Pamela Orrù alla Camera, Ruggirello al Senato. Angileri seconda nel proporzionale

Vincenzo Figlioli

Pamela Orrù alla Camera, Ruggirello al Senato. Angileri seconda nel proporzionale

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sabato 27 Gennaio 2018 - 14:18

Tra conferme e novità, prende forma il mosaico delle candidature del centrosinista nel trapanese. La novità più clamorosa delle ultime ore è la candidatura di Pamela Orrù alla Camera, nel collegio uninominale Marsala-Trapani. Fino a qualche giorno fa, si pensava che la senatrice sarebbe stata messa nelle condizioni di confermare il proprio seggio a Palazzo Madama, ma i cambiamenti innescati da Roma in giù stanno determinando a catena numerosi scostamenti rispetto alle previsioni dei giorni scorsi, quando si riteneva che all’uninominale sarebbe andato Domenico Venuti o, in alternativa, un candidato marsalese (il nome che circolava era quello di Anna Maria Angileri). Proprio l’assessore alla pubblica istruzione della giunta Di Girolamo ha ottenuto allo sprint l’inserimento al numero due della lista del collegio plurinominale per la Camera. Al posto di Pamela Orrù, la casella dell’uninominale per il Senato sarà riempita da Paolo Ruggirello, che dovrebbe essere anche al numero 3 nella lista del proporzionale (sempre per Palazzo Madama).

Le certezze maggiori, in termini di seggi che verosimilmente dovrebbero andare al Pd, riguardano comunque i collegi plurinominali di Camera e Senato. Capilista per Palazzo Madama saranno Davide Faraone e Valeria Sudano. Per Montecitorio i capilista saranno il segretario provinciale di Palermo Carmelo Miceli (alle sue spalle, come detto, Anna Maria Angileri), il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra, il segretario regionale Fausto Raciti e l’ex senatore di Italia dei Valori Fabio Giambrone (in quota a Leoluca Orlando). Completa il quadro (collegio Gela-Mazara-Agrigento) Daniela Cardinale, figlia dell’ex Ministro, che era stata osteggiata con forza dai dirigenti locali del Pd. Uno di loro, Giuseppe Provenzano (vice direttore l’istituto Svimez), ha rinunciato alla candidatura in seconda posizione che gli era stata assegnata. Durissime le motivazioni con cui ha spiegato la sua rinuncia: “La richiesta di una mia disponibilità, raccolta da Andrea Orlando e da tutta la minoranza del Pd, immagino fosse soprattutto dovuta al mio impegno per il Mezzogiorno. Non credevo però che, nel 2018, al Sud ci si dovesse impegnare ancora per l’abolizione dell’ereditarietà delle cariche pubbliche, principio sancito ormai secoli fa. Contro questa ricandidatura – frutto non delle capacità dell’onorevole ma delle pratiche trasformiste del padre – si era espresso, con proteste coraggiose e molto partecipate, il Pd dell’intera mia provincia d’origine. Per me quella terra vuol dire molto, soprattutto una cosa: la dignità. Io ho avuto rispetto di questa battaglia, contro questo residuo di feudalità. E come avrei potuto metterci la faccia?”. Analogo rifiuto era arrivato anche da Panepinto e Speziale. Ha invece accettato la seconda posizione dietro la Cardinale il segretario provinciale del Pd di Trapani Marco Campagna, che precede la mazarese Teresa Diadema e Angelo Galanti.

Fuori da tutto il gruppo dell’ex presidente Rosario Crocetta: allo stato attuale tra i candidati non c’è il suo nome, né quello di Lumia o del direttore del Parco dei Nebrodi Antoci. Crocetta annuncia una conferenza stampa per martedì e lascia intendere di essere pronto a dare battaglia a chi lo ha estromesso dai giochi, nonostante le garanzie ricevute prima delle Regionali: “Nessun risentimento abbiamo a scelto la politica per servizio. Nessuna sorpresa sulle liste Pd: e’ andata come avevo previsto. Non sarà certamente la vicenda delle candidature a farci rinunciare alla politica. Saremo presenti in campagna elettorale, con il nostro Megafono, nelle piazze di tutta la Sicilia per denunciare il processo di restaurazione in corso e di vera e propria epurazione di ogni dissenso. Faremo un’operazione verità”.

Nel frattempo l’ex presidente incassa la sorprendente solidarietà di Vittorio Sgarbi. «Rosario Crocetta – afferma il critico d’arte – è stato ed è, anche se spesso con posizioni integraliste tipiche di un’antimafia di maniera, un simbolo della lotta alla mafia in Sicilia, e come tale il Pd lo ha per anni esibito come una mostrina d’onore. Lo stesso Pd così solerte, nel nome di una solo professata e poco praticata legalità, nel chiedere commissariamenti di comuni guidati da loro avversari politici non può oggi rinunciare a un simbolo antimafia solo per garantire la poltrona ad anonimi parlamentari uscenti che temono di non essere rieletti. Se, diversamente, il motivo dell’esclusione di Crocetta è politico per i mediocri risultati del suo precedente Governo, non si capisce perché debba pagare pegno solo lui, visto che nella sua giunta vi erano molti esponenti del Pd, gli stessi che oggi lo guardano quasi fosse un alieno e non uno con cui hanno amministrato e condiviso l’azione di Governo. Se, come temo – conclude Sgarbi – Crocetta sarà fatto fuori dal Pd, annuncio la mia disponibilità a indicarlo come Responsabile nazionale per l’antimafia del movimento “Rinascimento”».

 

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