Dopo 17 anni il Comune di Alcamo si è adeguato alla normativa nazionale che prevede la previsione e regolamentazione della cosiddetta “Monetizzazione” delle aree destinate a parcheggio pertinenziale delle strutture medie di vendita e degli esercizi di vicinato. In particolare, si tratta di quegli immobili la cui ubicazione ricade unicamente nelle z.t.o. “A” e “B”. L’Aula Consiliare ha anche approvato il documento conclusivo dello studio effettuato dalla III commissione consiliare riguardante le prescrizioni esecutive delle aree a sud della città
Dopo cinque ore di seduta consiliare si è giunti, nella serata di ieri, alla deliberazione di due importanti provvedimenti che interessano importanti aree della città: il centro storico e la cosiddetta Pedemontana. Protagonisti del Consiglio Comunale sono stati i componenti della commissione competente in materia di Urbanistica, composta dal presidente Vittorio Ferro e dai consiglieri Nino Asta, Laura Barone e Filippo Salato del Movimento 5 Stelle, da Gino Pitò, esponente di ABC-Alcamo Cambierà, e da Francesco Dara, rappresentante di Noi per Alcamo.
La prima questione affrontata in Aula Consiglio ha riguardato la “Monetizzazione” delle aree a parcheggio da realizzarsi nelle zone territoriali omogenee “A” e “B” del Comune di Alcamo. Un provvedimento che mancava in città dall’entrata in vigore del decreto presidenziale del 2000. Nello specifico, all’articolo 16, il D.P.R.S. 11/7/2000 si stabilisce che “Il comune, nei propri strumenti urbanistici generali o particolareggiati, deve prevedere apposita normativa per la monetizzazione, in modo da contribuire alla costituzione di un fondo destinato al finanziamento della realizzazione di parcheggi di iniziativa pubblica dedicati alle zone di prevalente insediamento commerciale”. Dunque, con la delibera adottata ieri sera dal Consiglio Comunale, nelle more dell’approvazione del Piano Urbanistico Commerciale, si è previsto che in sede di rilascio del provvedimento abilitativo, per qualsiasi intervento di demolizione e ricostruzione, modifica e/o ristrutturazione, cambio di destinazione d’uso a tipo commerciale, deve essere assicurato il rispetto delle dotazioni di parcheggio pertinenziale, anche attraverso la monetizzazione delle stesse. La monetizzazione delle aree a parcheggio consisterà nella corresponsione all’Amministrazione dell’importo di 1.400 euro per posto auto e dovrà essere effettuato in un’unica soluzione o in forma rateale prima del rilascio del permesso di costruire. Inoltre, i corrispettivi della monetizzazione saranno aggiornati a cadenza annuale mediante apposita deliberazione della giunta, tenendo conto delle variazioni degli indici dei prezzi al consumo accertate dall’ISTAT. I proventi derivanti dalla monetizzazione serviranno alla costituzione di un fondo, destinato al finanziamento per la realizzazione di parcheggi di iniziativa pubblica anche con la compartecipazione dei privati, ricadenti nelle zone territoriali omogenee “A” e “B”, ossia nel centro storico e aree contigue.
Queste le parole dell’assessore al ramo Fabio Butera sulla delibera discussa in Aula Falcone-Borsellino “La delibera in oggetto consiste in una variazione del Piano edilizio comunale che consentirà alle aziende che vogliono aprire un nuovo esercizio commerciale, sia di vicinato che di media struttura, quindi da 0 a 150 mq o da 150 a 1000 mq, di poter usare lo strumento della monetizzazione attualmente non prevista dal nostro regolamento per potere sopperire a quella difficoltà che a volte si crea nelle ricerca delle zone da vincolare a parcheggio e che, magari, più delle volte, sono delle zone che vengono vincolate ma che non vengono fruite all’interno degli utenti che in quegli esercizi commerciali devono andare”.
Sul Regolamento Edilizio è intervenuto anche il consigliere Gino Pitò affermando “Nel ’97 è stato toccato dalla Regione che ha messo mano perché ha approvato il Piano. Quindi, dal 2001 è stato toccato due volte con due delibere, una più corposa e una meno corposa (sottotetti ed altre fesserie), e poi viene toccata adesso. Questa qua, in pratica, è la terza volta che si modifica il Regolamento Edilizio dal ’97 ad ora, e si modifica non per una cosa di scelta, perché non è neanche il caso visto che dobbiamo fare il Piano Regolatore, ma per un obbligo di legge”.
L’esponente dell’UDC, Saverio Messana, ha invitato i colleghi, durante la discussione in Aula della delibera, a riflettere “Il centro storico è in ginocchio. Questo lo dico perché lo penso, lo vedo. Ogni giorno che passo dal centro storico mi vengono i brividi. Io parlo anche nelle ore serali. Subito dopo le otto non c’è più nessuno. Anche di giorno poche persone. I commercianti si lamentano. Noi cosa facciamo per incrementare il commercio del centro storico? Prima diamo qualcosa, poi ci atteniamo alla divisione precisa di cosa fa Castellammare e Castelvetrano. Mi pare che le due cose cozzano”. Per tale motivo, il consigliere Messana ha presentato un emendamento per rimodulare la tariffa, da 120 euro a 80 euro, che ha ottenuto parere negativo dall’ufficio e, successivamente, sottoposto alla votazione dell’Aula Falcone- Borsellino, è stato respinto con l’astensione di 17 consiglieri (13 M5S; 2 Abc-Alcamo cambierà; 1 PD; 1 Noi per Alcamo). Favorevolmente si sono espressi gli stessi firmatari: Saverio Messana e Giovanni Calandrino (Sicilia Futura). Ma su tale proposta, avanzata dell’esponente dell’UDC, vi è stato un equivoco di fondo. Ha spiegato, infatti, il consigliere pentastellato Filippo Salato, volendo rassicurare il collega dell’UDC, “Questo non è un incentivo, come altri sono stati previsti, altri si auspica se ne possano prevedere per rilanciare questo centro storico. Si tratta di andare a levare una strozzatura alle attività commerciali del centro storico. Una strozzatura che la stessa legge impone di levare”. Poi, ha specificato “Questa monetizzazione, questo riscatto che il privato fa, il comune è obbligato a metterlo da parte per andare a realizzare che cosa? Parcheggi. Quindi, permette di programmare, di pianificare il territorio in una maniera che non è mai stata fatta”, ed ha aggiunto “Dopo 17 anni che si doveva fare questa cosa, e si doveva fare per legge, la stiamo facendo”, sottolineando dunque l’anomalia della non ricezione per tanto tempo della normativa. La delibera è stata approvata con 17 voti favorevoli. Due invece sono state le astensioni: Messana e Calandrino.
Altra questione sviscerata in Consiglio Comunale, e culminata nella deliberazione all’unanimità dei presenti (13 M5S, 2 ABC-Alcamo Cambierà e 1 Noi per Alcamo), è stata quella relativa al documento sulle prescrizioni esecutive delle aree a sud del centro urbano di Alcamo per insediamenti residenziali: la c.d. Pedemontana. La zona a sud di Alcamo è diventata, in particolare negli ultimi anni, oggetto di discordia in città a causa della sospensione dei titoli abitativi da parte dell’ufficio competente che aveva ritenuto incongruenti le Tavole delle prescrizioni esecutive. A seguito di una sentenza del TAR del 2014 (altri contenziosi sono in appello), il settore ha cambiato orientamento. Il lavoro portato avanti dalla III commissione consiliare (http://www.itacanotizie.it/alcamo-presentato-documento-sulla-pedemontana-della-terza-commissione-consiliare/) ha decretato che le Tavole del P.R.G., da un lato sono sì prescritte, dall’altro non delegittimano il Piano, non essendo stata considerate e, quindi, interpretate nell’insieme della progettazione urbanistica. Infatti, sino ad oggi, si è esclusa dalla lettura delle stesse la Tavola 1 che solo dopo il 15 febbraio del 2017, inspiegabilmente, è stata pubblicata sul sito del Comune. La scoperta è stata fatta proprio dai componenti della III commissione. Oltre 100 sono le pagine prodotte dallo studio dei consiglieri comunali nelle quali finalmente si conferiscono agli uffici le linee guida di una questione politicamente scottante.
Il consigliere comunale di Abc-Alcamo Cambierà, Gino Pitò ha affermato “Questo è il tema più alto che la politica può affrontare: la visione futura” e poi “Nel ’61, se si va al bivio della storia, cosa abbiamo fatto e cosa non abbiamo fatto, lo scempio di Alcamo Marina, qualunque argomento di schifo della qualità di vita alcamese passa da lì. Quindi, se saremo bravi a capire i meccanismi, a rimettere mano, a riprendere l’urbanistica faremo una città del futuro diversa. Soprattutto, mi rivolgo a quelli più giovani”.
Insieme al consigliere Pitò, il presidente Vittorio Ferro ha illustrato dettagliatamente al Consiglio Comunale il risultato del lavoro di ricerca sulla materia, sottolineando che per la commissione il Piano stilato dall’allora professore Giuseppe Cangemi, esaminato per l’appunto dalla stessa, è perfettamente legittimo. Il consigliere del M5S ha dichiarato “L’intervento della variante urbanistica è un intervento intelligente quando un comune è dotato di un ufficio di Piano che ha un occhio sul territorio, che monitorizza, registra le difficoltà”, aggiungendo “La città è organica. Tu scatti un’istantanea dal Monte Bonifato, dopo un secondo la città è cambiata perché la città è il frutto della nostra vita, delle trasformazioni che noi un istante dopo abbiamo fatto. Abbiamo costruito, abbiamo demolito, è caduto un albero. Quindi, la città è organica e, come qualsiasi organismo, se non viene nutrita, muore. E con lei muore l’economia che questa contiene”.
Soddisfatto del lavoro della commissione il primo cittadino, Domenico Surdi, che ha dichiarato “Da domani il nostro ufficio avrà uno strumento potente, ovviamente, non semplice carta. Uno strumento potente con cui potrà affrontare la questione e a cui potrà dare concreta risposta, valutandone la compatibilità con le norme tecniche e in ogni caso con la normativa. Oggi si è fatto un enorme passo avanti nella soluzione dei problemi. Adesso attendiamo il lavoro che farà l’ufficio. Ribadisco la mia soddisfazione e ritengo che un consiglio comunale del genere vada rivisto da cittadini”.
Linda Ferrara