Un irriducibile ottimista. Questo il ritratto più che abbozzato del giovane assessore regionale al Turismo Sport e Spettacolo, Manlio Messina, chiamato in causa a Birgi per testimoniare l’impegno del governo nei confronti dell’aeroporto “Vincenzo Florio”. «Le colpe dell’arretratezza e della crisi arrivano da molto lontano ma noi dobbiamo usare la parola ottimismo per uscirne. Questa è la dimensione plastica della collaborazione fra le istituzioni che, in sinergia, a prescindere dal colore politico, ottengono risultati per il territorio». Mentre fuori imperversa la bufera, dunque, dobbiamo credere che un rilancio siciliano è possibile, a partire dal nostro aeroporto. Messina, uomo favorito da Giorgia Meloni, già coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, è stato nominato assessore lo scorso luglio dal presidente Musumeci al posto di Sandro Pappalardo, che si era dimesso a giugno.
Assessore Messina si parla sempre di turismo e sempre di mancati obiettivi per la Sicilia. Cosa si dovrebbe fare in sintesi, secondo lei?
Promuovere la Sicilia in palcoscenici internazionali e nazionali. A cominciare da New York, Berlino, Parigi fino a approdare sulle nostre città italiane, nelle stazioni ferroviarie in modo particolare.
Quale è il brand siciliano da esportare? Questa parolina magica significa coppole e lupare, ovvero l’immaginario collettivo con cui purtroppo la Sicilia è conosciuta?
No, assolutamente. Il brand Sicilia è purtroppo quello che lei ha detto ma io vedo che c’è una grande inversione di tendenza. Adesso la Sicilia deve essere conosciuta ed apprezzata per il suo patrimonio monumentale, le sue eccellenze agroalimentari, la cucina straordinaria. Chi aspetta altro deve essere deluso. La Sicilia è ben altro che questo.
A cominciare da un aeroporto come questo?
L’aeroporto può funzionare, per quanto riguarda il mio settore, se vi è un’offerta valida. Non possiamo pensare né immaginare che un aeroporto stia in piedi esclusivamente con le sue stesse forze. Nel territorio trapanese, abbandonato per una serie di ragioni negli anni, bisogna cominciare ad invertire la tendenza in settori importanti come quello del turismo, dello sport e dello spettacolo.
In che modo?
Cominciando con una programmazione seria. Non ho mai visto in questa regione una programmazione triennale. Abbiamo sempre sentito parlare di fondi a pioggia, piccoli ma a tutti, e con un preavviso di un mese. Un bando esce a novembre per eventi di dicembre. Questo non deve essere più consentito.
Una programmazione per tempo che vantaggi ha?
Innanzitutto consente agli operatori del settore di organizzarsi con pacchetti turistici, scontistica, promozione fatta come si deve. Abbiamo speso negli anni miliardi per fare pubblicità della Sicilia in Sicilia. Ma si può?
Adesso cosa si sta facendo?
Stiamo lavorando ad una programmazione sulle risorse del marketing, su come investire sulle iniziative dettagliate. Trapani sarà protagonista nel 2021 per un evento molto importante, le Europeadi, che vedranno nel trapanese più di 50/60 mila presenze per un evento del folk molto importante a livello mondiale. Noi lo stiamo già promuovendo in tutte le fiere internazionali. Abbiamo già cominciato con Rimini e proseguiremo con la BIT di Milano. Lo stand della Sicilia sarà il più grande della BIT, quasi 1000 metri quadrati dove saranno rappresentate le bellezze di Trapani. Ci sarà anche una montagna bianca fatta di sale dove i visitatori potranno attingere per portarne un po’ a casa, nella propria Nazione.
Lei ha parlato anche di spettacoli da promuovere ma l’Ente Luglio Musicale Trapanese, dopo aver raggiunto risultati importanti sotto l’egida di Giovanni De Santis, forse è stato tradito da una manovra regionale che gli ha tolto i finanziamenti promessi.
Le posso dire che il Luglio Musicale Trapanese sarà all’interno dei grandi eventi siciliani che verranno pubblicizzati, anche in questo caso, con un anno di anticipo. I fondi sono stati già in parte ripristinati. Tra oggi e la prossima settimana, si parlerà all’ARS del bilancio per capire se ci sarà modo di rimediare al gap che si è procurato con il taglio di agosto.
A proposito di soldi scomparsi e riapparsi, per i 9 milioni promessi all’aeroporto di Birgi, possiamo stare tranquilli?
La parola che uso è ottimismo, l’ho detto. In Commissione eravamo qualche giorno fa ad approvare la convenzione per i 9 milioni che spettano e che volevamo dare ad Airgest per consolidare l’impegno preso e mantenuto. I titoli dei giornali dicevano però altro. In realtà però, e il fatto che oggi siamo qui ne è la prova, noi siamo accanto all’aeroporto e all’intera provincia.
Tiziana Sferruggia