Europeana, Frammenti del XX secolo al Baluardo Velasco. Intervista con Ignazio Licata

redazione

Europeana, Frammenti del XX secolo al Baluardo Velasco. Intervista con Ignazio Licata

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venerdì 03 Febbraio 2017 - 17:12

Si avvicina un appuntamento importante per il Baluardo Velasco, la lettura con le musiche di Alfredo Giammanco di uno dei testi chiave del nostro tempo, “Europeana. Breve Storia del XX Secolo” di Patrik Ourednik , edito da DuePunti , Palermo nel 2011 e ribattezzato per l’occasione “Europeana. Frammenti del XX Secolo”. “Europeana” sarà in scena presso lo spazio teatrale del Baluardo Velasco di via Frisella, 27 a Marsala, domenica 5 febbraio alle ore 18. L’idea è di Ignazio Licata, ne parliamo con lui.

Patrik Ourednik

Patrik Ourednik

 Come nasce l’idea di proporre ad un teatro questo testo?

 Europeana è un flusso ininterrotto di voci che invita naturalmente alla drammatizzazione. Dalla prima lettura ho pensato che la sua destinazione naturale, dopo il teatro mentale del singolo lettore, fosse proprio un palcoscenico reale.Ci sono stati diversi esperimenti in questo senso, anche piuttosto estremi.

In che senso?

Drammatizzare è proporre una chiave, smontare il testo e ricostituirlo. Qui la sfida è tanto naturale quanto pericolosa, perché con “Europeana” questo si può fare in un gioco infinito di combinazioni. Alcuni teatri ne hanno tratto un lavoro tradizionali, con personaggi e tempi “aristotelici”. Nel nostro caso con Claudio Forti abbiamo scelto una via apparentemente più fedele, recitare dei brani avvolti dalle musiche elettroniche di Giammanco.

 Perché apparentemente?

Perché ogni scelta è comunque arbitraria. Non esiste fedeltà nell’arte.

C’è una storia tra te e “Europeana”? Immagino di si se l’hai proposto…

 Più di una. Innanzitutto è stato pubblicato in Italia dai miei editori ed amici dei DuePunti, a Palermo Poi ho avuto modo di conoscere Patrik ed abbiamo parlato e litigato spesso di questa tentazione teatrale.

Europeana

Qual è il tema di “Europeana”?

Ourednik prende il tappeto della storia come la conosciamo, e ne svela l’ordito. A quel punto fatti piccoli e grandi, valori e orrori sono messi tutto sullo stesso piano. L’effetto più essere tragico o comico, ma l’intento potrebbe essere quello di invitare lo spettatore-lettore a ritessere quel tappeto. E’ una cronaca della crisi, ma anche la crisi di ciò che chiamiamo Storia.

Tu sei un fisico, c’è una relazione tra il tuo lavoro ed Europeana?

 Grazie al Cielo no. Nel testo c’è spazio ai mutamenti dell’immaginario, dunque anche quello scientifico, ma direi che un peso maggiore lo ha la tecnologia, materiale e psicologica. Alla fine il mio ruolo è stato soltanto quello di far incontrare Europeana e il Velasco. Spero sia solo la prima tappa di un work in progress che si annuncia, come dicono le persona colte, “gravido di conseguenze”.

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