Scrivi amministrative e pensi subito alle regionali. Il quadro che si sta determinando in queste ore in provincia di Trapani lascia infatti pensare a un’estate molto “calda”, che potrebbe rideterminare la geografia politica e i rapporti di potere sul territorio. Immaginiamo riunioni affollate in cui si definiscono nuove strategie per l’occupazione degli spazi vuoti, alla luce delle sconfitte subìte da alcuni dei principali protagonisti della scena politica locale. Detto di D’Alì, che esce pesantemente ridimensionato da questa kermesse elettorale, un altro sconfitto eccellente di queste ore è il leader socialista Nino Oddo.
Il deputato regionale, eletto nel listino del presidente Rosario Crocetta, non ne ha azzeccata una. Sconfitto a Petrosino, in una coalizione di centrosinistra con il Pd che sosteneva Vincenzo D’Alberti. Sconfitto a Trapani ed Erice, in una coalizione molto eterogenea, in cui c’era tutto e il suo contrario: da Forza Italia al movimento di Livio Marrocco, fino ai referenti locali di Matteo Salvini. Se l’obiettivo era quello di piazzare due consiglieri comunale nel capoluogo, probabilmente non valeva la pena tutto il dispendio di energie a cui abbiamo assistito in questi mesi, laddove certe scelte sono apparse dettate da questioni strettamente personali. Di fatto, l’unica vera ragione che ha portato Nino Oddo a non sostenere Piero Savona e Daniela Toscano a Trapani ed Erice sta nelle ruggini accumulate con l’ex sindaco Giacomo Tranchida su quel territorio. E questo lo sanno anche le pietre.
Così come è evidente che anche a Marsala il Psi ha sbagliato tutto: due anni fa di questi tempi i socialisti erano appena usciti vincitori alle amministrative assieme al sindaco Alberto Di Girolamo, avevano eletto tre propri candidati in Consiglio (Michele Gandolfo, Letizia Arcara e Oreste Alagna) ed erano rappresentati in giunta dalla segretaria comunale Lucia Cerniglia. Oggi il Psi non ha più rappresentanza assessoriale, viene considerato forza d’opposizione dal sindaco Alberto Di Girolamo, ha perso due tra i tre consiglieri comunali eletti, con il superstite Gandolfo che è stato affiancato da Vito Cimiotta, Arturo Galfano e Ignazio Chianetta, eletti con altre liste. Senza contare una serie di sconfitte accumulate su varie questioni, dalla vicenda della nave di Marausa (che Oddo avrebbe voluto dirottare a Trapani) a quella del cambiamento di denominazione dell’aeroporto “Vincenzo Florio”, rimasto tuttora inattuato nonostante gli impegni presi dal sottosegretario Nencini di fronte all’ex senatore Pietro Pizzo, che si era fatto portatore di una raccolta di firme inserire anche il nome di Marsala a fianco a quello di Trapani.
Da quel che abbiamo visto finora, Oddo continua comunque a godere della fiducia dei vertici nazionali del partito, a cui, evidentemente, va bene così. Agli elettori, però, questo modo di fare politica pare non piacere. E alle urne lo hanno appena dimostrato. Servirebbe un cambio di rotta per riconquistare tanti cittadini che comunque sono affezionati alla bandiera e alla storia socialista, che in passato è stata capace di esprimere rappresentanti delle istituzioni di indiscutibile caratura, da Pietro Nenni a Sandro Pertini. Ma è più probabile che gli sforzi di Nino Oddo per le prossime settimane si concentrino su un obiettivo decisamente più pratico: cercare di salvare la rappresentanza all’Ars costruendo un tandem elettorale con Sicilia Futura e qualche altro soggetto nel disperato tentativo di superare la soglia del 5%. Dovesse riuscirci, somiglierebbe a un miracolo.