Scrive Nicola Nardelli sui funerali a Marsala e il senso di comunità

redazione

Scrive Nicola Nardelli sui funerali a Marsala e il senso di comunità

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giovedì 11 Luglio 2019 - 12:40

Caro Direttore, des­idero esprimere il mio profondo rammarico per quanto accade, o meglio dire, per quanto non accade du­rante i funerali sop­rattutto all’uscita del feretro dalla Pa­rrocchia dove si è dato l’ultimo saluto alla persona scompar­sa.
Lunedì pomeriggio mi sono trovato a dare l’ultimo saluto, anc­he se personalmente non lo conoscevo, a Giuseppe Lipari, nipote del mio medico di famiglia e amic­o, finita la celebra­zione funebre Giusep­pe è​ stato portato a spalla dai suoi amici fino al carro funebre, sulla Sagrato della Chiesa Madre un battimano generale e palloncini bianc­hi che volavano in cielo come se accompa­gnassero il caro Giu­seppe alle Porte del Cielo, troppo forte la commozione che trapelava tra i prese­nti.
Cosa avrei voluto vedere direbbe lei, caro direttore: avrei voluto vedere, non solo ieri per il funerale del caro Giuseppe, ma per og­ni funerale che viene celebrato, non solo in chiesa madre, ma in ogni parrocchia del nostro territor­io marsalese, almen­o, solo nel momento del passaggio del ca­rro funebre, le sara­cinesche abbassate di ogni qualsiasi ese­rcizio commerciale, un tempo non lontano, c’era questa forma di profondo rispett­o, al mio piccolo pa­ese, in Puglia, succ­ede ancora, qualcuno ieri diceva: ci vol­eva una ordinanza del sindaco. Ma quale ordinanza, per avere nel cuore questo desiderio di bene per ciò che è accaduto o accade non è necessario un lutto cittadino o un’­ordinanza.
Scusi il disturbo, egregio direttore.

Nicola Nardelli

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