Gaspare Galfano, storico dirigente del Pd marsalese, più volte Consigliere comunale ed assessore. È l’unico marsalese che fa parte della commissione provinciale in preparazione del congresso del Partito Democratico.
Fa parte o faceva parte, visto che l’attualità politica parla sempre più di un rinvio delle decisioni prese come quella di tenere i congressi dei circoli locali già domenica prossima?
“Che si stia creando una grande confusione è chiaro. Noi siamo in carica, ma abbiamo sospeso ogni attività nelle ultime 48 ore, anche se l’unica candidatura a segretario provinciale, quella di Giuseppe Lombardino, che è anche sindaco di Santa Ninfa, resta in piedi”.
Questo in vista del possibile incontro che si terrà a Roma e che vede protagonisti i due candidati alla segreteria regionale, Davide Faraone e Teresa Piccione?
“Da quello che io so, oggi i due si incontreranno al Nazareno con i vertici del partito e in modo particolare con il responsabile della commissione nazionale di garanzia, Roberto Montanari”.
Perché questa convocazione?
“Doveva essere il congresso della ricostruzione da celebrarsi in modo unitario”.
E invece?
“Invece ci siamo impantanati in una nuova lotta interna. Di questo ne abbiamo subito avvertito le ripercussioni anche nella nostra commissione. In pratica la componente che sostiene la candidatura dell’ex deputata Teresa Piccione (Lupo, Cracolici, i sostenitori della mozione Zingaretti più alcuni ex big renziani come Baldo Gucciardi) contesta la decisione della commissione siciliana per il congresso, composta a maggioranza da esponenti del partito che si riconoscono nella candidatura di Faraone, di rinviare le assise provinciali, e dunque l’elezione di tutti i segretari locali, ad un periodo successivo alle primarie regionali fissate per il 16 dicembre”.
Lei è d’accordo?
“Così come è formulato questo rinvio “puzza” molto di convenienze correntizie. C’è chi non vuole celebrare le assisi locali contemporaneamente a quella regionale perché potrebbero fare da traino a qualche candidatura regionale piuttosto che ad un’altra. Diverso è il discorso di rinviare di alcuni mesi per discutere con la base il da farsi, proiettandoci verso il futuro, consapevoli delle responsabilità che un grande partito della sinistra italiana deve avere”.
Oggi cosa accadrà dopo gli incontri romani?
“Sento parlare di ricorsi. Cosa ha a vedere tutto questo con la gente e le sue esigenze, non lo comprendo”.
Addirittura si parla di convocazione del gruppo all’ Ars per sfiduciare il capogruppo Giuseppe Lupo.
“Figuriamoci poi quello che sta accadendo all’interno dei gruppi consiliari di tutta la Sicilia. Confusione e rinvii per giungere al nulla”.
Antonello Cracolici sostiene che questo congresso non si doveva celebrare. Lei che ne pensa?
“Se non ci sono le condizioni politiche e organizzative era meglio di no. C’è confusione persino sui partecipanti. In un primo momento dovevano essere quelli tesserati nel 2017, dopo si è retrodatato a quelli del 2016. Ora non si capisce più”.
A Marsala dopo le dimissioni della segretaria comunale del partito Antonella Milazzo e il commissariamento di Domenico Venuti qual’è la situazione?
“Intanto occorre ricordare che dopo pochi mesi anche il commissario, nominato dalla segretaria regionale, si è dimesso. Marsala non è una repubblica a se stante. Anche qui occorre ripartire dalla base, dalle realtà dove ancora ci sono i nostri elettori, sebbene molto delusi. Ma bisogna dialogare anche con quanti non hanno votato Partito Democratico. Io, nel mio ruolo di componente della commissione per il congresso, non avevo da prendere alcuna iniziativa politica, ma solo regolamentare. Da dirigente del partito posso però dire che occorre ripartire intanto coinvolgendo i componenti democratici dell’amministrazione guidata da un nostro ex segretario. Poi aprire il dialogo con il gruppo consiliare coinvolgendolo ad aprire una discussione con i cittadini”