All’85% degli italiani piace il vino.
Secondo l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor che ha fatto la prima indagine a focus Covid, i consumatori italiani di vino si dichiarano in buona sostanza fedeli alle proprie abitudini già a partire dalla fase 2, compatibilmente con la loro disponibilità finanziaria.
C’è chi prevede un significativo aumento del consumo, in particolare di vini mixati (il 25% prevede di aumentarne la domanda), a riprova della voglia di tornare a una nuova normalità con i consueti elementi aggreganti, a partire dal prodotto e dai suoi luoghi di consumo fuori casa (ristoranti, locali, wine bar).
Il lockdown per l’emergenza coronavirus ha frenato i consumi di vino, ma nella cosiddetta fase 2 tutto tornerà come prima, portafoglio degli enoappassionati e liquidità d’impresa permettendo.
Per il dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani, “se poco sembra modificarsi nelle abitudini al consumo – e questa è una buona notizia – le imprese del vino sono invece chiamate a profondi cambiamenti, alle prese con la necessità di reagire alle tensioni finanziarie e allo stesso tempo di difendersi dalle speculazioni. Il mercato e i suoi nuovi canali di riferimento saranno le principali cure per un settore che oggi necessita di un outlook straordinario sulla congiuntura e di un partner in grado di fornire nuovi orizzonti e soluzioni”. “Come Veronafiere – ha concluso – da qui ai prossimi mesi vogliamo prenderci ancora di più questa responsabilità a supporto del settore”.