La Regione siciliana lancia una “manifestazione di interesse” particolare: salve l’asino di Pantelleria in via di estinzione e favorirne la diffusione in tutta la Sicilia. Come? Attraverso un comodato d’uso gratuito per 18 esemplari di asinelli, 13 maschi e 5 femmine. Possono chiedere l’affidamento, sia soggetti pubblici, come Comuni, Liberi Consorzi, Città Metropolitane, o istituti di ricerca, oppure privati, come aziende che operano nel vasto campo dell’Agricoltura o per la salvaguardia di razze autoctone e promozione e/o riproduzione; oppure possono farne richiesta anche enti del terro settore per scopi ludico-sociali o didattici.
L’avviso è stato predisposto dal dipartimento dello Sviluppo rurale, guidato da Mario Candore; le domande dovranno essere presentate entro il 30 agosto. La Regione si occupa della tutela e valorizzazione della razza attraverso un progetto di recupero e conservazione del patrimonio genetico dell’asino pantesco presso l’allevamento San Matteo di Erice, dove sono attualmente ospitati 62 esemplari tra i quali 23 femmine e nella Tenuta di Ambelia, dell’Istituto regionale per l’incremento ippico.
L’asino pantesco o di Pantelleria è una razza antichissima, conosciuta in Sicilia già nel I secolo Avanti Cristo. Nata nella più grande isola delle Pelagie, è il risultato dell’incrocio tra l’asino selvatico africano (Equus africanus) e quello siciliano, in particolare ragusano. Il mantello può essere morello, baio a anche grigio. Alti da 124 a 140 centimetri, i quadrupedi sono particolarmente apprezzati per la loro velocità e capacità di trasportare pesanti carichi lungo i viottoli pietrosi, grazie anche a un particolare tipo di andatura, il passo dell’ambio (l’animale avanza contemporaneamente gli arti dello stesso lato).