Dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose e il conseguente rinvio delle elezioni amministrative, il sindaco uscente di Castelvetrano, Felice Errante, interviene con una lunga e circostanziata lettera aperta indirizzata agli organi di stampa e ai suoi concittadini
“Le tante falsità ed alcune delle affermazioni offensive lette sul mio conto in questi giorni sui social sono state abbondantemente surclassate dall’affetto di centinaia di persone da ogni parte della provincia. Devo dirvi che la cosa mi ha stupito e per questo vi ringrazio di cuore. Voglio ringraziare tutti quelli, alcuni assolutamente inaspettati, che con messaggi privati e pubblici, telefonate, strette di mano e pacche sulla spalla, mi hanno manifestato il loro affetto ed esortato ad andare avanti in un momento certamente non facile della mia vita. Sarebbe stato forse opportuno tacere in attesa che passasse la tempesta. Ma mi viene difficile accettare il classico mascariamento in salsa sicula, che tanto per le strade di Castelvetrano, quanto da parte di alcuni osservatori esterni, equivale ad una condanna per collusione. Se sei di questa terra, con l’aggravante di fare politica da tanti anni, non hai scampo: o sei un colluso, o sei un inetto che non comprende quello che ti accade attorno, o non parli perché temi qualcosa. Già dall’indomani della pubblicazione della relazione si è celebrato il processo mediatico, la sentenza di condanna definitiva è stata tempestivamente emessa ed il colpevole dovrebbe solo espiare la pena. Non ci riesco proprio a non difendere le mie ragioni.
Ho bisogno di dire la verità, la mia verità, che sono in condizione di poter provare, che sarà commentata a piacimento, spulciata rigo per rigo e verificata. Non ho intenzione di animare alcun dibattitto, non sono interessato a raccogliere il consenso o il sostegno di alcuno e non sono candidato a nessun ruolo. Sul punto ho già comunicato che non concorrerò mai più per ruoli amministrativi al comune di Castelvetrano e nei prossimi mesi, quando sarò più sereno, valuterò con i miei amici la opportunità di continuare nell’impegno politico. Oggi ho solo l’esigenza di protestare la mia integrità morale, e ciò fino alla fine, ed offrire alle tante persone che mi conoscono e che mi stimano per quello che ho fatto nella vita. Dalla lettura della relazione sembrerebbe emergere un quadro agghiacciate. Parole, frasi, considerazioni dure, a tratti violente, e a mio modesto avviso immeritate. Ritengo di non avere più il dovere istituzionale di difendere l’Ente che ho guidato fino al 28 aprile u.s., agirei senza titolo e senza alcuna legittimazione. Spetta ai commissari voluti dallo Stato di occuparsi della nostra città nei prossimi mesi e auguro loro buon lavoro, consapevole delle difficoltà che incontreranno nella gestione, anche solo ordinaria, del nostro comune. Prima di entrare nel merito delle contestazioni intendo rilevare come dalla stessa relazione si evinca come fino alla fine del mese di luglio 2016 (visita della commissione antimafia a Trapani) il Signor Prefetto dell’epoca non ravvisasse elementi per disporre atti sanzionatori, ovvero ispettivi nei confronti del Comune di Castelvetrano. Certamente gli eventi del dicembre del 2016 (informazioni di garanzia a due dipendenti comunali) e del febbraio 2017 (sequestro del patrimonio alla famiglia A.) non potevano non determinare un innalzamento del livello di attenzione degli organi a ciò preposti sulla nostra città. Mi preme precisare, altresì, che tanto a dicembre 2016, quanto a febbraio 2017, richiesi ed ottenni audizione dal Signor Prefetto di Trapani, massima espressione del governo in provincia con il quale un sindaco è istituzionalmente tenuto a rapportarsi.
Con l’assoluto rispetto per il lavoro di ognuno ho, tuttavia, il diritto di controdedurre, almeno quanto mi è stato contestato nella relazione prefettizia, che sostanzialmente mi accusa: “di avere omesso tutta una serie di controlli all’interno dell’Ente, di non avere tenuto la giusta distanza di sicurezza dalla locale consorteria mafiosa, di avere consentito a taluni soggetti, definiti inopportuni, di amministrare e di avere, in alcuni casi, patrocinato io stesso, il sostegno di soggetti controindicati”. Inopportunità, vicinanza a soggetti controindicati, presunzioni e troppi verosimilmente senza contestazioni specifiche, almeno sino ad oggi. Valutazioni impietose sulla gestione amministrativa dell’Ente, definito deficitario in quasi ogni settore, che invero dovrebbero appartenere alla sfera delle valutazioni politiche sull’operato di taluno, generalmente valutato dai cittadini al momento del voto per il rinnovo degli organi elettivi. Nel mondo del diritto e in una società dove la legge disciplina i comportamenti degli associati una scelta, un’azione amministrativa o è o non è conforme a legge. Una nomina, un provvedimento sindacale, una delibera, ovvero una direttiva, ha procurato una utilità alla mafia o non l’ha procurata. Gli atti sono stati oggetto di condizionamento mafioso o non lo sono stati. Pur essendo l’accertamento un atto amministrativo, in particolare di alta amministrazione, e per gli effetti di natura discrezionale, il si presume, il verosimilmente, a mio modesto avviso, non basta, non è sufficiente a colpire quasi a morte la onorabilità delle tante persone coinvolte. Non ho mai dubitato della oggettività degli accertamenti ispettivi ma è strano che non abbiano contato nulla, tanto da non dover essere degni di una men che minima menzione, i tanti atti concreti posti in essere dalla mia amministrazione in tema di legalità, alcuni dei quali: -la costituzione di parte civile in tutti i processi di mafia; -tante iniziative pubbliche a sostegno della legalità; -i piani anticorruzione, il primo dei quali è stato illustrato nel 2013 alla città con un convegno alla presenza del Procuratore della Repubblica dell’epoca; -il regolamento per il riconoscimento delle agevolazioni nel pagamento dei tributi locali, in favore di quelle imprese che hanno sporto denuncia nei confronti di atti estorsivi (ne hanno parlato tutti gli organi stampa nazionale, Rai e Mediaset. Inoltre, proprio la pubblicità data ha consentito a diverse imprese del territorio, previa certificazione della Prefettura di Trapani, di ottenere l’esenzione dal pagamento dei tributi comunali); -il regolamento sulle modalità di pubblicità e di trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di governo, -il codice etico di comportamento che il primo cittadino e gli assessori comunali, quale guida di comportamento nella loro azione amministrativa; -la presidenza (sempre eletto all’unanimità) per due mandati consecutivi del consorzio trapanese per la legalità e lo sviluppo (presenti anche commissari prefettizi in rappresentanza di altri comuni commissariati);-importanti risorse, in un momento difficile per i comuni e sottratte ad altri interventi certamente più apprezzati dalla cittadinanza, destinate alla realizzazione della stazione dei carabinieri a Marinella di Selinunte; -i tanti attestati di stima, apprezzamento e ringraziamento per talune iniziative; -il protocollo d’intesa con la Procura della Repubblica e la Prefettura di Trapani ai fini della demolizione di manufatti abusivi di cui al D.P.R. 380 del 6.6.2001; -il regolamento per la destinazione e l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata ed altri.
Spero un giorno di avere una tribuna ove riuscire a dimostrare le cose che ho scritto e confido, come ho sempre fatto, nelle istituzioni e nella giustizia. Non voglio suscitare reazioni di nessun genere e lungi da me l’intendimento di contestare la buona fede di chicchessia. Non formulerò nessuna valutazione politica; sono peraltro perfettamente consapevole di non essere dalla parte politica giusta. Nella seguente lunga disamina, che spero leggiate fino alla fine, fornirò la mia verità e nella parte che mi riguarda, sulla scorta degli atti in mio possesso e per i fatti a me noti. Ancora oggi alcuni OMISSIS non sono riuscito ad individuarli, non comprendo alcune contestazioni su presunte irregolarità amministrative, spero di poterle chiarire dopo avere avuto copia integrale della documentazione non pubblica, come da richiesta di accesso agli atti già formalmente avanzata. Capirete come risulti assai difficile individuare tra le 2.600 delibere di giunta e tra circa 1.000 provvedimenti ed ordinanze sindacali, posti in essere nel quinquennio, quelli oggetto di contestazione. Sono certo comunque che nessuno di questi atti ha, almeno intenzionalmente e con scienza, agevolato o favorito la locale consorteria mafiosa, e che gli stessi non sono mai stati collazionati ed emanati in dipendenza di condizionamenti criminali. Confido nella deontologia dei responsabili degli organi di informazione perché possano garantire alla presente disamina di parte la stessa notorietà accordata alla relazione ispettiva. Utilizzerò per indicare le persone coinvolte le iniziali del loro nome e cognome.
OSSERVAZIONI E CONTRODEDUZIONI ALLA RELAZIONE DEL SIGNOR PREFETTO DI TRAPANI
1)I consiglieri dimessisi nel marzo del 2016 e che hanno determinato l’autoscioglimento del consiglio comunale erano 19, non come erroneamente indicato nella relazione 28.
Erano quasi tutti consiglieri della maggioranza che sosteneva il sindaco Errante, ad esclusione di un solo gruppo consiliare (3 componenti) che si collocava all’opposizione. Gli altri 9 per lo più rappresentanti dell’opposizione in consiglio, si sono dimessi in un momento successivo, di tal che la loro successiva e tardiva decisione è risultata assolutamente irrilevante. Sul punto vale la pena ribadire che l’autoscioglimento del consiglio è stato un atto di grande responsabilità ed attaccamento ai valori etici dei consiglieri dimissionari. Detto autoscioglimento era l’unico modo per allontanare il signor C.G. dagli scranni consiliari, il quale reintegrato dal Signor Prefetto con ordinanza a sua firma, non intendeva dimettersi, ed è stato possibile farlo anche grazie alla ferma volontà politica del sindaco, apprezzata formalmente dall’allora Ministro dell’Interno. Le dichiarazioni rese all’epoca dal sindaco, oggi non ritenute efficaci, dall’On.R.B. e dall’attuale Signor Prefetto, vennero, di contro, formalmente apprezzate dal Signor Prefetto dell’epoca come da nota del 24.2.2016. In quei giorni più volte sono stato in audizione dal Signor Prefetto e venni ascoltato anche in comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Nella seduta di consiglio comunale n°53 del 28.7.2014, di subentro del consigliere C.G. al consigliere G.R. nessuno degli intervenuti (i capigruppo di quasi tutti i partiti e movimenti presenti in consiglio) rilevarono alcunchè. Anzi le forze di sinistra dell’epoca, per voce dei rispettivi capigruppo consiliari, accolsero molto positivamente l’ingresso di C.G. in consiglio per avere il sindaco rafforzato il quadro politico della coalizione verso il centro-sinistra, stante l’ingresso in maggioranza del movimento politico Articolo 4, che aveva come riferimento l’On. P.R., poi transitato nel PD (interessante, per quello che poi è accaduto, l’audio di quella seduta).
Io non conoscevo C.G., lo conobbi verso la fine del mese di marzo 2012, egli si presentò come persona politicamente vicina all’On.P.R. che mai si sarebbe candidata tra le fila del candidato antagonista con il quale non voleva avere rapporti. Non sapevo di chi fosse parente, ero a conoscenza che egli gestiva un’attività di vendita di polli allo spiedo. Nessuno mi sollevò problemi di sorta per una sua candidatura. Si rammenta che il signor C.G. risultava incensurato, ed oggi è pendente giudizio penale in sede di gravame a seguito della sua assoluzione nel giudizio di primo grado. Con il senno del poi, comunque, lo stesso non andava candidato. Si rappresenta, tuttavia, come la sua candidatura in quel partito politico (FLI da indipendente) o di altri eventuali candidati in altre liste, poi eletti al consiglio, non era una competenza esclusiva del candidato sindaco, bensì congiunta ai singoli segretari di partito dell’epoca o dei responsabili delle liste civiche del tempo.
2) Erronemente la relazione sostiene che Errante sia stato per ben due mandati assessore al Comune di Castelvetrano.
Tale circostanza non è vera. Infatti, Errante è stato assessore solo nel mandato 2007/2012. I primi due mandati ero consigliere comunale, eletto nel 1997 e rieletto nel 2001 nelle fila di A.N.. Dalla lettura della relazione sembrerebbe emergere una qualche negatività nel fatto che i cittadini mi abbiano eletto e poi rieletto nel 1997, 2001 (2007 non eletto ma designato assessore dal partito) e 2012.
3) La giunta era composta da 6 componenti non come erroneamente indicato nella relazione da 5 membri.
Solo dal prossimo mandato elettorale trova efficacia la riforma approvata dall’ARS. Inoltre nella relazione è pure indicato in maniera errata il numero degli assessori nominati da Errante. Infatti, non sono stati nominati 22 assessori, bensì 18, nell’arco dei 5 anni di mandato, e segnatamente: V.F., F.L, M.C., F.C., A.G., P.C., G.R., A.C., M.C., M.M., S.S., G.I., V.C., G.S., G.E., N.C., G.F. e D.N.
Errante non è un massone e pur non conoscendo quel mondo, non facendone parte, non si ritiene di avere mai avuto 4 su 6 assessori iscritti a logge massoniche. Se questo è stato accertato dalle autorità, che hanno certamente più strumenti di un sindaco, qualcuno di loro lo ha taciuto. Denota comunque in maniera chiara l’assoluta ininfluenza nella scelta dei collaboratori e l’assoluta irrilevanza dell’appartenenza degli stessi a logge massoniche. Mai vertici o esponenti di logge massoniche, almeno presentatisi come tali, hanno proceduto alla segnalazione di assessori. La scelta degli assessori, tutti incensurati e privi di procedimenti penali a carico, persone non chiacchierate in città, è stata operata sulla base della iniziale segnalazione del partito politico di appartenenza che sosteneva l’azione amministrativa del sindaco Errante e basata sulle capacità (professionali, umane, politico o amministrative) degli stessi. Gli iscritti alle logge erano trasversali, tanto di maggioranza, quanto di opposizione. La giunta composta da 6 componenti si è completamente rinnovata solo 3 volte nel quinquennio e ciò in linea con quanto accade in altri comuni.
4) Gli ispettori hanno discrezionalmente ritenuto inopportuna e controindicata la nomina di 4 assessori su 18 nel quinquennio, e segnatamente: A.G., M.C., N.L. e D.N. Partitamente spiegherò le ragioni che hanno condotto alla nomina di ciascuno di loro.
A.G.: incensurata, seria e non chiacchierata, brillante giovane imprenditrice, laureata, sposata con un noto e stimato professionista. Il nome di A.G. mi veniva suggerito dall’ex ex sindaco G.P. in occasione di un incontro elettorale a sostegno del candidato al consiglio comunale V.C, poi diventato presidente del consiglio, il cui gruppo politico nel 2012 sostenne il progetto Errante. La proposta venne immediatamente e positivamente accolta dallo scrivente per tutta una serie di ragioni. Era presidente dell’associazione albergatori della città, rappresentava una bella presenza in una giunta composta da altri 4 componenti uomini (per statuto è obbligatorio avere almeno una presenza femminile in giunta). Nuova della politica e per questo ben vista, dai più, in un momento in cui il populismo iniziava a montare. Detta scelta venne apprezzata dall’elettorato. Si è distinta durante la sua permanenza in giunta nel settore del turismo. Nessuna proposta irricevibile ebbe mai a formulare. Non si comprende come si possa apoditticamente sostenere nella relazione che la sua nomina, invero, tendesse a compiacere il di lei padre, che ebbe un problema di natura giudiziaria nei primi anni 90, dal quale venne assolto con formula piena e per effetto del quale lo Stato lo risarcì per l’ingiusto processo. Nelle rare occasioni di incontro con il padre, peraltro sempre avvenute in manifestazioni pubbliche, all’epoca della nomina della figlia, non si è mai parlato con lui di politica o di fatti legati alla gestione dell’Ente.
M.C.: incensurata, seria e non chiacchierata, apprezzata insegnante, laureata, sposata con un noto e stimato professionista. Il nome di M.C. mi veniva suggerito dai responsabili locali del partito politico dell’UDC, S.I., P.B. e G.S., che dal 2012 hanno sostenuto il progetto Errante fino alla fine. La proposta venne immediatamente e positivamente accolta dallo scrivente per tutta una serie di ragioni. Era una stimata insegnante con la quale prima del suo insediamento, durante e dopo si sono avviati, tra le altre iniziative, importanti stage formativi e progetti di alternanza scuola-lavoro. Attiva e spigliata con un eccellente rapporto con i suoi giovani alunni. Rappresentava, in quel momento, l’unica presenza femminile in giunta (obbligatoria per statuto). Nuova della politica e per questo ben vista, dai più, in un momento in cui il populismo iniziava a montare e faceva breccia nel mondo dei giovani. Detta scelta venne apprezzata dall’elettorato. Si è distinta durante la sua permanenza in giunta nel settore della scuola. Nessuna proposta irricevibile ebbe mai a formulare. Non si comprende come si possa apoditticamente sostenere nella relazione che la sua nomina invero tendesse a compiacere il di lei marito che, per quanto letto nella relazione, ha intrattenuto, come tecnico fiduciario, alcuni rapporti con clienti in odor di mafia. Non si è mai parlato di politica con suo marito o di fatti legati alla gestione dell’Ente, ma soprattutto, non gli è mai stato conferito alcun incarico dal sindaco.
N.L.: incensurato, serio e non chiacchierato, apprezzato imprenditore nel mondo della sanità convenzionata (verosimilmente ha i requisiti di onorabilità per contrarre con la P.A.), laureato, sposato con due figli. Il nome di N.L., segretario comunale di Sicilia Futura, veniva suggerito e fortemente voluto dai responsabili provinciali e regionali di quel movimento, dall’allora presidente provinciale V.C. (oggi deceduto), dall’allora e tutt’ora segretario provinciale G.S. e dal leader regionale in persona, già ministro della Repubblica, S.C. Subentrò in giunta ad un altro esponente di quel partito S.S.. Nel maggio del 2012 N.L. non ha sostenuto il progetto Errante, a quel tempo politicamente aveva abbracciato il progetto del candidato sindaco antagonista. Figlio di un ex sindaco e onorevole della città, apprezzato e generoso giovane imprenditore. Durante il mandato Errante e prima che diventasse assessore, nonostante fosse stato sostenitore del progetto alternativo, si è distinto per avere sponsorizzato diverse iniziative di solidarietà e benefiche, ebbe ad acquistare scivoli per disabili donati alla Chiesa di San Domenico, sostenne il progetto Pedibus (bambini a scuola) acquistando tutto il materiale e la cartellonistica necessaria. Come assessore si è distinto per l’impegno, la costante presenza al comando di polizia municipale e per la sua disponibilità. Nuovo della politica e per questo ben visto nel mondo dell’imprenditoria locale. Detta scelta portava all’intesa, concretizzatasi, di portare Sicilia Futura dentro il progetto del candidato sindaco L.P. che si è presentato alla città nel 2017. Nessuna proposta irricevibile ebbe mai a formulare. Non si comprende come si possa apoditticamente sostenere nella relazione che la sua nomina invero tendesse a compiacere ambienti vicini all’anziano mafioso A.M. (oggi deceduto) che, peraltro, non ho mai conosciuto nemmeno di vista, sol perché lo stesso è genero del signor P.M., figlio del fratello del deceduto A.M.. Raramente e solo occasionalmente e in luoghi pubblici ho incontrato il signor P.M. e non ho mai parlato con lui, né di politica, né di fatti legati alla gestione dell’Ente.
D.N.: incensurata, seria e non chiacchierata, brillante avvocatessa, laureata, sposata con un noto e stimato professionista. Si convenne con l’On. G.L., leader provinciale di Alternativa Popolare (allora NCD), partito nel quale lo stesso sindaco milita, di individuare figure che potessero rafforzare e ben rappresentare la compilanda lista di A.P.. Si è parlato di diverse persone. Nella discussione e su suo suggerimento venne fuori il nome di D.N. che fu ritenuto valido dallo scrivente per tutta una serie di ragioni. Nel maggio del 2012 la stessa si candidava in una lista che sosteneva il candidato sindaco antagonista; seppur non eletta raggiunse un ragguardevole risultato (circa 150 preferenze). Manifestò l’idea di avvicinarsi al partito di A.P. e si gettarono le basi per una sua nuova candidatura al consiglio, cosa che poi avvenne nel 2017. Il suo ingresso in giunta rafforzava la presenza femminile (3 su 6), mai avvenuto prima nella storia di questo paese, e rispondeva ad una sollecitazione del commissario per il consiglio comunale, che auspicava una maggiore presenza di donne in giunta. Poco ha potuto fare nel settore assegnatole (cultura) attesa l’esiguità delle risorse disponibili e a ciò destinate. Nessuna proposta irricevibile ebbe mai a formulare. Non si comprende come si possa apoditticamente sostenere nella relazione che la sua nomina invero tendesse a compiacere ambienti vicini a tale F.G. (mafioso arrestato negli anni 80, oggi collaborante per ciò che è dato sapere) che non ho mai conosciuto e che nemmeno lei forse conosce, attesa la sua giovane età; questi sarebbe fratello della madre di A.C., marito dell’assessore. Non ho mai parlato nemmeno con il marito dell’assessore di politica o di fatti legati alla gestione dell’Ente.
5) Gli ispettori hanno ritenuto inopportuna e controindicata la nomina a consulente a titolo gratuito di C.C., G.P. e con precedenti S.M.
Invero, C.C. è un noto avvocato penalista (cassazionista) con studio in Castelvetrano, stimato nel foro, incensurato e non è il difensore di M.M.D. Essendo un penalista non penso che egli abbia tutti clienti stinchi di santo, o accusati ingiustamente, e tuttavia non gli è mai stato chiesto chi fossero i suoi clienti. Peraltro, lo stesso venne nominato dallo scrivente per ottenere dei consigli (1 solo in un anno) in materia di responsabilità professionale. Avrebbe il sindaco dovuto prima di nominarlo chiedere l’elenco completo della sua clientela?
G.P., erroneamente indicato tra i consulenti, invero nominato componente del nucleo di valutazione. Giovane e apprezzato commercialista, incensurato, figlio di G.P. commercialista anch’egli da 40 anni nella professione e collega di studio di C.G., altro noto commercialista, che avrebbe dei clienti controindicati. Avrebbe il sindaco dovuto prima di nominarlo chiedere l’elenco della clientela del suo socio di studio?
S.M. (identificato solo grazie ad un articolo comparso giorni addietro sul web) vicesegretario del Comune di Castellammare, il quale al momento dell’accettazione dell’incarico in data 21.12.2015 dichiarava di non avere procedimenti penali in corso e di non avere riportato mai condanne penali. Venne nominato su indicazione di S.I. (capogruppo dell’UDC in consiglio), l’indicazione venne accolta perché ritenni che potesse, non essendo castelvetranese, essere più obbiettivo quale componente del nucleo di valutazione (doveva insieme agli altri componenti valutare progetti di dipendenti, funzionari e dirigenti di Castelvetrano); inoltre, quale funzionario pubblico la scelta rappresentava un elemento di garanzia anche per la corretta collazione degli atti dell’organo. Infatti, tutti gli altri componenti (3 avvocati ed un commercialista) erano liberi professionisti con poca esperienza nella pubblica amministrazione. Di lui me ne parlò bene anche il Sindaco (o forse un Assessore) di quel comune.
6) Il FOCUS sui consiglieri comunali.
Alcuni consiglieri comunali richiamati nella relazione non sono riuscito ad individuarli tra i tanti OMISSIS. Spero di ritornare sull’argomento una volta acquisita la relazione completa, che spero faccia piena luce sulla loro appartenenza a logge massoniche, parentele e amicizie con soggetti controindicati. Prescindendo dalla opportunità di una loro candidatura nel maggio del 2012, tanto nelle fila della maggioranza quanto della opposizione, non si comprende come i singoli soggetti autonomamente considerati possano avere contribuito allo scioglimento del comune. Non si comprende quale possa essere la responsabilità in capo al sindaco della loro elezione, invero voluta dai cittadini. Si rileva, inoltre, che alla data dell’insediamento della commissione ispettiva (20.3.2017) il consiglio si era autosciolto l’anno prima. Certo è che l’organo nel suo complesso, composto per larga maggioranza da persone per bene, di contro, ha approvato (o bocciato) tutti gli atti ad esso sottoposti per competenza senza mai nessuna pressione diversa da quella esclusivamente politica. Vale la pena ricordare almeno uno per tutti, l’approvazione del regolamento per il riconoscimento delle agevolazioni nel pagamento dei tributi locali, in favore di quelle imprese che hanno sporto denuncia nei confronti di atti estorsivi, compiuti ai loro danni. Si ritengono ingenerose e non condivisibili alcune osservazioni sul conto di qualcuno.
7) Sul caso Cimarosa.
Quando qualche mese fa quando lessi la notizia diramata da un sito di informazione non la compresi immediatamente nella sua gravità, tanto da non sovvenirmi in mente alcun ricordo specifico dell’accaduto, atteso che la stessa fosse stata ritenuta irrilevante e priva di ogni valenza. Per diversi giorni ho tentato di ricostruire quanto avvenuto quel giorno anche per la grave e strumentale accusa che iniziò a diffondersi sul web (Errante chiese i voti a soggetti in odor di mafia). Sono giorni convulsi quelli delle campagne elettorali dove lo scrivente ha incontrato circa 20.000 persone, presentate anche dai diversi candidati al consiglio comunale. Errante, unitamente ad un suo stretto collaboratore A.Q. avrà partecipato in quelle settimane a centinaia di incontri (mangiate in campagna, cene conviviali, manifestazioni pubbliche, riunioni organizzative). Pur in assenza di un ricordo nitido del fatto storico l’unica cosa che non può mai essere successa è quella di avere chiesto il consenso a soggetti malavitosi.
Ricordo la casa in costruzione di EA. (era un cantiere all’epoca senza tompagnatura interna, senza piastrelle, senza bagni, né finestre). E.A. era allora candidato al consiglio e prima collega assessore. Era molto simile per tipologia costruttiva alla casa che lo scrivente realizzò qualche anno prima di essere eletto sindaco. Non ho mai chiesto ad E.A. di incontrare il signor Cimarosa. Lo stesso non disse chi avremmo dovuto incontrare (E.A. stesso confermò tali circostanze in un articolo di stampa), io pensai ai muratori che lavorassero nel cantiere. Errante non conosceva il signor Cimarosa, se non di vista, con il quale se era a quell’incontro sarà stata l’unica volta che ha parlato con lui. A mia memoria nessun’altro incontro successivo è avvenuto con Cimarosa e mai questi ha richiesto ulteriori incontri con lo scrivente, ne mai è accaduto che mi sia in qualche modo occupato dell’impresa edile del Cimarosa.
Tale circostanza venne confermata su un post anche dal figlio G.C., che invece apprezzo come artista negli sport equestri, e soprattutto come uomo, per avere preso formale, chiara e pubblica posizione contro la mafia. Certo è comunque che Errante non ha mai chiesto al Cimarosa dei voti, di non avere stretto con lui mai nessun accordo. Non è dato sapere cosa ha dichiarato Cimarosa, oltre a quanto riportato dai giornali che riproducono in maniera romanzata il contenuto degli atti posti a fondamento del sequestro contro la famiglia A. Solo per completezza si ha, infine il dovere di rappresentare che mai E.A. (incensurato almeno fino al febbraio 2017) ebbe a formulare proposte o richieste irricevibili. Durante l’intero mandato amministrativo E.A. non è mai risultato aggiudicatario di lavori pubblici comunali e la società della quale era legale rappresentante risultava regolarmente iscritta nella white list della Prefettura di Trapani fino a tutto l’anno 2014/2015.
8) Demolizioni case abusive a Triscina; gravissimo disordine urbanistico, con incalcolabile danno all’ambiente, addebitabile all’amministrazione Errante.
Contestare alla sola giunta Errante il grave disordine urbanistico di Triscina appare veramente fuori luogo, una vera forzatura, specie se viene posta a fondamento come concausa per lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose. Non si ha idea se tra le 400 case da abbattere in quella borgata ci siano case di soggetti in odor di mafia abusive, non sanate o sanabili. Tuttavia è verosimile. Alcune domande che sorgono spontanee. Le altre case abusive? L’amministrazione Errante è stata inerte ed invece quelle precedenti e la stragrande maggioranza dei sindaci costieri d’Italia? La competenza alla demolizione dei manufatti abusivi è con certezza attribuita dalla legge in capo ai sindaci? Brevemente prima di entrare nella contestazione sulla inerzia vale la pena rilevare che diversi disegni di legge, cosiddetti “Salvaguardia delle Coste” siano stati ciclicamente presentati da diversi deputati all’ARS. Se ne parla ancora oggi in un disegno di legge in esame al Senato, stante che il problema assume proporzioni nazionali. Comunque durante il mandato Errante, cosa che spero sia stata accertata dagli ispettori (invero non v’è nessuna traccia nella relazione prefettizia), sono stati 15 gli immobili o manufatti che sono stati demoliti e per altri 16 è già stato avviato l’iter che porterà quanto prima alla loro demolizione. Non sarà la soluzione dei mali di una borgata ma è stato sicuramente un concreto inizio. Triscina nacque nel lontano 1968 (non ero nemmeno nato), una ortofoto della SAS di Palermo dell’anno 1978 (non avevo finito le scuole elementari) evidenzia in modo chiaro ed inequivocabile che già in quell’anno l’intera fascia costiera era interessata da una importante attività edificatoria. Da allora sono state emesse n.230 ordinanze di demolizione di immobili ricadenti nella fascia costiera delle quali n.114 hanno costituito titolo per l’effettuazione della trascrizione presso la CC.RR.II. di Trapani,
per l’acquisizione dei relativi immobili ai fini della successiva demolizione.
Le restanti n.116 ordinanze non trasformate in trascrizione sono legate al
fatto che alcuni immobili sono stati sanati e molti procedimenti sono stati
sospesi a seguito della presentazione, presso le sedi giudiziarie, di altrettanti ricorsi. Inoltre, nell’anno 2016 sono stati approntati n.6 progetti per la demolizione di ulteriori n.7 immobili abusivi a Triscina, i cui procedimenti sono già stati completati (alla data del 28 aprile mancava l’impegno di spesa, stante la mancata approvazione del bilancio di previsione 2017), indi l’attivazione delle procedure di gara per l’individuazione degli operatori economici cui affidare i relativi appalti pubblici. In ultimo, a seguito di specifica richiesta della Procura di Palermo, l’Ufficio ha costituito dei gruppi di progettazione per redigere n.5 progetti di altrettanti immobili da demolire. Solo per completezza di informazione il progetto per la realizzazione della rete fognaria a Triscina risale alla prima amministrazione di G.P.. La giunta Errante ha solo approvato il progetto esecutivo di detta idea progettuale, dopo il lunghissimo iter di acquisizione dei pareri di rito.
9) Gli ispettori hanno rilevato alcune criticità nella gestione degli uffici urbanistica e lavori pubblici del comune, con particolare riguardo al numero elevato di affidamenti diretti, il cui numero complessivo tuttavia è errato. Pur non essendo una competenza del sindaco vale la pena fare alcune doverose (perché completamente omesse nella relazione) puntualizzazioni.
Urbanistica – l’asserito: “ E’ stato rilevato come il comune disponga di pianificazioni rese esecutive per decorrenza dei termini, ma non approvate dal competente organo regionale e, comunque, risultate non in linea con previsioni normative vincolanti ” – oltre a risultare eccessivamente generalizzato la relazione ignora che l’approvazione tacita di uno strumento di pianificazione urbanistica è espressamente prevista da legge specifica e precisamente dall’art.19 della L.R. 71/78. Cosa è addebitabile alla giunta Errante? Vale la pena rilevare che la contestazione andava collocata nell’anno 2000 (sindaco G.B.).
Sulla pianificazione in essere vale la pena ricordare che lo schema di massima del nuovo PRG è stato approvato dall’A.R.T.A., quale massimo organo deputato all’approvazione dei piani urbanistici, in conformità alle disposizioni di cui alla L.R. 15/91 e s.m.i., si puntualizza che gli elaborati a supporto del piano sono quelli indicati proprio dalle direttive dell’A.R.T.A. di cui alle circolari n.2 del 25/09/1998, n.1/92 D.R.U. del 03/02/1992 che prevedono espressamente la localizzazione delle zone di espansione, produttive, in sintesi lo zoning così come il dimensionamento del piano e quindi la verifica degli standard il quale “deve essere fondato su elementi concreti e reali e non su ipotesi difficilmente verificabili.”.
Contrariamente a quanto affermato nella relazione prefettizia, uno schema di massima completo ed approvato, e quindi reso pubblico per le valutazioni e osservazioni, blinda il piano stesso da eventuali “manipolazioni”.
Lavori pubblici – il dato degli affidamenti diretti pari a circa 803 (80% sul totale degli affidamenti) in prima analisi può sembrare ridondante, tuttavia, nell’evidenziare che il ricorso agli affidamenti diretti per importi inferiori a €40.000,00 è espressamente previsto dal codice dei contratti (D.lgs 163/2006 e Dl.gs 50/2016), e andando meglio ad approfondire l’entità degli affidamenti nel quinquennio 2012/2016, dei circa 803 affidamenti diretti (il dato è errato sono in realtà 794), di cui sono escluse le proroghe per i servizi (RSU, gestione canile, gestione depuratore, pulizia locali, spazzamento), si ha:
· N. 529 affidamenti inferiori a €3.000,00 di cui il 70% inferiori a €1.000,00;
· N. 213 affidamenti inferiori a €10.000,00;
· N. 37 affidamenti inferiori a € 20.000,00;
· N. 15 affidamenti inferiori a €40.000,00.
La portata degli affidamenti è del tutto variegata e attengono a interventi urgenti di manutenzione ordinaria e straordinaria, servizi essenziali di sanificazione e similari, forniture di materiale e provviste di vario genere per garantire la gestione del patrimonio comunale dai servizi, alle infrastrutture a rete, agli immobili ed ai beni mobili. Detti atti non vengono posti in essere dal sindaco, bensì dal dirigente e dai funzionari.
10) Approvazione piano commerciale anno 2011 (Errante non era sindaco) in assenza della autorizzazione VAS. Licenze commerciali o concessioni edilizie rilasciate dal 2000 in poi a soggetti in odor di mafia.
E’ certamente singolare l’addebito al solo assessore proponente la delibera e non al sindaco ed alla giunta dell’epoca. Si deve ammettere che la normativa sul punto è assai complessa. Certamente però la competenza non appartiene agli organi politici. Infatti, la regolarità amministrativa di un procedimento viene certificata dal parere del dirigente e dell’istruttore tecnico di competenza. Su richiesta del sindaco dell’epoca G.P., Errante seguì l’iter del piano commerciale fino alla sua approvazione, che tendeva a pianificare, mettendo ordine, la possibilità di insediamento delle attività commerciali nell’ambito del territorio cittadino (si ritiene una buona iniziativa con dispendio di energie e tempo). Quali licenze, a quali soggetti da quel momento in poi vennero rilasciate non si è in grado di poter dire nulla. Infatti, non è competenza, né dell’assessore Errante, né del sindaco Errante, bensì unicamente degli uffici di procedere al rilascio delle autorizzazioni in conformità alle leggi vigenti.
Inoltre, quale responsabilità può essere attribuita ad Errante per delle concessioni edilizie rilasciate ed asseritamente illegittime, dagli uffici sin dall’anno 2000. La competenza al rilascio di dette concessioni non appartiene alla politica. Sul punto si rimane basiti.
11) Il sindaco avrebbe posto in essere atti gestione non consentiti dalla legge.
Non so se ci si riferisca a delle ordinanze a firma anche del sindaco per far fronte a urgenti necessità dell’ente o a problematiche di tipo igienico sanitario. Atti comunque complessi e tutti sempre controfirmati dal dirigente degli uffici tecnici (individuazione impresa e valutazione del costo dell’intervento) e dal dirigente di ragioneria (apposizione dell’impegno di spesa). Come già detto comprenderete come risulti assai difficile individuare tra le 2.600 delibere di giunta, tra circa 1.000 tra ordinanze e provvedimenti sindacali, compiuti nel quinquennio, quelli oggetto di contestazione. Si è certi comunque che nessuno di questi atti ha, almeno intenzionalmente e con scienza, potuto agevolare o favorire la locale consorteria mafiosa, e che gli stessi non sono mai stati collazionati ed emanati in dipendenza di condizionamenti criminali.
Sulle commissioni di GARA appare opportuno, sin da subito, precisare che non ci si riferisce a gare per lavori o appalti pubblici, come sembrerebbe da una lettura malevola della relazione, bensì a provvedimenti sindacali di nomina di componenti, quasi sempre interni tra cui il segretario, organo apicale dell’Ente, nominato in forza dell’art.97, comma 4, lett. d, del TUEL, In ogni caso trattasi di commissioni interne per l’attribuzione delle borse di studio (premio M.Vignola), per l’assegnazione di spazi commerciali, per la costituzione di gruppi di lavoro quale presidente del comitato dei sindaci del distretto socio-sanitario D54, incarichi a personale interno per progettazioni, per l’affidamento dei beni comunali da affidare a terzi in concessione. Le commissioni per l’affidamento di appalti pubblici venivano fatte dai dirigenti, poi sostituiti dalla legge dalla centrale unica di committenza. Per importi sopra soglia la competenza appartiene all’UREGA che ha sede a Trapani.
Sulle ordinanze sindacali contingibili ed urgenti occorre precisare che le disposizioni normative in tema di separazione dell’attività di governo dall’attività di gestione sono molteplici, e ricche di mutui rimandi al punto che esse danno corpo ad un complesso ordinamentale non pienamente lineare, non contribuendo certamente a far chiarezza sulla reale portata del principio, soprattutto nelle materie in cui il sindaco agisce in qualità di ufficiale del governo, ambito nel quale sono posti in essere provvedimenti ed attività imputate in via immediata non all’ente locale e conseguentemente non ai suoi apparati gestionali.
Ciò può essere mostrato osservando che l’art. 107, comma 5 del D.Lgs. 18/8/2000 n. 267 prevede che a partire dall’entrata in vigore del testo in esame tutte le disposizioni che attribuivano la competenza all’adozione di atti di gestione ad organi di governo devono intendersi nel senso che “la relativa competenza spetta ai dirigenti, salvo quanto previsto dall’art. 50, comma 3 e dall’art. 54”. Ed è proprio guardando alle disposizioni oggetto di rinvio che non possono non essere evidenziati indizi di possibile criticità ordinamentale e quindi anche sul profilo della competenza.
In questa logica si colloca il regolamento per i lavori, forniture e servizi in economia approvato con deliberazione di consiglio comunale n.75 del 30/11/2012, dove all’art.22 prevede che il sindaco, nell’esercizio delle funzioni ascritte dall’art.54 del D.lgs 267/2000 e s.m.i., può operare in deroga alle competenze attribuite dallo stesso regolamento.
In ogni caso, indipendentemente dai profili di competenze in linea generale, le ordinanze contingibili ed urgenti, assunte di concerto con il dirigente dell’UTC vanno considerate atti di natura complessa dove ognuno interviene nelle specifiche competenze attribuite dall’ordinamento, e ciò, è fatto al fine di semplificare l’iter procedurale, chiaramente dettato dall’urgenza di intervenire, ed ovviare ad un appesantimento procedurale e di corrispondenza il cui unico effetto sarebbe quello di differire i termini di intervento. In estrema sintesi il sindaco non ha mai individuato il contraente, che chiaramente viene individuato dell’Ufficio Tecnico secondo la propria organizzazione gestionale (responsabile procedimento e/o responsabile del servizio titolare di P.O.), ma dispone la contingibilità, l’estrema necessità e l’urgenza dell’intervento. A tal proposito si evidenzia che in generale le ordinanze si fondano su report istruttori o relazioni redatte da tecnici dell’UTC, da cui trae origine il procedimento che si conclude con l’ordinanza, che è stata sempre inoltrata alla Prefettura per i controlli del caso. Non mi risultano rilievi esitati dalla Prefettura su ordinanze emesse durante l’ordinario svolgimento delle attività in tutto il quinquennio.
12)Erroneamente nella relazione si attribuisce al sindaco la potestà di erogare contributi a cittadini bisognosi.
I contributi ai cittadini bisognosi non vengono erogati dal sindaco, bensì dagli uffici di solidarietà sociale. Questo non significa che il sindaco, o l’assessore al ramo, non possa segnalare situazioni di disagio presenti in città. Parliamo di contributi di 80, 100, 150 per l’acquisto di beni di prima necessità o per il pagamento di una bolletta. Altri contributi erogati dagli uffici per contribuire al pagamento di canoni locativi a quei soggetti ai quali non è stato mai assegnato un alloggio di edilizia residenziale pubblica, altra tipologia di contributi quale quella del post penitenziario, quindi a soggetti con precedenti penali, è disciplinata e voluta dalla legge regionale 1/79. A tutte le pratiche di contributo gli uffici pretendevano a corredo una serie di documenti, quali dichiarazione ISEE, copia documenti identità e diverse dichiarazioni sostitutive. A tutti i beneficiari di contributo il sindaco Errante non ha mai chiesto né voti, nè nulla in cambio. Un passaggio della relazione gratuito e quasi offensivo (voto di scambio), stante la delicatezza della questione. Tante volte con risorse personali e a volte con raccolte di denaro tra gli assessori si sono aiutate famiglie in difficoltà.
13) Osservazioni della Corte dei Conti; scarsa capacità nella riscossione dei tributi e crisi di liquidità dell’Ente; spesa del personale; impiegati candidati al consiglio comunale; debiti di consiglieri e impiegati comunali con il comune.
Erroneamente la relazione riporta le osservazioni fatte dalla Corte dei Conti. Sul punto va precisato che dopo i chiarimenti e le controdeduzioni rese dalla amministrazione (nessun cenno nella relazione). Infatti, la Corte annualmente chiede chiarimenti e formula delle osservazioni. Le procedure di verifica dei rendiconti degli anni 2012, 2013 e 2014 sono state ritenute esaurienti e le contestazioni archiviate senza necessità di ulteriore istruttoria. Il rendiconto dell’anno 2015, approvato dal commissario straordinario per il consiglio comunale, alla data delle dimissioni del sindaco era ancora in istruttoria. Alla data del 28.4.2017 nessuna osservazione è pervenuta dalla Corte dei Conti sul rendiconto dell’anno 2016.
Strano come non sia stato dato atto nella relazione che durante il mandato Errante è sempre stato rispettato il patto di stabilità interno ed il pareggio di bilancio dopo l’entrata in vigore della legge di riforma sul bilancio armonizzato. Ad oggi il Comune di Castelvetrano non versa in stato né di pre-dissesto, né di dissesto finanziario, in quanto rispetta i parametri voluti dalla legge (6 indicatori su 10), come da certificazioni del dirigente dell’ufficio di ragioneria, dalla relazione del collegio dei revisori dei conti e, in ultimo, come da delibera di approvazione del rendiconto anno 2016 del commissario straordinario per il consiglio comunale. Fino al 28.4.2017 il comune ha proceduto al pagamento integrale degli stipendi e, anche con ritardo, ha onorato i propri impegni finanziari, tanto quelli correnti, quanto quelli derivanti da precedenti amministrazioni per importanti debiti pregressi.
In ordine all’evasione dei tributi locali la stessa è generata per lo più dalla grave situazione di crisi economica in cui versa la nostra città e l’intero meridione d’Italia. Il dato comunque è in linea con quello degli altri comuni siciliani. Infatti, da percentuali di evasione di circa il 20% del 2009 si passa a percentuali che raggiungono, a seconda della tipologia di tributo, al 30/40% di oggi, oltre ad un importante appesantimento della pressione fiscale negli ultimi anni. Le strategie finanziarie dei governi nazionali si sono orientate, almeno in questo ultimo mandato, sulla drastica riduzione dei trasferimenti erariali agli enti locali fornendo agli stessi, come leva finanziaria per recuperare il gap derivante da tali tagli, l’istituzione e l’applicazione di nuove imposte, in particolare IMU e TASI, che hanno generato la crescita della sopra evidenziata pressione fiscale. Non va trascurato, inoltre, il notevole incremento della spesa che gli enti locali devono sostenere per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che, conseguentemente, ha comportato l’incremento della TARI. Altra circostanza che ha creato nell’ultimo triennio gravi crisi di liquidità è riferibile ai ritardi con cui la regione siciliana eroga le risorse, in particolare quelle destinate al finanziamento della spesa del personale dipendente a tempo determinato (contrattisti). L’elevato numero di tale personale utilizzato nel comune comporta l’anticipazione di rilevanti risorse liquide con notevole aggravio dei saldi di cassa. La maggior parte dei comuni italiani è in anticipazione di tesoreria, tant’è che da qualche anno a questa parte la CDP è autorizzata, in deroga alle vigenti norme ordinarie, ad attivare anticipazioni di tesoreria per garantire liquidità ai comuni. A comprova di tutto ciò si evidenzia che l’ultimo plafond assegnato a livello nazionale per tali erogazioni non è stato sufficiente a garantire le richieste pervenute dagli enti locali di tutta Italia.
Non è vero che si è rimasti inerti come erroneamente riporta la relazione sul fonte della riscossione dei tributi. Con delibera di giunta 480 del 2.12.2014 è stato dato mandato al dirigente di ragioneria di attivare le procedure per l’espletamento degli atti e l’indizione di una gara a livello europeo per l’affidamento a società esterna del servizio del recupero coattivo dei tributi (già da qualche mese la società opera regolarmente); è stata trasferita la competenza nella riscossione dei canoni idrici, dal settore tecnico al settore tributi, con potenziamento del personale e con la nomina di un funzionario a ciò deputato. Oggi si spediscono regolarmente gli avvisi di pagamento con cadenza annuale, e regolarmente vengono inviati gli avvisi per il recupero del coattivo degli anni pregressi.
Sui debiti con il comune di dipendenti, consiglieri e assessori. Si rileva che con delibera di giunta n°501 del 12.12.2014 veniva formalmente istituito il servizio riscossioni e compensazioni crediti e con successivo provvedimento sindacale (20 del 20.1.2016) veniva nominato il dott. M.D. quale funzionario supervisore per verificarne la funzionalità e i risultati prodotti (nessuna traccia nella relazione); inoltre nel mese di settembre 2016, su mia precisa indicazione e sollecitazione, il segretario generale ha predisposto l’elenco completo, tempestivamente inviato alla ragioneria per il concreto recupero.
Non è vero che la spesa del personale è aumentata durante il mandato Errante, anzi così come è facilmente verificabile dalla relazione di fine mandato, la stessa si è ridotta di circa 1 milione di euro. Difatti, nonostante i pensionamenti e qualche tragica/prematura scomparsa non è stata fatta alcuna mobilità di personale. Si è proceduto ad un licenziamento e ad una sola assunzione di personale precario (LSU-ASU) tra le categorie protette. Procedere a detta assunzione derivava da un obbligo di legge, in precedenza disatteso. Per il resto non si comprende dalla relazione cosa si sarebbe potuto fare per abbattere i costi mensili per il personale, pari a circa €700.000,00 tra impiegati di ruolo e precari.
Non corrisponde al vero la circostanza che alcuni impiegati comunali sarebbero stati candidati al consiglio comunale. Tale circostanza non poteva verificarsi in quanto in palese violazione di legge, salvo che il dipendente non formalizzi prima espressa richiesta di aspettativa. Cosa che non è avvenuta.
Non corrisponde al vero nemmeno la circostanza che nella tornata elettorale 2017 precedenti amministratori (sindaco e assessori della giunta Errante) si candidavano ad amministrare la città (nessuno di questi veniva designato assessore e nessuno correva per la carica di sindaco). Alcuni di loro, invero, si candidavano per concorrere alla carica di consigliere comunale (e segnatamente 8 su 18 nei diversi schieramenti contrapposti).
14) Sulla gestione dei beni confiscati e sequestrati alla mafia.
Viene contestata al sindaco che avrebbe omesso di vigilare sulla corretta gestione e manutenzione di numero 2 beni confiscati alla mafia. Sul punto vale la pena rilevare che gli stessi per cui è contestazione vennero affidati dalla precedente amministrazione parecchi anni addietro, allora su indicazione della Prefettura di Trapani. Non si ritiene che il controllo sulla gestione dei beni affidati a terzi, rientri tra i compiti di istituto di un sindaco. A dir poco ingenerosa, carente e non obiettiva si appalesa la relazione che non dà atto formalmente a questa amministrazione dello sforzo profuso per il reinserimento in un circuito legale dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Un numero elevatissimo di immobili che sfiora le 100 unità. Le tante assegnazioni, le diverse ristrutturazioni finanziate con finanziamenti extracomunali, i tanti lavori manutentivi a fondi agricoli anche a volte in sostituzione degli affidatari. Gli apprezzamenti pubblici e privati da parte del direttore nazionale dell’ANBCSM e dei suoi collaboratori che negli anni hanno operato a Palermo. I rapporti di buona collaborazione istituzionale con il Tribunale i Trapani-Misure di prevenzione e con associazioni antiracket e sul consumo critico del territorio. Gli innumerevoli incontri presso il Ministero dell’Interno in Roma con ministro, viceministro, dirigenti, forze sindacali per dare dignità ai lavoratori che operavano in aziende confiscate alla mafia. Copiosa documentazione può essere esibita a supporto di quanto detto.
15) Inserimento tra le ditte fiduciarie dell’ente di alcune colpite da interdittiva antimafia.
Pur non essendo un compito istituzionale del sindaco essendo un atto di gestione e pur evidenziando la loro, anche tardiva, cancellazione, si rileva che nessuna di esse è risultata mai essere aggiudicataria di lavori pubblici, almeno durante tutto il mandato amministrativo del sindaco Errante. Vale comunque la pena precisare che l’inserimento in detta lista avveniva in via automatica e sulla base di tutta una serie di autocertificazioni che allegavano le istanti con domanda diretta agli uffici, conformemente al modello di domanda pubblicato sul sito istituzionale. Comunque dell’anomalia, evidenziata da un articolo comparso sul web tempo addietro, ne parlai immediatamente con il dirigente dell’epoca, Ing. G.T., il quale fece una riunione con tutti i funzionari tecnici dell’Ente, e non è dato sapere perché non procedette alla cancellazione. Si precisa che sono diverse centinaia per ogni settore di influenza e con sede in tutte le parti d’Italia le ditte inserite in detto elenco. Il loro inserimento, le condizioni di onorabilità o di impossibilità ad effettuare lavori per la pubblica amministrazione venivano comunque verificate, per quanto mi è dato sapere, ogni volta che risultavano aggiudicatarie di lavori pubblici. Si ribadisce che per quanto è a mia conoscenza, e salvo stringente prova contraria, nessuna impresa destinataria di misure interdittive ha effettuati lavori per conto del comune.
16) Così come erroneamente indicato dagli ispettori la gestione del personale non è una competenza di istituto del sindaco; su direttiva del sindaco sono state effettuate due rotazioni di tutti i funzionari comunali e sempre secondo espressa richiesta del sindaco l’attribuzione della posizione organizzativa, di competenza dei dirigenti, è avvenuta per selezione pubblica interna.
Nonostante la rotazione del personale, di più per quello posto in posizione apicale, crea inevitabilmente dei problemi di natura organizzativa con inevitabile refluenza sui servizi da rendere alla cittadinanza, durante l’amministrazione Errante sono state compiute 2 rotazioni che hanno coinvolto tutto il personale e in tutti i settori. Risultava assorbente e certamente più importante evitare che per troppo tempo gli stessi funzionari si trovassero chiamati alla gestione dello stesso servizio. Si rammenta comunque lo scarso numero, stante il blocco del turn over, del personale che era possibile far roteare. Quanto appena rappresentato emerge oltre che dagli atti amministrativi che hanno dato luogo alla rotazione (non vi è traccia nella relazione), anche incidentalmente da una conferenza stampa resa dalla Procura della Repubblica di Palermo in occasione dell’invio delle informazioni di garanzia a due dipendenti comunali (A.A. e S.F.). Per inciso, erroneamente da quanto riportato nella relazione ispettiva, si rileva che gli stessi ancora oggi sono solo indagati per il reato di abuso d’ufficio e non risultano rinviati a giudizio. Non corrisponde al vero che il funzionario V.B. del SUAP abbia sempre mantenuto lo stesso incarico. Lo stesso è incensurato ed ha roteato come tutti gli altri e durante il mandato Errante si è occupato, dapprima dei servizi tecnici, poi della manutenzione degli immobili comunali e solo dal 2015 è al SUAP. Tanto A.A., quanto S.F., indagati dal dicembre 2016, fino a quella data risultavano incensurati.
17) Secondo gli ispettori il dirigente G.I. avrebbe dovuto informare il sindaco su una segnalazione che lo stesso avrebbe ricevuto dalla GDF di Alcamo in data 17.7.2015, per il reato di abuso d’ufficio (328 c.p.).
Era doveroso che lo stesso rappresentasse al sindaco quanto indicato in oggetto. Solo che lo stesso non ebbe mai a ricevere nessuna comunicazione, della quale ha avuto notizia solo dalla lettura della relazione. Inoltre, riferisce che a distanza di quasi due anni da detta segnalazione nessun atto gli è mai stato, almeno fino ad oggi, notificato.
18) Secondo gli ispettori in maniera anomala G.B. ha mantenuto il ruolo di dirigente.
Non è vero quanto riportato dagli ispettori nella relazione. E’ vero semmai che il segretario generale, su espressa disposizione del sindaco venne nominato dirigente ad interim del servizio di solidarietà sociale, atteso l’allontanamento spontaneo del signor G.B. (comunicò di voler godere dell’aspettativa prevista dalla legge fino al suo pensionamento). Il rapporto tra il sindaco e G.B. è stato burrascoso e spesso accompagnato da forti momenti di tensione. Al nuovo dirigente ad interim venne chiesta una relazione dettagliata che evidenziasse tutte le criticità, se esistenti, di quell’ufficio, competente, altresì, alla delicata gestione dei progetti SPRARR, cosa che egli puntualmente fece. La relazione del segretario generale, consegnata dallo stesso ed insieme letta e commentata, evidenziava alcune criticità e si conveniva l’inopportunità di far tornare il predetto dirigente a ricoprire la dirigenza del settore di solidarietà sociale, stante che lo stesso, nelle more, comunicò l’intendimento di voler rientrare in servizio. E’ doveroso segnalare, circostanza totalmente omessa nella relazione, che il signor G.B. è rimasto l’unico dirigente di ruolo al comune di Castelvetrano. Si concordò con il segretario che lo stesso potesse occuparsi di polizia municipale, senza incarichi di polizia giudiziaria. Quanto rappresentato è stato all’epoca del reintegro più volte discusso in Prefettura, tanto con il Signor Prefetto, quanto con il suo Vicario. Pur richiesto più volte dal G.B. il sindaco non ha mai avanzato, in suo nome e conto, richiesta per il rilascio del permesso d’arma da fuoco. I fatti come dianzi narrati sono noti alla Prefettura perché costantemente informata con apposite note (anche di questi fatti non vi è traccia nella relazione).
19)Il riferimento al signor P.C. in un intervento di Errante reso in un momento di campagna elettorale ritenuto malevolo e grave non intendeva perseguire altri fini se non quelli esclusivamente politici. Commento sulle dichiarazioni rese dall’On.R.B.
Viene difficile comprendere la rilevanza ai fini dello scioglimento delle dichiarazioni rese in un momento di campagna elettorale. Appare una forzatura. Tuttavia, non si ha nulla da eccepire sulla onorabilità e concreta lotta alla mafia che il signor P.C. ha sempre portato avanti. Non ero a conoscenza che P.C. fosse oggetto di misure di vigilanza. Lo stesso Errante nel 2001, quando P.C. auspicò l’arresto di M.M.D., pur trovandosi dalla parte politica opposta, lui PDS Errante A.N., lo sostenne e condivise pubblicamente il suo intervento. Successivamente Errante, quale sindaco della città, si congratulò pubblicamente con lui per il prestigioso premio che ebbe a ricevere qualche tempo addietro. Tuttavia si ritiene di potere essere liberi di affermare che lo stesso fu l’unico attore politico cittadino sentito in audizione in commissione parlamentare antimafia nel luglio 2016, oltre che si è ritenuto singolare il fatto indicato nella relazione. Sul punto si intende precisare che da almeno 2 e mezzo a questa parte P.C. è stato uno dei più acerrimi oppositori di Errante e in diverse occasioni e con più persone ha espresso valutazioni, non solo politiche, sul mio conto non certo lusinghiere. Durante lo stesso incontro ho pubblicamente ammesso di avere, unitamente ad altri, commesso l’errore di candidare il signor C.G. nel 2012. Ho, infine, stigmatizzato con un post la inopportunità delle dichiarazioni rese dell’On. R.B., senza filtri e sui media nazionali, circa le ragioni che hanno verosimilmente condotto il governo ad imprimere un’accelerazione alle procedure di scioglimento del comune a pochi giorni (4) dal voto. Altri commenti non ho fatto e non ho mai contestato l’operato di soggetti che non fossero politici.
La veridicità dei fatti come dianzi narrati è riscontrabile da chicchessia e in qualunque momento, comunque lo scrivente è in condizione, con prove documentali e testimonianze orali, di provare ciascuno dei passaggi appena narrati.
Avv. Felice Jr. Errante