Immuni è il nome dell’App scelta dal Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Arcuri per monitorare e tracciare i contagiati da Covid-19, in modo da varare al più presto l’inizio della Fase 2. La notizia è arrivata nella serata del 16 aprile tramite una nota pubblicata direttamente dal Commissario Arcuri. L’applicazione è stata sviluppata dalla software house milanese Bending Spoons e il contratto stipulato con il Governo prevede la cessione gratuita della licenza d’uso. Per lo Stato, quindi, non ci dovrebbero essere spese.
Come funzionerà l’app Immuni? Per il momento non sono state rivelate le caratteristiche dell’applicazione, ma il metodo utilizzato dovrebbe essere quello del contact tracing tramite Bluetooth, un sistema ritenuto sicuro e affidabile, anche per quanto riguarda la privacy. Si tratta dello stesso sistema su cui stanno lavorando Apple e Google per rilasciare al più presto un aggiornamento software per Android e iOS che integri strumenti per il tracciamento dei contagiati.
A che cosa servirà Immuni? L’applicazione permetterà di tenere traccia dei contatti avuta da una persona: nel caso in cui risulti contagiata, tutte le persone con cui è stata in contatto ravvicinato verranno avvisate. La comunicazione, logicamente, arriverà solamente alle persone che hanno installato l’app, installazione che non è obbligatoria, ma volontaria. Secondo i dati rilasciati dal Ministro dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione, affinché risulti essere efficace deve essere installata almeno dal 60% della popolazione.
Un’app per tracciare e monitorare i contagiati in modo da isolare eventuali focolai e tenere la situazione sotto controllo. Questo l’obiettivo principale dell’app Immuni che ha vinto la call lanciata dal Ministero dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione per trovare sistemi e tecnologie per il monitoraggio dei contagiati e arginare la diffusione del virus. Immuni è risultata l’app migliore tra 318 progetti arrivati in pochi giorni e valutati dalla task force messa in piedi dal Ministero.
L’applicazione Immuni è stata sviluppata dalla software house milanese Bending Spoons con la collaborazione del Centro medico Santagostino, esperto nella digitalizzazione nel campo medico. Il funzionamento dell’app non è ancora molto chiaro, l’unica certezza riguarda il fatto che il tracciamento si basa sul Bluetooth.
Grosso modo l’app dovrebbe funzionare in questo modo: tramite il Bluetooth gli smartphone si scambiano informazioni, permettendo di sapere con chi si è stati in contatto. Il sistema è quello del contact tracing già utilizzato in altre Nazioni per lo stesso motivo, una sorta di diario del contagio che si aggiorna automaticamente sullo smartphone. Nel caso in cui una persona risultai contagiata, tutte le persone con cui è stata in contatto (e che hanno installato l’app) vengono avvisate tramite un messaggio. Tutto avviene tramite il Bluetooth, senza nessun tracciamento della posizione dell’utente. La lista dei contatti resta salvata sullo smartphone e non viene condivisa esternamente.
L’installazione dell’app sarà su base volontaria e non ci sarà nessun obbligo da parte dei cittadini.
Su questo punto bisogna fugare tutti i dubbi: l’app Immuni è stata sviluppata cercando di rispettare tutte le norme sulla privacy e sulla protezione dei dati personali. Per questo motivo si è optato per un sistema di tracciamento basato sul Bluetooth e non sul GPS. Inoltre, i dati raccolti vengono resi anonimi in modo da non poter risalire alle persone.
L’app dovrebbe essere disponibile a breve, anche se prima ci sarà bisogno di una fase di test per controllare la presenza di eventuali bug. L’app Immuni potrà essere scaricata direttamente dal Google Play Store e App Store.