I mercoledì dedicati all’arte costituiscono ormai già da tempo un appuntamento coinvolgente col Cinema Golden di Marsala. Sono proiezioni di film presentati sotto forma di documentario sulla vita e le opere di grandi pittori. Mercoledì 26 settembre 2018 la serata è stata dedicata al docu-film su Salvador Dalì, prodotto dalla Fondazione Gala-Salvador Dalì in occasione del trentesimo anniversario della sua scomparsa. La proiezione è preceduta da una breve presentazione dotta, apprezzabile abitudine che il gestore del cinema desidera mantenere, e per questo film è stata curata da Enzo Campisi, professore di arte e pittore marsalese, che si è soffermato ad illustrare alcuni aspetti della vita dell’originale e imprevedibile artista spagnolo e della sua musa, la moglie Gala.
Il sottotitolo del film “La ricerca dell’immortalità” è intenzionale, mira infatti a dare enfasi alla irrefrenabile voglia di diventare immortale, che ha accompagnato la vita di Dalì dal dopoguerra fino al suo ultimo respiro. La sua eccentricità, l’esigenza di stupire a tutti i costi, ha permeato le sue opere e non solo quelle pittoriche, egli si è dedicato alla scrittura, alle installazioni, al cinema, all’architettura. Ha curato personalmente la progettazione delle sue dimore e ha seguito costantemente i lavori a Portlligat per la sua abitazione e il suo studio, a Púbol per il castello che ha regalato alla moglie, a Figueres per il museo-teatro, assicurando infine la sua immortalità con la creazione della Fondazione Gala-Dalì che costituisce la meta di turisti e appassionati di arte. Salvador Dalì ha viaggiato in Europa e oltreoceano, si è soffermato in città estere anche per molti anni, tuttavia è rimasto sempre visceralmente legato alla terra che gli ha dato i natali, la provincia di Girona, ed è lì che ha costruito i luoghi per la sua memoria.
Nella sua vita quotidiana, soprattutto negli ultimi decenni, egli amava circondarsi di ospiti con i quali si intratteneva in performance artistiche spettacolari, ma desiderava anche rifugiarsi in solitudine. Aveva aderito all’ideologia surrealista e di questa ne fece una ragione di vita in tutto, persino nell’abbigliamento che lo connotava ovunque e fino alla fine egli ha mantenuto un look che fosse coerente alle sue scelte. Il docu-film non è destinato solo a chi ama l’arte, è un film che tutti possono e devono vedere, giovani e adulti, perché Dalì, pur con la sua fantasia, irruenza e a volte apparente irriverenza, rappresenta un grande personaggio nel mondo dell’arte, un uomo che ha cambiato la prospettiva del vedere le cose, un artista straordinario e all’avanguardia, che ha inciso nel suo tempo diventando un simbolo per le generazioni successive.
Maria Grazia Sessa