La Marsala che verrà e il progetto che (finora) non c’è

Vincenzo Figlioli

Amministrative 2020

La Marsala che verrà e il progetto che (finora) non c’è

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martedì 04 Agosto 2020 - 08:20

I candidati, le alleanze, i possibili assessori. In queste settimane abbiamo scritto tanto a proposito dei futuri protagonisti della campagna elettorale che domenica 4 ottobre riporterà alle urne i cittadini marsalesi, chiamati a scegliere il sindaco e i consiglieri comunali a cui vorranno affidare il governo della città per il prossimo quinquennio. Non è mai facile amministrare un Comune: tante sono le aspettative, specie in un territorio complesso e articolato come Marsala. Chi si candida a farlo, va incontro a una grande responsabilità e merita senz’altro rispetto, in un momento storico che consegna ai primi cittadini poche risorse e tanti problemi da risolvere.

D’altro canto, la gestione della res publica è anche un onore che occorre assolvere con dignità, nel rispetto della legge ma anche del tempo in cui si vive e che, mai come in questi anni, è cambiato velocemente. Una campagna elettorale dovrebbe essere uno dei momenti più alti del dibattito democratico di una comunità, un passaggio cruciale in cui confrontarsi, a partire da idee, progetti e visioni diverse. Se un giorno decidessi di candidarmi a sindaco, mi piacerebbe prima di tutto ascoltare i miei concittadini sulle cose che non funzionano e, al contempo, cercherei di confrontarmi con chi è testimone di buone pratiche che in altri luoghi hanno consentito di trovare soluzione a tanti problemi.

La sensazione che tanti stanno maturando in queste settimane è, invece, che si vada incontro a un confronto personalistico, destinato ad entusiasmare solo i supporter dei candidati in campo. Al momento attuale, l’amministrazione in carica ha prevalentemente incentrato la propria narrazione su ciò che è stato fatto, lasciando immaginare una continuità nel metodo di lavoro e nella proposta progettuale, mentre i vari competitor sembrano voler prevalentemente scommettere sulla voglia di cambiamento di una parte della cittadinanza.

Poco o nulla, finora, si è detto, sulla Marsala che verrà. Come se questa città non meritasse di immaginare un futuro capace di andare più in là di un ordinario decoro. Personalmente, mi piacerebbe che ognuno dei candidati a sindaco ci spiegasse non tanto come intende vincere la competizione elettorale, ma come e con chi vorrebbe amministrare questa città nei prossimi 5 anni. Mi piacerebbe che dicesse delle parole chiare e definitive non solo su un senso di marcia da cambiare o una strada da illuminare, ma sul Piano Regolatore Generale che non è mai stato approvato, autorizzando una sorta di sospensione infinita dello sviluppo della città. Mi piacerebbe che riprendesse le attività avviate anni fa con il Piano Strategico della Città di Marsala, un’iniziativa di grande valore che consentì a tanti marsalesi di confrontarsi sullo sviluppo urbano, commerciale e civile del territorio. Ma anche sulla nostra agricoltura, sul turismo, sui contenitori culturali, su come affrontare il nuovo disagio sociale alimentato dall’emergenza epidemiologica e l’emigrazione giovanile che ci ha resi negli ultimi dieci anni sempre più poveri.

Di discorsi del genere, finora, ne abbiamo sentito ben pochi. E stando così le cose, appare inevitabile il rischio di una competizione elettorale segnata dall’astensionismo, in cui a decidere sarà una parte minoritaria della cittadinanza: non necessariamente la più interessata all’interesse pubblico e al bene comune.

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