“Zitti e buoni”: al Liceo Ruggieri, parola agli studenti

redazione

“Zitti e buoni”: al Liceo Ruggieri, parola agli studenti

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mercoledì 17 Marzo 2021 - 07:00

“Zitti e buoni” non è solo il titolo del brano dei Maneskin che ha vinto Sanremo, ma anche l’iniziativa lanciata dal Liceo “Ruggieri” per il welfare dei suoi studenti, in un’ottica di cura delle relazioni tra studenti e tra docenti e studenti. Ad un anno dal lockdown che ha stravolto le vite di tutti, che ha messo in stand by tutto quel che per i giovani era normalità, dalla condivisione della ricreazione con le altre classi all’andare in discoteca con gli amici, dal cinema alla piscina, dalla festa del Liceo al viaggio d’istruzione dei “maturandi”, in presenza di restrizioni che hanno fatto del PC, prima strumento di ampliamento ed analisi, l’unico mezzo di comunicazione e di sintesi “in cattività”, si è sentita l’esigenza di far stare gli adulti per un momento simbolicamente “zitti e buoni” dando spazio alle voci della cosiddetta “generazione covid”. È per questo che venerdì 12 e lunedì 15 marzo tutte le classi in presenza a metà mattinata hanno fermato l’attività didattica e su proposta degli alunni, nel comune denominatore del #siamoruggieri, hanno attivato in ciascuna classe, in aula o negli ampi spazi esterni, dibattiti, momenti di creatività, confronti, rispetto ai quali i docenti hanno svolto il ruolo di moderatori, soffermandosi in un ascolto empatico dei ragazzi quando questi ne hanno chiesto l’intervento.

La psicologa della scuola, la dottoressa Lijia Genovese, è intervenuta nelle classi nelle quali gli studenti ne hanno sentito l’esigenza, svolgendo un prezioso lavoro mirato ad una apertura autentica ed all’implementazione della loro intelligenza emotiva.

“E’ stato un bel momento di libertà di espressione e di partecipazione emotiva attiva alla comunità scolastica, di cui tutti, non solo i ragazzi, sentivamo la necessità” – ha commentato il Dirigente Scolastico Fiorella Florio – “In questo periodo in cui, a distanza o in presenza, il rischio di sentirsi isolati è tangibile, è necessario, oltre che prestare la dovuta attenzione alle discipline di studio, curare e dare spazio al senso di appartenenza al contesto scolastico, da valorizzare anche come punto di riferimento emotivo”.

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