Il biotestamento è legge dello Stato. E’ stata approvato con 180 sì, 71 contrari e sei astensioni dal Senato, dopo essere stata esitata positivamente anche alla Camera. Noto anche come “legge sul fine vita”, il biotestamento è la manifestazione delle volontà sui trattamenti ammessi o esclusi nelle fasi finali della malattia. La legge approvata dal Parlamento afferma il diritto del malato di decidere se e come farsi curare anche quando non sarà più in grado di esprimersi, attraverso le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), in cui vengono manifestatele sue decisioni per iscritto o in audio. La legge individua anche un “fiduciario”, una persona incaricata di far rispettare le Dat quando il malato non ha più la possibilità di pronunciarsi.
In caso di nuove cure possibili, successive alla sottoscrizione delle Dat, il paziente e il fiduciario hanno la facoltà di valutare se modificare le volontà precedentemente espresse. Il testo prevede inoltre che il malato possa rifiutare l’idratazione e la nutrizione come “terapie” prescritte dal medico. Resta possibile il ricorso all’obiezione di coscienza per il personale medico, ma le strutture sanitarie hanno l’obbligo di rispettare le volontà del paziente.
La legge sul biotestamento nasce da una forte mobilitazione della società civile, con in prima fila l’associazione Luca Coscioni (che ha depositato una raccolta di firme a sostegno della normativa approvata), Mina Welby (moglie di Piergiorgio) e il radicale Marco Cappato. Novanta sindaci (nessuno della provincia di Trapani) avevano a loro volta sottoscritto un appello alle Camere per l’approvazione del testo entro la fine della legislatura. A Marsala, invece, è attualmente all’ordine del giorno dei lavori consiliari una proposta di regolamento sull’autodeterminazione sanitaria – lanciata dal gruppo Cambiamo Marsala – che nasceva proprio per supplire all’eventuale mancata approvazione della legge da parte delle Camere. Sulla questione si era recentemente riunita anche la Commissione Affari Generali con un articolato dibattito che avrebbe dovuto precedere la trattazione del punto in aula consiliare. A questo punto, per il principio gerarchico delle fonti normative, tale proposta risulta superata e scatta l’immediata applicazione della legge su tutto il territorio nazionale.
“Quella di oggi sarà ricordata come una giornata storica – commenta il consigliere comunale marsalese Daniele Nuccio -. Finalmente il Parlamento ha colmato un drammatico vuoto legislativo che ha prodotto troppa sofferenza. Oggi l’Italia è un Paese migliore, certamente più civile. Chi ha creduto in questa battaglia di civiltà non può non rivolgere il proprio pensiero a quanti si sono battuti per raggiungere questo grande obiettivo. Penso all’Associazione Luca Coscioni, a Marco Pannella ed Emma Bonino, a Mina Welby, a Marco Cappato ed a tutte quelle famiglie che per troppo tempo si sono viste rimbalzare nella propria disperazione da una politica miope e che non ha ritenuto opportuno per troppo tempo stabilire un quadro normativo preciso in merito al fine vita. Personalmente la mia gratitudine va alla commissione “Affari Generali” del Consiglio Comunale nella sua interezza, al Presidente Ivan Gerardi che ha ritenuto opportuno già tempo fa esitare favorevolmente la proposta che proprio insieme a Mina Welby avevo elaborato per l’istituzione di un registro per l’autodeterminazione sanitaria e del rispettivo regolamento. Probabilmente, sopravvenuta la legge, ci troveremo a ritirare dall’odg dei lavori d’aula la proposta, per trasformare questa in un atto d’indirizzo che impegni l’Amministrazione Comunale a predisporre quanto necessario per prepare gli uffici di competenza alla ricezione della nuova normativa. Dalla prossima seduta di commissione, lavoreremo sull’elaborazione di questo documento”.
Hanno votato a favore in Parlamento il Pd, il M5S, Mdp e Sinistra Italiana. Hanno votato no i leghisti, mentre in Forza Italia è prevalso il voto secondo coscienza. Si è invece spaccato il fronte cattolico, su cui probabilmente hanno pesato anche le recenti aperture di Papa Francesco: solo gli esponenti più intransigenti sono rimasti fermi sulle proprie posizioni, votando contro l’approvazione della legge sul fine vita.