Caso Denise, un muro d’omertà nella sparizione della piccola mazarese: resoconto del Seminario organizzato dal Foro di Giurisprudenza

Tiziana Sferruggia

Caso Denise, un muro d’omertà nella sparizione della piccola mazarese: resoconto del Seminario organizzato dal Foro di Giurisprudenza

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venerdì 27 Novembre 2020 - 07:02

“E’ impossibile, (…..) che nessuno abbia mai visto Denise dopo le ore 12:00 del 1° settembre del 2004 , c’è sicuramente c’è qualcuno che sa e che deve parlare“…….

Il seminario incentrato sul caso Denise Pipitone, realizzato dall’Associazione Foro di Giurisprudenza, a cui hanno preso parte illustri giuristi e professionisti quali l’Avv. Giacomo Frazzitta, l’Avv. Luisa Calamia e il professore Avv. Bartolomeo Romano oltre che, ovviamente, Piera Maggio, madre della piccola mazarese sparita mentre giocava davanti la casa della nonna materna il 1 Settembre del 2004, ha suscitato molto interesse sia fra gli studenti universitari che hanno partecipato sia fra le persone “comuni” che si sono collegate, desiderose magari di apprendere qualche novità su un caso ancora misterioso che ha suscitato una forte commozione e che ancora turba gli animi dopo più di 16 anni.

L’incontro, svoltosi in via telematica tramite la piattaforma Microsoft Teams, è stato introdotto dallo studente Giorgio Romeo, membro e

Giorgio Romeo

rappresentante dell’Ass. Foro di Giurisprudenza, il quale ha introdotto i lavori e ringraziato gli ospiti per la loro presenza e per il prezioso contributo giuridico. Ha moderato l’incontro lo studente Enrico Scimemi, membro e rappresentante anch’esso dell’associazione Foro Di Giurisprudenza. Fondamentale l’aiuto offerto dal presidente dell’ associazione, Emanuele Vella, che ha contribuito al percorso organizzativo dell’evento. Ecco, di seguito, il resoconto scritto dagli studenti:

L’idea del seminario è stata partorita molti mesi fa, prima ancora che sopraggiungesse l’emergenza COVID-19. A causa di questa purtroppo non ci è stato possibile realizzare il convegno in presenza secondo quanto da noi pianificato. Abbiamo così deciso di procedere, vista l’importanza e la sensibilità dell’argomento trattato, allo svolgimento in modalità telematica così da non privare gli studenti della nostra facoltà, e non, di poter ascoltare il contributo degli illustri relatori.

Enrico Scimemi

Siamo stati molto felici nel momento in cui gli ospiti che abbiamo contattato hanno reso la loro disponibilità alla partecipazione dell’attività formativa. In particolare l’Avv. Giacomo Frazzitta si è dimostrato sin da subito entusiasta nei confronti dell’iniziativa da noi proposta, tant’è che, in veste di legale della signora Maggio, ha fatto si che lei stessa fosse partecipe.

In quanto studenti del diritto, abbiamo strutturato l’incontro secondo regole e suddivisione dei ruoli ben precisi. Infatti, le analisi che hanno per oggetto il mondo giuridico seguono uno schema preciso, ovvero l’individuazione della normativa di riferimento, l’ esposizione del caso, l’analisi accademica ed eventuali riflessioni.

In virtù dello schema imposto il primo ad intervenire è stato l’Avv. Giacomo Frazzitta, il quale è stato estensore della legge 94 del 2009 entrata in vigore il 14 agosto del 2009 in cui sono state introdotte nel codice penale le due nuove fattispecie aggravanti riguardanti il sequestro e il trattenimento all’estero di minorenne. L’Avv. Frazzitta ha esposto brillantemente il procedimento e l’iter di modifica del codice penale che ha condotto alla genesi degli articoli 574 bis e 605 (c. 3,4,5) c.p.

Nel corso della sua trattazione ha riportato dei dati che hanno scosso gli animi di tutti gli spettatori, come ad esempio il numero di persone che tra il 1974 e il 2019 sono state ritrovate, più di 84.000, e di quelle che ancora sono disperse che sono più di 44.000. O ancora il dato delle denunce di scomparsa di minorenni tra il 2014 e il 2019 che ammonta a più di 70.000. Inoltre l’Avv. Frazzitta ha illustrato un’excursus che parte dai meandri del diritto, precisamente dal codice penale italiano del 1800 spiegando come venisse trattato il sequestro di persona e, in particolare, il sequestro di minori il quale era molto poco considerato in quanto questi non siano dotati di capacità di autonomia quindi la fattispecie criminosa era caratterizzata da una gravità di gran lunga inferiore rispetto ad un ipotetico furto. Il suo intervento si è concluso con una frase aperta e che da ampio spazio ad una riflessione e ad una spiegazione molto personale, molto apprezzata dai giovani spettatori del convegno ovverosia “noi siamo il silenzio che resta dopo le parole”.

Dopo l’intervento dell’Avv. Frazzitta è stato il turno dell’Avv. Luisa Calamia, la quale ha presentato la vicenda fattuale dal punto di vista processuale commentando anche il rigetto della corte di cassazione che ha confermato la sentenza di assoluzione nei confronti di Jessica Pulizzi, facendo particolare attenzione al fatto che, essendo studiosi del diritto, le sentenze vanno rispettate e seguite in tutti i loro punti.

avv. Luisa Calamia

L’avv. Calamia ha ricordato che il processo Denise è stato difficile da affrontare, in quanto è stato un processo indiziario, ovvero non vi è mai stata una prova rappresentativa. In assenza di essa e da quanto previsto dall’art. 192 c.p.p. ha ricordato quali sono i requisiti tali da poter far valutare il fatto come reato anche grazie a delle prove che siano indiziarie. Ha così descritto quali siano state le prove principali nei confronti di Jessica Pulizzi. Tra queste ad esempio la confessione della Pulizzi che confermava un astio nei confronti della piccola sorellastra, astio che si è poi ripercosso nei confronti della madre, come ad esempio il giorno in cui le bucò tutte le gomme della macchina. Ha raccontato anche delle varie intercettazioni ambientali e telefoniche in cui venivano palesate alcune affermazioni importanti da parte dell’imputata e in particolare quella di una conversazione tra jessica pulizzi e Anna Corona all’interno del commissariato in cui la Pulizzi dichiara, testuali parole, quando ero con Alice a casa glie l’ho portata riferendosi a Denise. Infine l’Avv. Calamia ha espresso il sentimento amareggiato che persiste di fronte al muro di omertà, in quanto nessuno in questi 16 anni si è mai fatto avanti per fare una qualunque dichiarazione, anche solo per dire <<ho visto quella bambina giocare>>, concludendo che la vicenda sulla scomparsa di Denise è ancora un libro aperto che non si chiuderà fin quando non si farà luce sul fatto. L’intervento è stato molto apprezzato da tutti gli studenti di Giurisprudenza e in particolar modo da tutti coloro che ancora non hanno studiato procedura penale, in quanto le parole dell’Avv. Calamia sono state estremamente chiare così da poter essere seguite senza difficoltà anche da chi non svolge studi giuridici.

A seguire è stato il turno del Professore Avv. Bartolomeo Romano, il quale ha dichiarato che la vicenda ha scolpito la memoria di tutti coloro che in quel periodo seguirono la vicenda in modo molto profondo. Il Professore proprio in quegli anni stava conducendo degli studi riguardanti le scomparse dei minori, constatando come la maggior parte di questi, statisticamente parlando, avvenga intorno al nucleo familiare. Il professore ha continuato citando anche alcuni casi di altri minori sottratti dall’affetto della famiglia e in particolare ha sottolineato come molti di questi sono stati risolti, quindi sono state ritrovate le vittime, grazie all’avanzare di nuovi strumenti di indagine e processuali. Le parole del professore sono state inequivocabili dicendo innanzitutto che è fondamentale non perdere mai la speranza e continuare a lottare e ha voluto sottolineare come sia impossibile, di fronte agli strumenti tecnologici di cui siamo a disposizione, che nessuno abbia mai visto Denise dopo le ore 12:00 del 1° settembre del 2004 e che sicuramente c’è qualcuno che sa e che deve parlare. Infine il professore ha concluso ringraziando tutti gli spettatori per la partecipazione al seminario che, a suo avviso, è sintomo di una sensibilità oltre il diritto, un’attenzione oltre le regole e un’umanità oltre lo studio.

Conclusa l’analisi processuale e sostanziale dei fatti, Enrico Scimemi ha voluto spostare l’attenzione su un altro aspetto, l’aspetto umano della vicenda commentando “ritengo impossibile potersi immedesimare in ciò che una madre possa provare dopo un simile avvenimento e il nostro rispetto verso una donna che fino ad ora ha creduto nella giustizia, ci rende onorati di poter fare insegnamento del suo contributo. La ringrazio per il suo coraggio e per non aver mai mollato in nome di tutti coloro che come me e come lei credono nella giustizia e nel nostro sistema giudiziario.” Passando così la parola alla signora Piera Maggio.

quando l’Avv. Frazzitta ci ha confermato la compartecipazione della signora Maggio ne siamo stati subito felici ed onorati. Grazie al suo contributo l’incontro ha cambiato totalmente aspetto, in quanto non si è trattato più di un semplice studio asettico del caso ma di un momento di riflessione riguardante non solo i fatti ma, più in generale, sul senso di responsabilità che ricadrà su noi studenti del diritto, in quanto futuri magistrati, avvocati, notai e dirigenti. La signora Maggio ha pregato tutti noi, all’inizio del suo intervento, di non considerarla come una povera madre perché non si è mai sentita tale, ma come una madre che ha lottato e continua a lottare pur con le sue sofferenze. Il discorso della signora è stato molto toccante, tutti gli spettatori si sono commossi di fronte alla tenacia e forza di una donna così coraggiosa che, imperitura, si rifiuta di rinunciare a ciò che di più caro possa avere al mondo, l’amore nei confronti di sua figlia.

Il convegno ha riscosso grande successo contando circa 1000 spettatori. Siamo stati molto felici di ciò ed entrambi, insieme a tutta l’Ass. Foro di Giurisprudenza, ci impegneremo sempre a risaltare e riportare l’attenzione su casi giudiziari importanti e dall’ampia sensibilità.”

Giorgio Gianfranco Romeo

Enrico Scimemi

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