degli spettacoli con presenza di pubblico, anche in considerazione della grande azione di prevenzione messa in atto dal settore nel suo complesso durante i mesi scorsi e della necessità di garantire al comparto il necessario sostegno economico”.

In che modo, coloro che si sono sentiti maggiormente attaccati, hanno reagito a questo periodo?

Piazza Duomo è tutt’altro che affollata, il mondo della musica italiana si ritrova per raccontare che cosa sta succedendo a un’intera industria messa in crisi dal Coronavirus. Molti artisti si ritrovano nelle piazze a protestare.
Per Diodato, il vincitore del Festival di Sanremo, “il nostro è un mondo complesso e anche frammentato, forse questo non semplifica il lavoro a chi deve cercare di risolvere certe problematiche. Abbiamo fatto delle proposte che sono state ignorate. Il momento è drammatico, ma probabilmente la musica viene considerata come secondaria in un momento del genere. Agli Stati Generali promossi dal governo per confrontarsi sulla ripartenza post Covid non c’è il mondo della musica e questa è una beffa”. Il brano con cui il cantante ha vinto Sanremo si intitola ‘Fai rumore’ e “spero – ha spiegato – che faccia proprio rumore questa iniziativa. Questa battaglia la facciamo per tutti coloro che ci permettono di fare il nostro lavoro, anche dietro le quinte e noi cerchiamo di essere un megafono anche per loro”.
Secondo Ghemon, “di solito veniamo percepiti come disgregati, invece siamo molti uniti. È giusto portare la questione all’esterno del nostro mondo. Si è parlato solo di quanto è importante la musica come compagnia, ma non si dice mai quanto sia importante come lavoro: chi opera in questo settore è un lavoratore, non un sognatore che campa d’aria”. È insomma come se tutti i protagonisti del mondo della musica sentissero di non avere un vero e proprio rappresentante al quale fare riferimento. “Ci preoccupa il silenzio che avvertiamo intorno a noi – dice Emiliano Colasanti, manager e fondatore dell’etichetta 42 Records – non ci sono risposte chiare dalle istituzioni. La musica che rappresentiamo ancora oggi non viene riconosciuta come attività culturale. In teoria dobbiamo rivolgerci a chi si occupa di beni produttivi, forse Confindustria. Nel frattempo, ci sono tecnici che si sono visti negare il bonus di 600 euro solo per questioni burocratiche”.

Quali istruzioni, e quali personaggi televisivi si sono schierati a favore del mondo dello spettacolo?

Che la situazione è drastica è ben noto a tutti, ma questo non ha comunque fermato “istituzioni e personaggi televisivi” a schierarsi a favore del mondo dello spettacolo.
Tra le primissime istituzioni a muoversi c’è stata la Triennale di Milano che giorno dopo giorno coinvolge personaggi del mondo della cultura milanese, poi sono arrivati i sofisticati Viaggi da Camera di Fondazione Trussardi con interventi filmati, come quello di Maloberti.
A
Roma, sulla piattaforma del Maxxi veniva attivato #iorestoacasa, costruito per coinvolgere il maggior numero di ambiti possibili.
Da lì in poi una valanga di iniziative in rete meritevoli di attenzione.
Al mondo cinematografico non è mancata la partecipazione, ad esso ha pensato in primis la rassegna in streaming Perfect Failures di Fondazione Prada.
Per il Teatro vanno segnalate le iniziative dell’Inda di Siracusa e della Fondazione Teatro della Toscana, che ha avviato Firenze Tv sull’apposito canale YouTube, utilizzato maggiormente da personaggi dal calibro di Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, e molti altri ancora
Per la Moda va segnalato il Podcast in progress messo a disposizione dalla piattaforma di Artribune.
Nell’ambito musicale l’offerta arriva da palchi privati minuscoli come quello del Teatro di Donnafugata a Ragusa Ibla (99 posti) che usa il suo canale YouTube come dal Teatro alla Scala che dal 23 marzo attraverso RayPlay mette in rete 30 spettacoli in gran parte inediti per il web.
Al giorno d’oggi, soprattutto in questo periodo, il digitale è il più efficace gruppo di continuità sociale di cui disponiamo. Imperfetto ma oggi più che mai ineludibile. Il mondo della cultura forse più di ogni altro è arrivato impreparato ad utilizzarlo. Tuttavia è evidente che dalla strada intrapresa non si può retrocedere.
Fruitore del digitale è Fedez, che dopo il nuovo DPCM che prolunga lo stop ai live e la chiusura di cinema e teatri, ribadisce il suo impegno nel supporto dei lavoratori dello spettacolo. Lo ha annunciato lui stesso tramite social dal suo profilo personale, come ormai è solito fare. Aveva già proposto qualche settimana fa ai colleghi di istituire, utilizzando il cosiddetto anticipo minimo garantito, un fondo a favore delle maestranze dello spettacolo. E oggi torna alla carica.
Spiega che sarà poco presente sui social perchè al momento sente la necessità di rimboccarsi le maniche provando ad aiutare quella fetta di professionisti che lavora dietro le quinte e che è stata particolarmente colpita dalla crisi scaturita dalla pandemia.

Martina Maggio
Luca Milazzo
Federica Valenti
Silvia Giordano
Giorgia Bianco

Gli studenti del Liceo Pascasino di Marsala

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