Sono arrivate come un fulmine a ciel sereno le dimissioni dal Consiglio d’amministrazione di Airgest di Elena Ferraro. Una decisione annunciata proprio il giorno della visita istituzionale del presidente della Regione Nello Musumeci all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. Lo stesso Governatore siciliano, in sede di conferenza stampa, ha dedicato un passaggio all’uscita di scena dell’imprenditrice belicina, ringraziandola per il lavoro svolto e spiegando che la decisione era maturata per “mancanza di requisiti”. La Ferraro, da parte sua, ha preferito rimanere in silenzio in questi giorni, o almeno fino a stamattina, quando ha deciso di pubblicare un lungo post in cui ricostruisce la vicenda sulla propria pagina facebook.
“In questi giorni assisto ad elucubrazioni mentali circa i motivi delle mie dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione dal cda di Airgest. Ecco la verità cronologica dei fatti: il 21 febbraio 2018 vengo nominata dall’assemblea dei soci previa interlocuzione sia cartacea che telefonica con gli uffici regionali, che accertano l’aderenza a tutti i requisiti sia amministrativi che professionali. Il 22 febbraio alle ore 10,45 avviene l’insediamento del nuovo cda ed il collegio sindacale ratifica le operazioni di insediamento dichiarando il tutto conforme alle disposizioni di legge. E’ inconfutabile il mio operato in questi 9 mesi di attività avendo lavorato nell’ottica della salvezza dell’aeroporto ed intestandomi, nelle ultime settimane, la volontà di intraprendere una battaglia politica anche in consiglio comunale a Palermo, convinta del fatto che solo una fusione con Gesap può far uscire Airgest dalla situazione drammatica in cui versa. La mia caparbietà e la ferma volontà di non mettermi da parte oltre che il costante impegno quotidiano nell’intraprendere tale battaglia ha di fatto dato fastidio ad una politica verticistica che ha altri obiettivi ed interessi sulle sorti di questo scalo. Ho quindi scelto liberamente di non avallare tali volontà politiche che fanno presupporre obiettivi non chiari ed incomprensibili. A valle di tale decisione, il 27 novembre ricevo una mail da parte di quegli stessi uffici regionali che avevano ritenuto validi i miei requisiti amministrativi, ponendo adesso, a distanza di nove mesi dei dubbi interpretativi sulla validità di un requisito amministrativo. Ciò che è accaduto dopo è una interlocuzione privata tra me e il Presidente Musumeci di cui non rendo noti i contenuti ma che mi hanno indotto ad uscire di scena come mi è stato chiesto. Questi sono i fatti supportati da documenti ufficiali e che testimoniano la mia coerenza e la libertà di azione che mi ha sempre caratterizzato nella totale trasparenza e fedeltà alle regole. Ognuno ne tragga le conclusioni che preferisce”.
Le spiegazioni qui esposte da Elena Ferraro sono destinate a lasciare strascichi pesanti sul dibattito intorno al futuro dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. L’impressione, però, è che confermino i dubbi e le perplessità che in molti hanno esposto in questi anni a proposito della reale determinazione, da parte della politica regionale e nazionale, a salvaguardare lo scalo trapanese.
A questo punto, resta da capire come il presidente Musumeci intenderà procedere per ripristinare il plenum all’interno del Consiglio d’amministrazione di Airgest. Quel che è certo è che a succedere alla Ferraro dovrà essere un’altra donna, vista la normativa sulle quote rosa all’interno dei consigli d’amministrazione a partecipazione pubblica. Bisognerà vedere se la scelta andrà su un’altra figura espressione del territorio o se si andrà verso ragionamenti di altro genere, maggiormente orientati verso Palermo o, come chiede qualcuno, addirittura verso il governo nazionale.