Un Consiglio bulgaro

Vincenzo Figlioli

Apertura

Un Consiglio bulgaro

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martedì 27 Ottobre 2020 - 06:45

Tra due giorni si insedierà il nuovo Consiglio comunale di Marsala. Come al solito, c’è grande attesa per la prima seduta, che consegnerà agli archivi i volti dei componenti del massimo consesso cittadino. Saranno loro a votare atti di fondamentale importanza per la vita della città, dal bilancio di previsione alle varianti urbanistiche, o ad animare il dibattito politico-amministrativo a suon di mozioni, ordini del giorno e atti di indirizzo. Per molti consiglieri sarà un ritorno, per altri un esordio.

Di certo c’è che mai le elezioni amministrative avevano riservato alla maggioranza un margine così ampio rispetto alle opposizioni. Non c’è dubbio che la coalizione di Massimo Grillo sia uscita trionfante dalla competizione elettorale e che il centrosinistra, il Movimento 5 Stelle e la Lega abbiano ottenuto, ciascuno in misura diversa, risultati inferiori alle aspettative. Tuttavia, con il dovuto rispetto per le scelte dell’elettorato, la sensazione è che occorra al più presto intervenire, in sede regionale, per correggere una legge elettorale che appare decisamente rivedibile su diversi aspetti. In tanti si sono soffermati sulla possibilità di vittoria elettorale con il 40% dei voti (prima la soglia anti-ballottaggio era fissata al 50%) o sull’effetto trascinamento legato al candidato sindaco.

Tuttavia, l’aspetto che maggiormente appare rivedibile riguarda proprio l’attribuzione dei seggi in Consiglio comunale. Al di là dello sbarramento del 5% per l’accesso delle liste in Consiglio, previsto anche in passato, appare infatti discutibile l’attribuzione di un seggio “di cortesia” al secondo candidato sindaco più votato, che somiglia più al premio di consolazione della Tombola che a un riconoscimento politico. Ma l’aspetto che meriterebbe una più convinta riflessione, a parere di chi scrive, riguarda l’attribuzione di un ulteriore premio di maggioranza a una coalizione che supera il 60% dei consensi. In seguito a ciò, a Marsala uno schieramento che ha ottenuto il 69,67% delle preferenze ha il controllo sull’87,5% del Consiglio comunale.

Si può facilmente comprendere che un’assemblea con un rapporto di 21 consiglieri a 3 è roba da regimi autoritari, più che da moderne democrazie, che hanno nel principio di rappresentanza e nel diritto di tribuna delle minoranze due tra i propri principi cardine. Ci sono tanti saggi di insigni costituzionalisti che spiegano con dovizia di particolari il valore delle minoranze in democrazia, a garanzia dell’intera comunità e persino della maggioranza, che ha il diritto di confrontarsi dialetticamente con chi rappresenta un pensiero diverso. A maggior ragione in una terra come la Sicilia, tradizionalmente incline alle infiltrazione criminali, come dimostrano gli 84 scioglimenti disposti dal Ministero degli Interni in 30 anni.

Qui, chiaramente, non si intende ribaltare i rapporti di forza, né minimizzare il sacrosanto valore del principio di governabilità, ma un 18 a 6 distribuito tra maggioranza e opposizione sarebbe stato probabilmente più rappresentativo dell’esito elettorale, salvaguardando maggiormente quei principi sopra citati.

A prescindere dal colore politico dei beneficiari e degli esclusi, occorre dunque un intervento correttivo, che in maniera del tutto non ideologica ripristini quelle garanzie che in quest’occasione appaiono parzialmente compromesse.

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