Paolo Ruggirello positivo al Coronavirus. E’ ricoverato a Napoli. Tampone dopo l’intervento del Garante

redazione

Paolo Ruggirello positivo al Coronavirus. E’ ricoverato a Napoli. Tampone dopo l’intervento del Garante

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domenica 05 Aprile 2020 - 16:53

L’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, detenuto presso il carcere di Santa Maria Capua a Vetere a Caserta è risultato positivo al test del Coronavirus. Ad accertare le sue condizioni di salute determinante è stato l’intervento del Garante per i detenuti della regione Campania, Samuele Ciambriello, che ha accolto l’allarme lanciato dalla figlia, a seguito delle richieste del padre di bisogno di cure, al manifestarsi dei sintomi del virus che si andavano aggravando con il passare dei giorni. La sua condizione è peggiorata dal 25 marzo all’1 aprile, ma il test è stato effettuato solo nella giornata di venerdì 3.

La richiesta di scarcerazione per motivi di salute, avanzata dai suoi legali, era stata respinta in quanto la documentazione sanitaria acquisita dall’istituto penitenziario non lasciava emergere la gravità della situazione; in carcere, non avevano avuto seguito le richieste di Ruggirello per effettuare il tampone, anche a sue spese.
Nel carcere casertano erano stati contagiati il dirigente medico e altri due infermieri; circa 70 tamponi sono stati effettuati sul personale sanitario, di cui non si ha alcuna notizia. Fino a ieri dal carcere non sono arrivate risposte in merito, seppur la questione è stata seguita dall’associazione Antigone per la tutela dei diritti dei detenuti, allertata dopo il primo decesso in carcere per corona virus a Bologna.

I familiari, da venerdì non hanno avuto alcun modo di mettersi in contatto con Ruggirello, nè con i medici dell’ospedale di Napoli per conoscerne le condizioni di salute, e dichiarano “… vani erano rimasti i nostri appelli al fine di tutelare il diritto di salute per tutti i soggetti coinvolti nel sistema detentivo, perché una struttura penitenziaria ha grandi difficoltà a garantire le misure di sicurezza obbligatorie contro il Covid-19. Queste persone non hanno spazi per l’isolamento, né possono essere adeguatamente curate; non possono essere trattati come carne da macello. Il rischio di un focolaio nelle carceri sarebbe incontenibile considerate le precarie condizioni strutturali delle stesse”.  

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