Rinviata a giudizio la preside del Liceo Classico di Marsala

Gaspare De Blasi

Rinviata a giudizio la preside del Liceo Classico di Marsala

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mercoledì 22 Febbraio 2017 - 17:32

Conferenza stampa della preside del Liceo Classico di Marsala. Come si è appreso da alcuni giorni, la dirigente di uno degli istituti di scuola superiore più antico della città, è stata rinviata a giudizio per fatti che attengono alle sue funzioni. “Questo incontro con i giornalisti – ha esordito -, non è certo per difendermi dalle accuse che mi vengono rivolte. Per questo la sede giusta sarà a partire del 26 aprile, quella del Tribunale. Qui tengo a ribadire che il Liceo Classico di Marsala è una a scuola a norma, dotata di tutti i permessi previsti dalla legge e, con il clima generale che riguarda le scuole italiane, posso tranquillamente affermare che la nostra è tra le più efficienti dell’intero Paese”. Antonella Coppola, proveniente da altre esperienze da dirigente, approda per trasferimento volontario al Liceo Classico in data uno settembre 2014. “Ho preso visione subito, in tema di interventi per la sicurezza, di quanto predisposto da chi mi ha preceduto – ha continuato la dirigente – e ho intrapreso una ricognizione, insieme ai miei più stretti collaboratori, su quello che c’era da fare. Teniamo conto che l’interlocutore provincia, da cui gli istituti superiori per alcune incombenze dipendono, era stato soppresso e in questo campo c’era e c’è ancora tanta confusione e soprattutto pochi soldi. Poi, quasi all’improvviso, abbiamo ricevuto un vero e proprio blitz da parte di Guardia di finanza, Vigili del fuoco ed Asp. C’è una strana coincidenza con un esposto anonimo circostanziato prodotto da qualcuno che ha voluto arrecare danni alla scuola, attaccando la mia persona”. Alla conferenza stampa era presente anche il legale della preside, Salvatore Errera, che rispetto alle accuse contenute nel rinvio a giudizio ha ribadito: “… ci difenderemo nella sede opportuna, producendo prove e testimonianze inconfutabili”.

Dopo le relative relazioni fornite da Vigili, Asp e Finanza, alla preside era stata comminata una prima multa di oltre 1460 euro che lei stessa ha riferito di avere pagato di essersi poi accorta dopo tempo che le motivazioni (un allarme sonoro da attivare in caso di evacuazione) erano tecnicamente prive di fondamento. Alla Coppola, come si rileva dalla citazione in giudizio, viene contestata (e per ciò è stata rinviata a giudizio su richiesta del pm, Silvia Facciotti), “…l’omesso adattamento della struttura al progetto approvato nel 2007, che destinava parte del secondo piano a locali segreterie, dove venivano rilevati locali deposito di materiali e archivio”.

Inoltre la dirigente, alla prima udienza davanti a giudice monocratico che si terrà il 26 aprile prossimo, dovrà rispondere di “…mancati interventi necessari per garantire la sicurezza e la salute dei laboratori, in una stanza scaffali non ancorati alla parete, umidità , pareti scostate ecc., omesse pitture di locali esterni atti ad assicurare adeguate condizioni igieniche, rifiuti da smaltire accanto la scala antincendio; ed ancora due scale non conformi alle norme, la designazione di un professionista, l’ingegnere Daniele Tranchida, che – secondo l’accusa – sarebbe privo dei necessari requisiti di legge”. Inoltre nel decreto di citazione si parla della mancata formazione dei lavoratori in tema di salute, sicurezza e primo soccorso e l’aggiornamento del documento di valutazione rischi dei locali di Largo Figlioli.

“Tutto ciò è infondato – ha concluso la preside -. Dietro c’è un esposto anonimo di codardi che invito a venire fuori nella sede giudiziaria a partire dalla prima udienza”. Nel corso della conferenza stampa, a cui era presente la dirigente amministrativa, Antonella Ottoveggio, la vice preside Vita D’Amico e il rappresentante degli studenti Gabriele Di Pietra. “C’era una possibilità di evitare il processo – ha concluso l’avvocato Errera – alla mia cliente era stata elevata una multa di circa 16 mila euro. Pagandoli ci sarebbe stata l’estinzione. Ma la preside non ha voluto pagare perché convinta, come me del resto, che in sede di dibattimento dimostrerà la sua assoluta assenza di responsabilità”.

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