La storia di Anastasia, l’insufficienza renale e i viaggi della speranza. Aperta una racconta fondi

redazione

La storia di Anastasia, l’insufficienza renale e i viaggi della speranza. Aperta una racconta fondi

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mercoledì 20 Maggio 2020 - 15:09

C’è una bambina marsalese, di nome Anastasia, che ha bisogno di aiuto da parte di tutta la comunità. E’ una guerriera che, a causa di seri problemi di salute, in 9 anni non si è mai arresa. Ha superato 33 interventi all’addome molto rischiosi e ha combattuto sempre con grande tenacia.
Come racconta la sua famiglia, nel 2012 ha subito il suo primo trapianto di rene dopo varie lotte così per due anni è stata una bambina felice, ma durò poco, perché al secondo anno l’insufficienza renale la colpi di nuovo per necrosi tubulare da antirigetto e così la sua vita ricadde nel tunnel dell’emodialisi.

“I viaggi sempre frequenti tra Padova e Palermo, vari controlli e varie complicanze, nel 2015 inizia così l’emodialisi, tra stressanti e atroci mattinate passate al centro dialisi anziché a scuola. Così per 3 lunghissimi anni – raccontano i genitori di Anastasia -. Intanto viene affetta da miocardite acuta e così i medici di Padova ci preventivano di un immissione in lista urgente per doppio trapianto cuore-rene con un altissimo rischio. Ma dopo le sedute di emodialisi di 6 giorni su 7 il cuore piano piano riprende ad acquistare un po ‘di funzionalità che intanto era scesa al 15%. Nel giro di un anno il cuore si riprende, giusto in tempo per poter essere sottoposto ad una anestesia per trapianto, ma con la bella notizia che sarà solo di rene e non più doppio trapianto. Al 3° anno di emodialisi, una notte di novembre, il 12 novembre, squilla il telefono a mezzanotte, era la chiamata al trapianto, c’era un rene per Anastasia. Dopo un viaggio della speranza, arriva a Padova e viene trapiantata per seconda volta… E così rinasce di nuovo”.

Anastasia riprende a crescere, riprende dinuovo a mangiare. Per chi ha una insufficienza renale grave, è difficile avere appetito. Così Anastasia rinizia a vivere la vita di una bambina libera e spensierata. Fa ingresso per la prima a volta a scuola e i suoi compagni che mai aveva conosciuto la accolgono come una principessa. Frequenta regolarmente la scuola ma sul più bello un’influenza che sembra banale, la fa ricoverare d’urgenza all’ospedale di Palermo, perché i valori degli esami erano da insufficienza renale acuta e così di corsa al Pronto Soccorso. “Restiamo lì per 10 giorni, e dopo due sacche di trasfusione – raccontano i genitori -, il giorno prima della partenza per il ricovero al centro trapianti di Padova, la stabilizzano per affrontare il viaggio. Arrivati a Padova, per tante incomprensioni tra medici di Palermo e medici di Padova, la nefrologia veneta rifiuta il ricovero della piccola arrivata lì con un rigetto al rene ed valori da insufficienza renale“.

La madre di Anastasia sconvolta e inerme, arrivata lì da sola con la bambina che stava male, e stanca del viaggio, non trova accoglienza da parte dei medici che per 9 anni si erano presi cura della piccola e per inutili battibecchi. Ma la mamma di Anastasia non si arrende e si mette in contatto con il primario della nefrologia di Milano, il quale accetta subito la bambina a ricovero. Il ricovero a Milano denota un rigetto del rene ma con la terapia di boli di cortisone, l’emergenza rientra e Anastasia si stabilizza e sta meglio, tante è che viene dimessa e l’8 marzo ritorna a casa. E inizia la quarantena da Covid-19. Ma anche qui un’altra inattesa corsa in ospedale per trasfusione urgente e terapia cortisteroide in vena.

“Sembra quasi in miglioramento, quando i medici stessi ancora oggi non si capacitano di cosa ci sia sotto che non la fa guarire, e rifà una seconda trasfusione, e da lì sembra migliorare, ma gli esami non sono ancora buoni e così i medici ci dicono che bisogna trasfersi a Milano il prima possibile per delle cure adeguate e per una biopsia renale – raccontano i genitori -. Il rene è in rigetto, e lei non sta bene, e oggi 19 maggio subisce la terza trasfusione in una settimana”.

Per questo la famiglia di Anastasia chiede aiuto per sostenere viaggi e spese esorbitanti ma vitali per la sopravvivenza della piccola.

Questo è l’Iban:

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