L’assessore Fabio Butera sull’ingresso in giunta di Vittorio Ferro: “Farà bene come assessore all’urbanistica”

redazione

L’assessore Fabio Butera sull’ingresso in giunta di Vittorio Ferro: “Farà bene come assessore all’urbanistica”

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giovedì 06 Luglio 2017 - 11:46

Potrebbe arrivare nelle prossime ore l’atto di nomina di assessore del consigliere comunale e presidente della III commissione, competente in materia Urbanistica, Vittorio Ferro. Abbiamo chiesto a Fabio Butera, attuale detentore dell’ incarico in tale ambito, un’opinione sulla scelta di redistribuzione delle deleghe da parte del sindaco, oltre a fornirci un parere sul proprio operato dopo un anno di insediamento nella giunta Surdi.

Qual è la sua valutazione su quest’anno di amministrazione?

Io penso che l’Amministrazione durante quest’anno ha fatto un buon lavoro, soprattutto sulla possibilità di capire bene i processi amministrativi, sull’osservare quelle che sono le dinamiche all’interno degli uffici, capire quali sono le priorità per la città e per i cittadini. Io credo che ha fatto una ricognizione molto approfondita su quello che vuol dire amministrare le necessità programmatiche di questa città. Poi, ovviamente, sulle necessità impellenti che sin da subito ci hanno investito quali, ad esempio, la gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani, oppure, il problema dell’acqua, le abbiamo affrontate facendoci in quattro per riuscire a farle bene. Se dovessi parlare di che cosa ha fatto l’Amministrazione in questo anno, secondo me, abbiamo capito tanto e abbiamo cercato di mettere le lenti su quelli che possono essere i programmi per i prossimi quattro anni.

A breve verrà ufficializzata la nomina come assessore di Vittorio Ferro, al quale quasi sicuramente passeranno parte delle sue deleghe come l’urbanistica. Qual è il suo commento su questa redistribuzione?

Innanzitutto, nessuno vuole fare previsioni e ipotecare scelte del sindaco. Però, sembra quasi certo che preferirà dare la delega all’urbanistica a un tecnico di esperienza, affermato, come Vittorio Ferro, piuttosto che lasciarla a me. In questo trovo una razionalità nella scelta e anche una volontà di dare un impulso in avanti a quella che, comunque, è una delega che ad Alcamo da sempre è stata molto sentita ed è molto “calda”. L’urbanistica è una di quelle deleghe che ha la possibilità di far fare bene a tutta l’Amministrazione. Quindi, io credo che Vittorio sia una persona in grado di prenderla in mano. Credo che abbia tante competenze e che in ultima analisi farà bene come assessore all’urbanistica, se il sindaco vorrà darla a lui. Semmai ancora dovessi tenerla io, penso che darò una maggiore presenza e impulso anche là. Comunque, i primi sei mesi mi sono serviti per capire un po’ meglio. Sì, c’è stata la questione urgente del Piano paesaggistico che, come tutte le questioni urgenti, è stata trattata in maniera prioritaria.

Una delle principali critiche da parte dell’opposizione ha riguardato il rinvio dell’apertura del Biomercato.

È stato fatto un bando in cui chiedevamo agli operatori economici, che potessero essere interessati, di esporre in quel contesto prodotti che provenissero dalla terra e, per quanto possibile, biologici. Dei 20 posteggi, così si chiamano, disponibili, in effetti, ne aspettavamo almeno 10 per poter far partire la struttura. I posteggi che sono stati richiesti sono stati solamente otto, da qui la valutazione di non aprire un’ulteriore struttura che con pochi operatori sarebbe stata poco appetibile nei confronti del consumatore.

La novità dello street control, sui social, ha diviso l’opinione pubblica tra coloro che sono a favore e coloro che sono contro tale strumento di controllo della viabilità.

I problemi sulla viabilità nel nostro Comune sono molteplici e, chiaramente, non si risolvono soltanto con lo street control. Credo che questo lo capiamo tutti e l’Amministrazione ne è pienamente consapevole. Innanzitutto, c’è un uso sbagliato dell’automobile. Laddove è possibile con poco riuscire a fare quattro passi a piedi, per poter raggiungere un negozio o, piuttosto, andare in centro, tante volte l’alcamese preferisce utilizzare la macchina con tutti i problemi che ne derivano per la viabilità, ma anche qualche facilitazione per chi la utilizza. Lo street control è uno strumento che io credo essere una parte della risoluzione assieme all’esternalizzazione dei parcheggi a pagamento e, quindi, all’aumento dei parcheggi e dell’effettivo controllo dei medesimi. Penso che questo sia un pezzo se l’altro è costituito da un maggior incentivo all’utilizzo della bicicletta. Un altro pezzo può essere l’inserimento di un autobus. Chiamarlo un servizio di linea, probabilmente, è un po’ al di là degli obiettivi di questa Amministrazione. Però, sicuramente, un autobus che possa fare le strade principali è grandemente utile. Poi, lo ripeto a scanso di equivoci, un maggior controllo della viabilità ad Alcamo riguarda il modo di guidare dei cittadini, spesso poco attenti non solo nel parcheggiare, ma anche nella fase della guida. La manutenzione delle strade rientra in quei capitoli di spesa degli investimenti che, poi, bisogna sempre concordare all’interno della giunta. Non ci sono solamente le strade come investimenti possibili. Abbiamo da fare tanti investimenti per portare più acqua per esempio. Mi sembra che abbia una priorità maggiore. E, poi, ci sono tante altre priorità. Sicuramente, la manutenzione delle strade è una di queste.

Come spiega il fatto che dopo anni alcuni dipendenti del corpo della Polizia municipale hanno cominciato a rivendicare quei diritti sociali che gli erano stati negati dall’ente?

Riferendoci allo sciopero, che è stato messo in atto il 21 di giugno, una richiesta che viene fatta all’ente è di usufruire, a loro dire come la legge prescrive, della discrezione del lavoro nel festivo infrasettimanale. Secondo me l’unico cambiamento che c’è è quello di chi in qualche modo crede che così facendo può ottenere qualcosa che prima, magari, avveniva in altre forme. Questo io non lo so. Non ho la comprensione del perché persone, che peraltro sono di ruolo, vadano a scioperare per qualcosa che il Comune non può dare. A me rimane incomprensibile. Diverso è nel momento in cui vengono rivendicate le posizioni davanti al giudice del lavoro. Quella mi sembra una fattispecie molto diversa. Se un dipendente, sia esso precario che strutturato nell’ente, ritiene di essere stato trattato ingiustamente sotto il profilo economico, credo sia giusto che si rivolga al giudice del lavoro. So che sta cambiando il rapporto che c’è tra l’Amministrazione comunale e i suoi dipendenti. Questo senz’altro. È un rapporto che chiaramente per noi è improntato ad una maggiore professionalità che non so se c’era prima, perché non ero parte di quella amministrazione. Però, occorrono professionalità, valutazioni oggettive, valutazioni obiettive. È chiaro che ci ritroviamo di fronte ad un numero di persone che hanno delle comprensibili rivendicazioni. Ce ne sono 395 che sono part-time dipendenti e ce ne sono 174 che pur non essendo part-time dipendenti sono lavoratori socialmente utili. È chiaro che non ci si vive con quegli stipendi. Le rivendicazioni, probabilmente, nascono da questo. Qualcuno,magari, prima ha tentato di illuderli sul fatto che potessero diventare dipendenti a tempo indeterminato, a 36 ore, senza concorso e senza ulteriori procedure che sono prescritte. E, invece, questo non è accaduto e adesso si ritrovano persone a 40, 50 anni che hanno famiglia e figli che probabilmente crescono.

Restando in tema di assunzioni, dopo 20 anni il Comune di Alcamo ha finalmente bandito dei concorsi per le posizioni apicali che mancavano.

E non soltanto per le posizioni apicali in verità. Noi abbiamo, in questo momento, due concorsi per dirigenti che dovrebbero concludersi entro il 2017. Uno è quello per il dirigente della VII direzione, che è il comandante della polizia municipale. L’altro è il dirigente della direzione I, dell’urbanistica. Poi, abbiamo iniziato le procedure per l’assunzione di alcuni funzionari. Tutte queste si dovrebbero concludere nel 2017. Quindi, per ora siamo in piena attività. Come mai dopo tanti anni i concorsi? Perché per tanti anni non c’è stato bisogno di concorsi, c’è stato il precariato. È molto semplice. Laddove questo Comune avrebbe bisogno di 330, 350 persone a tempo indeterminato e pieno, a 36 ore, noi ce ne ritroviamo 200 a tempo indeterminato, 395 a tempo parziale e 174 ASU. Una condizione che dal punto di vista organizzativo per l’ente è ben lungi dall’essere ottimale. Poi, chiaramente, capiamo che tutte queste persone sono persone che hanno famiglia e, quindi, proviamo a fare il meglio possibile.

Linda Ferrara

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