Coronavirus, positivi al tampone tre docenti siciliani. Avevano partecipato a un congresso a Udine

redazione

Coronavirus, positivi al tampone tre docenti siciliani. Avevano partecipato a un congresso a Udine

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martedì 03 Marzo 2020 - 20:19

Continuano a susseguirsi gli aggiornamenti sulla situazione del Coronavirus nell’isola. E’ di oggi la notizia che tre docenti docenti del dipartimento di agricoltura, alimentazione e ambeinte dell’Università di Catania sono risultati positivi al tampone del Covid-19. I docenti si erano recentemente recati a Udine per un congresso. A darne ufficialmente notizia è stato il rettore Francesco Priolo, che di concerto con le autorità sanitarie ha disposto la chiusura per disinfezione dei locali delle sedi del Di3A (Via Santa Sofia, 100 e Via Valdisavoia, 5). L’attività didattica verrà ripresa il 9 marzo.

Ieri la Regione aveva ufficializzato la notizia riguardante la trasmissione all’istituto Spallanzani dei tamponi riguardanti altri tre casi sospetti: due registratisi presso il laboratorio del policlinico di Catania, uno in quello di Palermo.
«Non ci sono ragioni di ulteriore preoccupazione – ha sottolineato in conferenza stampa l’assessore Razza – perché in Sicilia non si registra alcun focolaio di contagio autonomo del coronavirus. Tutte le persone fino a ora risultate positive al tampone, infatti, sono soggetti che in qualche modo avuto modo un contatto con il ceppo riconducibile alle zone di focolaio del Nord Italia».
Razza ha ricordato anche le iniziative messe in campo dalla Regione fra cui il sito web (www.siciliacoronavirus.it) che contiene il modulo riservato ai cittadini siciliani, che si sono recati nelle zone di focolaio del virus, per registrarsi ed essere segnalati al dipartimento di prevenzione dell’Asp di riferimento.

Il dipartimento della Protezione Civile regionale ha altresì annunciato che il numero verde 800458787, appositamente attivato lo scorso 26 febbraio dalla Regione siciliana per l’emergenza coronavirus, verrà adesso potenziato con ulteriori 28 linee telefoniche. A rispondere saranno sempre medici e volontari della protezione civile. Il potenziamento si è reso necessario dato l’alto numero di chiamate ricevute, che hanno raggiunto anche picchi di 150 all’ora per ciascun operatore.

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