Confermata la retrocessione in C del Trapani. Guai giudiziari per l’ex presidente De Simone

redazione

Confermata la retrocessione in C del Trapani. Guai giudiziari per l’ex presidente De Simone

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giovedì 06 Agosto 2020 - 19:54

La Prima Sezione del Collegio di Garanzia ha respinto il ricorso del Trapani contro la Figc che aveva ‘aggravato’ la sanzione da uno a due punti di penalizzazione per la società siciliana, a causa del mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio entro il 16 marzo scorso.
Diretta conseguenza di questa sentenza è la retrocessione del Trapani in Serie C, mentre Perugia e Pescara giocheranno i playout. Con un punto restituito, il Trapani sarebbe andato ai playout incontrando il Perugia. Se i punti restituiti fossero stati due, la squadra di Castori si sarebbe addirittura salvata senza dover disputare gli spareggi, ma condannando il Pescara alla C e il Cosenza ai playout con il Perugia. Si chiude dunque un’annata tribolata e sfortunata per i tifosi granata, che oggi si sono ritrovati ad apprendere anche dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti dell’ex presidente Maurizio De Simone.

Nel tardo pomeriggio odierno finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Trapani, Caterina Brignone, nei confronti di Maurizio De Simone, noto alle cronache per aver diretto e gestito il club calcistico del “Trapani Calcio” da marzo a giugno del 2019, vale a dire in corrispondenza della promozione della squadra nella serie cadetta.

A tale provvedimento si è aggiunto quello di sequestro preventivo delle quote sociali della FM Service srl, società che nel marzo del 2019 aveva rilevato quelle della Trapani Calcio. Anche tale provvedimento è stato emesso dalla medesima Autorità Giudiziaria, recependo così in toto le richieste avanzate all’esito delle attività di polizia giudiziaria coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, Rossana Penna. Le indagini condotte dal Nucleo sul conto dell’amministratore protempore della Trapani Calcio avevano preso le mosse lo scorso mese di dicembre ed hanno consentito di ricostruire prima le condotte illecite più evidenti, consistenti essenzialmente nella sottrazione dalle casse della predetta società sportiva di denaro per oltre 200 mila euro, e poi di disvelare un meccanismo di false fatturazioni per servizi mai resi, per lo più di natura informatica, posto in essere da aziende prive di effettiva sostanza economica facenti capo direttamente o indirettamente a De Simone, ancorché intestate a soggetti “prestanome”, per un’evasione Iva stimabile in oltre 9 milioni di euro.

Proprio esaminando l’operatività di tali strutture societarie, la maggior parte delle quali ubicate nella città di Avellino, città di origine del De Simone, è stato infatti possibile verificare come quest’ultimo avesse utilizzato parte dei proventi illeciti provenienti dalle false fatturazioni non solo per rilevare la proprietà della società Trapani Calcio s.r.l., ma anche di immettere nella società calcistica, attraverso la Fm Service, una somma pari a 149.000 euro quota necessaria per far fronte agli impegni di natura organizzativa imposti dai regolamenti della F.I.G.C. senza incorrere a penalizzazioni, rendendosi così responsabile del reato di autoriciclaggio. In tal modo è stato pertanto consentito il regolare svolgimento delle attività sportive relative al campionato di serie “C” della società Trapani Calcio, il quale si concluse tra l’altro, con la promozione di quest’ultima alla categoria superiore. Successivamente, nel periodo in cui De Simone è stato alla presidenza della società Trapani Calcio non ha posto in essere alcuna operazione, sotto il profilo economico e patrimoniale, volta a rafforzare e rendere maggiormente competitiva la società, a comprova del fatto che l’unico suo intento era quello di svuotarne le casse, come accertato nel corso delle indagini. Allo stato, tra l’altro, il citato soggetto è risultato essere percettore del reddito di cittadinanza, circostanza che ha portato gli investigatori a denunciarlo per truffa aggravata ai danni dello Stato. L’operazione in rassegna conferma il fondamentale ruolo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza a garanzia del rispetto delle regole della concorrenza e del mercato ed a tutela delle imprese che operano, anche in ambito sportivo, nel pieno e consapevole rispetto delle norme.

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