San Vito Lo Capo, da sola, raggiunge un primato di tutto rispetto. Registra l’invidiabile cifra del 45% delle presenze spalmate su tutta la Provincia di Trapani, quasi un record che le ha consentito di vivere negli ultimi anni solo ed esclusivamente di turismo. Per usare parole prese in prestito dal primo cittadino Giuseppe Peraino, “a San Vito Lo Capo, “soltanto” 58 famiglie campano di stipendio, mentre il resto vive di imprenditoria riconducibili a questo settore. Ecco perché, l’economia fragile del turismo è stata messa in ginocchio dall’emergenza Covid e dal conseguente drastico calo delle presenze e delle relative prenotazioni. “La provincia di Trapani ha tutto, bellezze naturali, Storia, Cultura, Tradizione, cucina dall’entroterra al mare, ma non riesce a venderlo al mondo. In altre parti se le inventerebbero tutte queste cose, andrebbero a costruirle artatamente”. E la paura di rivivere il classico dejavù nostrano, il refrain tutto siciliano che è anelito, potenzialità e rassegnazione al contempo, è troppo intensa.
Sindaco Peraino, i dati del turismo a San Vito Lo Capo sono poco confortanti. Il trend pare attestarsi purtroppo al ribasso come previsto
“San Vito Lo Capo vive di turismo e l’economia di questo territorio è legata inevitabilmente al suo indotto ed è pertanto molto fragile. Il Covid ha messo in ginocchio un’intera comunità, dal proprietario delle varie strutture all’imprenditore e ai lavoratori stagionali. Al momento la situazione è in netto calo rispetto al 2019. Qui, già da Aprile,si cominciano a vedere i primi turisti, per non parlare di Maggio e Giugno mentre ad Ottobre e Novembre abbiamo presenze soprattutto di stranieri.
In cifre sonanti di che giro economico stiamo parlando?
“Secondo alcuni calcoli, un turista in media spende 100 euro al giorno. Consideri che noi qui abbiamo in media 130 mila turisti stranieri rispetto alle 550 mila di presenze ufficiali. Ancora stranieri quest’anno non ne abbiamo avuti per ovvie ragioni. Il 30% di presenze da Aprile ad Ottobre proviene da regioni del nord che attualmente sono in grossa difficoltà come la Lombardia, il Veneto, l’Emilia e il Piemonte. Sono regioni che da sole contribuiscono al 27 % dell’economia turistica del territorio.
A San Vito ad oggi la situazione dunque com’è?
“Cominciano a muoversi le prime prenotazioni ma tutto è ancora molto risicato. Siamo ben lontani dei numeri ai quali eravamo abituati. Registriamo semmai un aumento del flusso pendolare. Chi ha difficoltà economica, e in questo periodo sono tanti, preferisce venire al mattino ed andare via la sera. Sabato e Domenica c’è grande affluenza ma durante la settimana c’è la stasi”
A San Vito le strutture ricettive non mancano, dunque potremmo dire che sono attualmente quasi vuote?
“Abbiamo 4770 posti letto distribuiti sul territorio, non concentrati sulla mega struttura. Abbiamo prevalentemente B&B e piccoli alberghi. Si tratta di una gestione molto familiare e dal punto di vita economico, ammortizzare la crisi del momento, è più facile. Diverso è il discorso per le grandi strutture. Penso a Cala ‘Mpisu che è una struttura di 1000 posti letto e che quest’anno ha deciso di non aprire a causa dei costi di gestioni eccessivi che stando aperta dovrebbe sostenere.
Eppure San Vito Lo Capo, negli anni, è stato un esempio di turismo destagionalizzato. Penso ai 2 grandi appuntamenti fuori stagione come “Il Festival degli Aquiloni” a Maggio e il Cous Cous Fest a fine Settembre, 2 brand di cui andare fieri
Stiamo ancora lavorando per il Cous Cous Fest per capire come organizzarlo. Abbiamo sia problemi economici che di assembramento e abbiamo continue riunioni in Prefettura. Puntiamo anche sull’ evento “Libri Autori e Bouganville” che ormai è alla 22esima edizione ma con meno autori rispetto al passato. Dal 4 all’8 Agosto ci sarà il Festival sull’Ambiente con proiezione di cortometraggi e ci saranno serate di intrattenimento con musica classica a “Palazzo La Porta” tutto ne rispetto del distanziamento. Avremo anche il Festival del Cinema Italiano dal 29 Settembre al 4 Ottobre, una kermesse molto importante dove saranno presenti attori attrici registi una bella vetrina per tutti. Il Cous Cous Fest ci sarà anche se le risorse economiche quest’anno sono esigue.
Quanto costa organizzare eventi di questo tipo, Peraino?
Nel 2019 il Comune ha speso 450 mila euro per mettere su il cartellone degli eventi. Quest’anno, prevediamo un milione di euro in meno di entrate extra tributarie con cui paghiamo servizi come la raccolta dei rifiuti. La TARI è stata posticipata a fine Agosto e speriamo che la gente sia in grado di pagarla. Anche il pass auto per i residenti e per i proprietari è stato dimezzato da 80 a 40 euro. Consideri che dalla gestione delle strisce blu al Comune entrano 304 mila euro all’anno e sono solitamente attive dal 15 Aprile. Quest’anno invece sono partite il 20 Giugno. Lo stesso dicasi per la gestione della Baia Santa Margherita, i parcheggi, il trenino e l’accesso in spiaggia.
Come sarà regolamentato quest’anno l’accesso in spiaggia, sindaco?
A San Vito Lo Capo noi abbiamo 30 mila mq di spiaggia libera. Abbiamo creato un sistema per cui la spiaggia pur rimanendo libera rispetta il distanziamento. Chi arriva da noi in spiaggia può arrivare con il proprio ombrellone e piazzarlo in uno di questi distanziatori o affittarlo sul posto. Abbiamo creato un’App, la “Just Beach” per effettuare la prenotazione dello stesso. Abbiamo creato anche un portale “I Love San Vito Lo Capo” dove entrando si trovano sia le strutture ricettive esistenti sul nostro territorio sia tutto quello che si può fare. San Vito Lo Capo accoglie i turisti in tutta sicurezza, è questo il messaggio che lanciamo.
La funzionalità dell’aeroporto di Birgi quali vantaggi porta o ha portato, al suo Comune?
“Che questo aeroporto funzioni è un vantaggio per l’intera provincia. San Vito Lo Capo è equidistante da Birgi e da Palermo e potremmo dunque dire che per noi cambia poco ma in realtà non è così. Birgi per un periodo ha rappresentato un vantaggio per la provincia grazie ai voli low cost che hanno creato un indotto non indifferente
I voli low cost però hanno bisogno di essere foraggiati, qualcuno deve pur pagare il prezzo reale del biglietto.
Io sono stato anche consigliere provinciale e fino a quando la provincia dava 6 milioni di euro all’anno al “Vincenzo Florio”, tutto andava tutto bene. Quando la Provincia è finita sono cominciati i problemi per lo scalo trapanese. In Inverno si arrivava con un volo dal nord a Trapani con 25 euro. Questo consentiva a molti di passare un week end qui piuttosto che fare una passeggiata sul lago di Como, anche perché qui trovava comunque un clima migliore oltre che accoglienza, buona cucina, bellezze storiche e paesaggistiche.
Anche il comarketing aiutava, no? Se tutti i Comuni magari avessero pagato come San Vito Lo Capo negli anni scorsi…
“Sì, certo ma anche i problemi giuridici amministrativi hanno le loro colpe. Semmai credo che in Sicilia si sia fatto sempre poco per quanto riguarda una politica seria di rete sul turismo”
Cosa intende?
“Una politica sul turismo comprende un sistema che non sia non solo aeroportuale ma anche di collegamenti“
Sindaco, parliamo dunque delle solite strade che sono trazzere per giunta disastrate?
“Un turista staziona mediamente a San Vito lo Capo, 4,3 giorni. Per spostarsi a Erice deve prima raggiungere con l’autobus Trapani e poi proseguire per Erice. Per andata e ritorno, un ‘intera giornata non basta. Ed è un vero peccato perché la provincia di Trapani ha tutto nel giro di 80/100 Km ma non riusciamo a venderlo al mondo. In altre parti lo costruirebbero artatamente. Negli ultimi 30 anni in cui si poteva capire che il turismo poteva rappresentare la fortuna di questa terra, si è fatto poco e si va a vanti con le singole realtà, come San Vito lo Capo appunto che, da sola, raggiunge il 45% delle presenze di un’intera Provincia che comprende Segesta, Erice, Selinunte, Pantelleria e Favignana e Castellammare del Golfo. Sa cosa abbiamo scoperto durante un’indagine durante il lockdown?
Ci dica, sindaco
A San Vito Lo Capo solo 57 famiglie vivono di stipendio fra cui la mia, dato che, oltre a sindaco, sono professore. Il resto vive di turismo.
Sindaco Peraino, qualche mese fa, prima del lockdown, infuriavano le polemiche sul progetto “Marina Bay”, ovvero sulla paventata costruzione di un villaggio turistico sul porto. Ovviamente gli osteggiatori parlarono di disastro per la costa messa a dura prova anche dall’erosione. Se ne parla ancora?
“Il progetto è chiuso per sempre. Al mio insediamento, nel 2018, sia io che la mia amministrazione eravamo contrari a questo progetto perché considerato poco ecosostenibile. Secondo noi avrebbe devastato l’aspetto urbanistico di San Vito Lo Capo. Così come era stato proposto era un mega villaggio turistico costruito all’interno di un Porto, di un Borgo marinaro che è riuscito a mantenere le sue caratteristiche negli anni senza la costruzione di mega strutture pur garantendo 7470 posti letto“
Il progetto dunque si è arenato anche perché la società civile era insorta?
Sì, era molto contraria. Pensi che la società incaricata del progetto ha cercato di modificarlo e rimodularlo e mi ha chiesto di ripresentare una nuova idea progettuale che rispettasse le indicazioni del Consiglio Comunale e di tutta l’amministrazione. Questa proposta non è mai arrivata e così io, a Febbraio, ho interrotto sine die con la società Marina Bay avvalendomi anche di legali. La fortuna di San Vito Lo Capo è essere riuscito a conservare la bellezza della costa che è una delle più salvaguardate di Sicilia. Il segreto è dare servizi senza stravolgere la tipologia di un territorio, penso alla riqualificazione dell’esistente.
E lo state già facendo?
Sarà importante attingere ai fondi europei 2021/2027. Per questo ci vogliono progetti che siano in equilibrio con il territorio, recuperando immobili esistenti. Chi mi ha preceduto aveva predisposto una modifica al Piano Regolatore con un aumento di milioni di metri cubi di cemento.
Questo è poco riqualificante, non crede?
“Sì, ma io sono riuscito ad ottenere dall’assessorato regionale il ritorno della variante al Piano Regolatore Generale seguendo le indicazioni provenienti dal Parlamento Europeo e dal Governo Nazionale e Regionale che hanno già predisposto un atto deliberativo di giunta che sta diventando legge, per il minor consumo del suolo. Basta con le villettopoli, basta cemento, aggiustiamo l’esistente, c’è bisogno di fognature e di una nuova rete idrica
Sindaco, a proposito, ad acqua come siete messi? Siete legati all’EAS che pare abbia qualche problema ultimamente?
L’EAS (Ente Acquedotti Siciliani) è in liquidazione coatta ed è allo sfascio. La Regione prima ha creato un carrozzone e ora ha scaricato sui Comuni una responsabilità difficile da gestire. Tenga presente che i Comuni non possono prendersi le reti idriche senza sapere come sono combinate, in che stato sono. Pensi che la nostra rete idrica risale al 1953.
Un po’ vetusta, in effetti.
Noi siamo fortunati perché San Vito Lo Capo possiede i suoi pozzi e non acquistiamo acqua. Abbiamo 3 pozzi che ci forniscono 43, 44 litri al secondo. Per la gestione della rete ho preso un mio operaio e l’ho affiancato a volontari della Protezione Civile e fanno le manovre da soli ma altri Comuni sono pieni di problemi. Con l’EAS in liquidazione coatto i debiti vanno a farsi benedire e Siciliacque vuole essere pagata perché non ha più certezza e garanzia di pagamento.
Come va la raccolta differenziata?
“Ho ereditato un 22% di raccolta differenziata e dopo appena un anno, abbiamo come media annua quasi il 66%. E’ un vero successo. In un Comune come il nostro con i flussi stagionali e domenicali in cui aumenta tantissimo l’RSU è come raggiungere il 95% in una città che ha gli stessi abitanti tutto l’anno. Chi arriva la mattina e se ne va la sera, non fa la differenziata ma lascia il sacchetto vicino la spiaggia. Ecco perché abbiamo un servizio di raccolta proprio lì. Nel 2018 abbiamo raggiunto le 530 mila presenze turistiche a cui va aggiunto il pendolarismo.
Utilizzate i mastelli?
Sì ma anche i CCR che sono stati riaperti adeguandoli a norma.
Un’isola felice insomma
C’è sempre quello che lascia il sacchetto dove capita ma la percentuale è minima. Le mini discariche soprattutto si creano in prossimità di raccoglitori. Noi abbiamo dovuto rimuovere quelli per la carta posizionati lungo il litorale. Alcuni depositavano lì i sacchetti. Siamo un popolo che ha bisogno sempre di essere richiamato all’ordine, di qualcuno che ci imponga le cose.
Sindaco è soddisfatto comunque di come vanno le cose nel suo Comune?
Vede, un turista in vacanza altro non vuole che un posto pulito, ordinato, dove può stare con la famiglia e i bambini e la sera un po’ di intrattenimento. Quello che rimane impresso alla fine di una vacanza è se abbiamo mangiato bene e se era pulito. Non è il grande evento che fa la vacanza.
Tiziana Sferruggia