La polemica degli ottomila posti di lavoro che si perderebbero dopo che il governo ha varato il cosiddetto decreto dignità, ha caratterizzato il dibattito politico nei giorni di questo fine settimana, naturalmente prima che arrivasse la notizia sulle condizioni di salute di Marchionne, con tutto quello che ne è susseguito. Noi non siamo in grado di capire quello che accadrà con la nuova legge. Ma siamo preoccupati che tra il ministro del lavoro e il presidente dell’Inps si sia innescata una polemica che ha raggiunto anche toni aspri. Che Tito Boeri abbia delle idee diverse da Luigi Di Maio, ci sta. Guai un mondo dove per piaggeria, per paura e per interesse, uno sposa le posizioni dell’altro, pur non condividendole. Ma in questo caso si tratta, non so se ci capite, di previsioni che a quanto dicono gli esperti (altri la pensano diversamente) avrebbe il “nostro” potuto risparmiarsele o quanto meno farle presente riservatamente al ministro. Invece la vicenda è piombata sui media e poi Boeri l’ha ripetuta in audizione alla riunione delle commissioni Lavoro e Finanze della Camera dei Deputati. Il presidente dell’Inps è arrivato ad affermare che secondo lui il ministro del Lavoro non ha i “piedi per terra”. Dove Di Maio tenga i piedi non ci è dato da sapere…. conosciamo invece, le tante, tantissime notizie di cronaca che riguardano l’Inps: “assegni azzerati per errore. Dopo la protesta dei sindacati l’Inps si scusa”. Cosa abbiano mangiato in quei mesi i titolari della pensione ce lo dovrebbe dire Boeri… “Risulta defunta, ma è viva. Da sei mesi non percepisce la pensione”. In questo caso non si hanno notizie di scuse, forse Boeri pensava che oltre ai piedi come Di Maio, la poverina fosse volata in cielo tutta intera. Sono nati siti per sollecitare i ritardi dei pagamenti Inps a cui si rivolgono in migliaia. Non parliamo poi delle richieste delle pensioni di invalidità. Passano mesi per una visita e talvolta il richiedente, lui si, non è più con i piedi per terra quando giunge il medico fiscale. Tutta colpa di Boeri? No. Ma lui di questo si dovrebbe occupare, di dare risposte certe e celeri a quanti per esigenze si raccordano con l”Istituto della Previdenza Sociale. C’è riuscito? Secondo le proteste di tantissimi, non sembra. Poi c’è un altro aspetto che è quello del suo ruolo a tempo che scadrà nei primi mesi dell’anno prossimo. “Se il governo non ha più fiducia in me, mi licenzi subito”. Ha affermato, sempre a mezzo stampa. Egregio dott. Boeri se lei non ha fiducia in quanto sta facendo il governo nel suo settore, c’è un altro istituto: quello delle dimissioni. Ma si sa, nel nostro Paese è poco praticato.
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