Celebriamo i 125 anni dei Salesiani a Marsala

redazione

Celebriamo i 125 anni dei Salesiani a Marsala

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giovedì 26 Gennaio 2017 - 10:12

Quest’anno ricorre il 125 ° anniversario della Casa Divina Provvidenza di Marsala, una Casa “storica” nel contesto di tutta l’Opera Salesiana, il suo progetto, infatti, fu inviato ed approvato, sostanzialmente, dallo stesso San Giovanni Bosco.

In questa Casa Salesiana, conosciuta appunto con il nome “ Casa Divina Provvidenza”, sono venuti il “Beato” Don Rua , Don Rinaldi, Don Ziggiotti, e dalla frequentazione di questa casa hanno avuto origini significative “vocazioni” Sacerdotali come quelle di “ Mons. Foderà, dei fratelli Silvestro e Franco Varagona, di Don Mariano Mezzapelle, di Don Giuseppe Ponte, di Don Vincenzo Greco e di Don Mariano Narciso.

Volendo tentare una sintetica ricostruzione storica di questa “Casa Salesiana”, “Casa Divina Provvidenza”, possiamo intanto sottolineare che la sua origine fu di modeste proporzioni.

Sin dal 1877 il Canonico Marsalese Salvatore Piazza, abbonato al “Bollettino Salesiano”, intratteneva rapporti epistolari con “Don Bosco”, che dal 1878 lo ebbe tra i suoi cooperatori; lo stesso Can. Piazza trasmetteva tale Bollettino Salesiano al Canonico Ignazio De Maria, al Can. Sebastiano Alagna e al Barone Antonio Spanò, i quali attratti ed affascinati dalla vita operativa di Don Bosco, decisero di aiutare, concretamente gli orfanelli di Marsala, città in cui allora imperava una povertà diffusa, l’analfabetismo e la massoneria; né lo storico sbarco di Garibaldi e la conseguente realizzata “Unità Nazionale”, avevano inciso, positivamente, nello sviluppo socioeconomico. L’attività economica era prettamente legata alla “realtà agricola” portata avanti in senso feudale e con metodi tradizionali; gli stessi Ordini religiosi subirono la persecuzione e la chiusura. Nessuno si interessava dei bisogni materiali, sociali e spirituali delle persone e, particolarmente dei ragazzi poveri ed orfani, costretti a vivere in situazione di assoluto disagio ed emarginati.

Beato-Michele-Rua

Beato-Michele-Rua

Dopo un primo tentativo – con l’ausilio del Canonico Don Vito Genna – di radunare alcuni giovani orfani e poveri nella Chiesa del Purgatorio (attigua alla Chiesa Madre), per intrattenerli sperimentando il “metodo educativo di Don Bosco” (giochi e preghiere) , tentativo che anticipava, praticamente, il successivo “Oratorio Salesiano di Marsala”, Mons. Sebastiano Alagna, si rivolse al Vescovo locale per ottenere il consenso a dar vita , a Marsala, ad una Opera assistenziale, caratterizzata dalle attività già praticate nelle altre “Case Salesiane”esistenti.

Nel maggio del 1880 i tre Sacerdoti Salesiani e Don Vito Genna realizzarono un primo “ricovero” di n. 5 orfanelli bisognosi, prendendo in affitto una modesta casa, a piano terra, in Via Calogero Isgrò; tale primo ricovero fu denominato “Ospizio dei poveri Orfani ed Abbandonati”.

I primi “benefattori” furono il Barone Antonio Spanò, il Notaio Paolo Pellegrino e, quindi il Cav. Genna e il Comm. Florio

Il prelato di allora Mons. Valenti, plaudendo a tale iniziativa benefica, scrisse:”Benedico l’Opera Vostra, fatevi coraggio anche se subirete delle persecuzioni; se, infatti,una opera è osteggiata e combattuta, significa che è più Divina”.

Dopo circa un anno gli orfanelli ospitati erano già 34 ed altri non poterono essere accolti per ristrettezze economiche ed insufficienza dei locali.

I marsalesi avvertirono, fortemente, quindi, la necessità ed il dovere di tutelare , con ogni sacrificio possibile, l’Opera così sorta, e di procurarvi locali più idonei.

Fu proprio Mons. Sebastiano Alagna, sostenuto dal Barone Antonio Spanò e dal Can. De Maria, che pensò di donare il suo terreno , sito in Marsala, nella zona periferica (l’attuale Via dello Sbarco) con la precisa finalità di realizzarvi “uno stabilimento con scopi educativi”.

Lo stesso Mons. Alagna scrisse, personalmente , a Don Bosco, chiedendogli “ un progetto di massima” per la costruzione della casa; e proprio Don Bosco – che stava seguendo allora quello della Casa Salesiana di Mogliano Veneto –inviò una copia di quella a Marsala, e suggerì che la Casa degli “Amici di Marsala” venisse denominata “CASA DIVINA PROVVIDENZA”.

don rinaldi

don rinaldi

Per quanto risulta nell’Archivio Centrale della Società Salesiana di Roma, ben n. 5 lettere Mons. Alagna , dal 1879 al 1883, rimise a Don Bosco. In tutte queste lettere è sollecitata, costantemente, la venuta ufficiale dei Salesiani a Marsala, evidenziandosi ivi: “il fatale pericolo incombente sulla gioventù per il vagabondaggio e la diffusa pagana educazione”.

Il 29-08-1882 Mons. Alagna si trasferì con i suoi orfanelli nella “Casa Divina Provvidenza”, nei primi giorni del Luglio 1883,passando a Torino, di ritorno da Lourdes, lo stesso Mons. Alagna, rinnovò , personalmente, a Don Bosco , la preghiera di mandare i Salesiani a Marsala, promettendo che, in tal caso, avrebbe donato tutto ai Salesiani.

Di lì a poco Don Bosco mandò a Marsala Don Durando per una visita alla Casa Divina Provvidenza”, e fu lo stesso Vescovo di allora Mons. Saeli che, venendo a Marsala, chiese al suddetto Don Durando, che i “Salesiani” venissero a Marsala; particolarmente toccante per la sua genuinità e spontaneità, fu – in tale circostanza – anche l’appello dell’orfanello Francesco Paolo Terranova, che parlò a nome di tutti gli altri compagni ospitati; tanto fu la calorosa accoglienza della “Comunità Marsalese” e dei promotori della “Casa Divina Provvidenza”, che l’inviato di Don Bosco Don Durando prese “formale impegno” di mandare i Salesiani a Marsala.

Dopo la morte di Don Bosco , il 31-01-1888, il suo primo successore, il Beato Don Rua, venne a Marsala nel febbraio del 1891, insieme a Don Francesia; le accoglienze furono eccezionali.

Don Rua fu ricevuto nel palazzo del Barone Antonio Spanò e, quindi, accolto nella Chiesa della “Casa Divina Provvidenza” dedicata a Maria SS. Ausiliatrice dal 19-04-1888; parlando di Don Bosco e della Congregazione Salesiana, comunicò, solennemente, l’avvenuta deliberazione dell’apertura di un “ convitto per gli orfanelli e giovani studenti soprattutto disagiati”.

I primi Salesiani cominciarono qui ad operare verso il mese di Ottobre del 1892; primo Direttore fu Don Giacomo Ruffino, secondo Don Giovanni Chiesa, nel 1894, questa casa, ebbe la visita del Cardinale Cagliero, salesiano, il primo Direttore dell’Oratorio Festivo fu Don Caracozzo venuto assieme al primo Direttore della Casa.

don ziggiotti

don ziggiotti

Dal 1898 al 1900 (per due anni) la Casa rimase chiusa e Mons. Alagna non intendeva accettare di provvedere alla donazione promessa “ se non a condizione che fosse, sempre, conservata la sezione dell’internato per gli orfanelli”, scopo fondamentale della “Casa Divina Provvidenza”; in seguito, comunque, la convenzione fu stipulata con il Beato Don Rua, ed i Salesiani fecero ritorno a Marsala. Il nuovo Direttore fu Don Barraco, a cui seguirono Don Salini e Don Pastorino, il quale- tra l’altro – istituì una sezione per studenti esterni non convittori e ricostruì la “scuola professionale per gli artigiani” e la “banda musicale”, che ebbe come Maestri anche Don Chiesa, Francesco Parlavecchio e Gianni Galfano.

Dopo il terremoto del 1908 di Messina, la situazione sociopolitica di Marsala presentava due realtà contrapposte: 1) quella dei radicali-massoni con l’On.Pipitone; 2) quella più moderata capeggiata dall’On.Di Pietra; e mentre quest’ultimo – appoggiato dal Cav. Isidoro Spanò – sollecitava a ché gli orfani del terremoto di Messina venissero ospitati in questa Casa Salesiana, l’altro (radical-massone) intendeva usare i locali per fini personali, architettando anche di allontanare i Salesiani da Marsala, ed anzi con particolare animosità e progetto persecutorio finì per incolpare i Salesiani di “immoralità”, ottenendo, purtroppo, e strumentalmente, la chiusura della Casa.

Ma, certamente, con l’aiuto di Dio, perorante Maria SS. Ausiliatrice e Don Bosco, tale inique strumentalizzazione e persecuzione fu scoperta e lo stesso Tribunale ne dispose la ”riapertura”.

Essendo Direttore Don Livatino ( dal 1916 al 1919), questa Casa fu, nuovamente, chiusa per mancanza di mezzi e ceduta al Governo per il ricovero dei profughi della I guerra mondiale , finita la quale- per costante sollecitazione del Cav. Isidoro Spanò e dello stesso Arciprete Don Francesco Chiaramonte – nel Dicembre del 1919, i Sacerdoti Salesiani fecero ritorno a Marsala.

Il nuovo Direttore Don Corrado Pepe, si trovò ad affrontare una situazione veramente disastrosa, peraltro costretto ad operare osteggiato sistematicamente , dalla consistente e diffusa “realtà massone”.

Figura operosa e carismatica, salesianamente parlando, Don Pepe superò al meglio i diversi ostacoli e diede notevole impulso alla ripresa attività. Nel 1923 venne a Marsala il “Beato Don Filippo Rinaldi”, 3° successore di Don Bosco; nel 1925 Direttore Don Di Francesco, gli orfanelli assistiti erano ben 106. Il successivo Direttore , nel 1928, istituì il laboratorio artigianale di “sartoria” e, con l’aiuto dell’Arciprete Chiaramonte, organizzò i festeggiamenti per la “beatificazione” di Don Bosco; fu in tale occasione (Marzo del 1930) che al canonico Mons. Alagna (morto nel 1932) fu consegnata la nomina a “Cameriere segreto di Sua Santità” e l’Amministrazione Comunale del tempo dedicò a Don Bosco una Via.

Dal 1931 al 1945 furono Direttori di questa Casa Don Scravaglieri, Don Scelsi, Don Giacomarra e di nuovo Don Pepe. Questa Casa subì il bombardamento degli americani in occasione dell’ultima guerra; qui morirono, purtroppo , tre salesiani e due orfanelli. Finita la guerra fu direttore Don Francesco Papa, che diede inizio alla ricostruzione richiamando gli orfanelli.

Dal 1948 al 1953, sotto la Direzione di Don Paolo Puglisi, l’iniziata ricostruzione ebbe notevole impulso e fiorirono sempre più : l’internato, l’Oratorio, l’Unione degli Exallievi e dei Cooperatori.

Dal 1953 al 1959 Direttore fu il compianto Don Antonino Fallica e si ebbe, allora, la istituzione della ”Parrocchia Maria Ausiliatrice”, primo Parroco Don Giorgio Spitaleri.

Dal 1959 al 1965 è stato Direttore Don Domenico La Porta, durante questo periodo fu stipulata una convenzione con il Ministero di Grazia e Giustizia per accogliere e seguire i ragazzi difficili, che provenivano dall’Istituto di Rieducazione minorile del Malaspina di Palermo.

Il 1964 è stato l’anno più triste di questa nostra Casa Salesiana, infatti, durante una “gita in barca” lungo il mare prospiciente lo Stagnone, morirono 16 ragazzi ed un Chierico, un Sacerdote Salesiano fu addirittura arrestato.

L’internato cessò nel 1971 (per volere dei Superiori e quasi certamente per difficoltà obiettive ) con Direttore Don Tripoli; dal 1971 al 1977 Direttore Parroco è stato Don Giuseppe Giarratano, e poi dal 1977 al 1982 Don Leonardo Sabatino,improvvisamente deceduto.

L’Istituto fu poi ceduto in locazione al Comune di Marsala, che vi destinò una Scuola Media, e poi alla Provincia di Trapani che lo ha destinato all’Ist. Tecnico Industriale.

Chiuso l’internato, fiorirono comunque sia la Parrocchia che l’Oratorio.

donPascualChaves

    don Pascual Chaves

Dal 1982 al 1985 è stato Direttore Parroco Don Gianni Pecorella, il quale si distinse per diverse iniziative culturali e sociali . Dal 1990 Direttore Parroco fu Don Giuseppe Di Leonforte , un Salesiano discreto e misurato, ma molto vicino alle famiglie; a lui è seguito Don Vincenzo Nicosiano e con lui la ristrutturazione di una parte della Casa Salesiana, e poi Don Alessandro Malaponte e l’attuale Parroco Don Gino Costanzo , al quale non manca certo il carisma salesiano.

Nell’ultimo decennio, è doveroso evidenziare particolarmente, la data del 19-11-2013 in cui l’Urna contenente le “reliquie di Don Bosco” ha fatto sosta nella Casa Divina Provvidenza e nella città di Marsala, facendo registrare una grandissima partecipazione anche di cittadini marsalesi (pur non abituali fedeli); circostanza che ha confermato l’amore e la devozione verso il nostro Santo fondatore Don Bosco.

E’ altresì imminente un esaltante avvenimento, contestuale alla festività di Don Bosco del 31-01-2017; sarà infatti personalmente presente Don Pascual Chàvez di Villanueva, emerito nostro Rettor Maggiore (dal 2002 al 2014) e IX successore di Don Bosco, nei giorni 29 e 30 Gennaio 2017.

Ma prima di concludere questa tentata ricostruzione storica della presenza dei Salesiani a Marsala , è opportuno fare , e sottolineare , qualche considerazione mirata ad evidenziare quello che ha rappresentato e continua a rappresentare , socialmente, per tutta la “Comunità Marsalese”, la nostra “Casa Divina Provvidenza”, voluta dallo stesso Santo Fondatore Don Bosco.

Qui sono stati accolti come interni , ed anche come esterni, ragazzi provenienti da tutte le diverse astrazioni sociali; inoltre, intellettuali di notevole cultura umanista, libertaria e socialista vollero che i loro figli fossero educati in questa Casa .

Sempre in questa Casa Salesiana è stato con grande impegno praticato con i giovani “ il sistema educativo preventivo”, voluto ed istituito da Don Bosco, secondo il quale , sinteticamente , “bisogna operare prevenendo il male”; “la trasgressione” e “le devianze” debbono essere “amorevolmente” corrette, e se commesse, si faccia in modo che il ragazzo finisca per “disapprovare se stesso” con la propria coscienza , anche di fronte al “prossimo”, cioè non si usi alcuna “coercizione” particolare.

In pratica, il “lavoro”, il “teatro”, la “musica”, la “scuola”, servono come mezzo per educare al “bene comune”, ad “Educare”, insomma, secondo i principi della “Ragione, della Religione e della Amorevolezza”.

L’Unione Exallievi “ Don Bosco”, di questa Casa Salesiana (Primo Presidente il compianto Rag. Vincenzo La Vela ) ha rappresentato e rappresenta una realtà associativa e sociale nel contesto della Ispettoria Sicula e della Città di Marsala, ammirata e rispettata.

Tra le tante , una iniziativa che, tra l’altro , ha interessato anche le Autorità Governative regionali, ed ha avuto risonanza anche Nazionale, attraverso i Mezzi di informazione, è stata la “Petizione popolare” con la raccolta di oltre 25.000 (venticinquemila ) firme, per la”Istituzione dell’Unità Coronarica” con un Centro di rianimazione all’Ospedale di Marsala; iniziativa che ha avuto , nel non mai troppo compianto Don Natale Zuccaro, Salesiano, il suo formidabile propiziatore e trascinatore instancabile.

In verità , pur non esistendo più l’internato, questa Casa Salesiana, con le peculiari attività dell’Oratorio, della Parrocchia, degli Exallievi e dei Cooperatori, “ continua ad essere un preciso punto di riferimento sociale e morale nel contesto della Nostra Comunità civica.

Si festeggiano , quindi, quest’anno i 125 anni della Casa Salesiana, e si precisa che attualmente buona parte dell’Istituto è ora destinato a finalità scolastiche esterne, ove- comunque – hanno frequentato, frequentano e frequenteranno tantissimi giovani (e questo ci da buona speranza). Tuttavia , però –non ce ne voglia alcuno- ma educati come siamo stati all’Opera Boschiana, non ci sentiamo di elevare sentimenti di gioia per questa finalità scolastica – che pur riconoscendola socialmente utile – è “diversa” da quella “istitutiva” di questa ultracentenaria Casa Salesiana, ma certamente i superiori responsabili, non hanno potuto diversamente operare a causa di obiettive difficoltà riscontrate.

Pertanto, forse abbiamo il buon diritto di auspicare e non solo per noi – come certamente lo sollecita fortemente e quasi lo impone la stessa “motivazione istitutiva di questa Casa Salesiana di Marsala” – il sempre maggiore e fruttuoso impulso nelle “iniziative sociali”, caratterizzate dallo stile Boschiano, che privilegia primariamente ed essenzialmente le necessità dei “giovani”, soprattutto di quelli più bisognosi ed emarginati; diversamente, il sogno premonitore e poi creativo di San Giovanni Bosco ( di trovarsi in un cortile tra moltissimi ragazzi poveri e bisognosi di cure di ogni genere), sogno da cui ha avuto origine tutta l’Opera Salesiana, potrebbe corrispettivamente qui non riconoscersi.

Impegniamoci quindi, comunque ed al massimo, ad agire, soprattutto con la nostra vita quotidiana, interessandoci veramente dei Giovani; eviteremo –per quanto umanamente possibile – che i Sacerdoti Salesiani , e tutti i loro collaboratori come – oltre tutti quelli già prima citati – Don Calandra, Don Abbatessa, Don Callari, Don Cigna, Don Enzo Ferrarella , Don Paolo Terrana, Don Andrea Giarratana, Don Gaetano Marino, Don Salvatore Di Benedetto, Don Cristian Conan , Don Enzo Gagliano, ecc. ecc., , abbiano qui operato inutilmente.

Tutti siamo ben consapevoli che pur nel positivo ed utile attuale progresso (forse troppo), viviamo un periodo storico difficile e contraddittorio; la vera “solidarietà”, l’amore fraterno, l’aiuto reciproco sono espressioni usate frequentemente, forse abusate e poco praticate; a molti, e particolarmente ai giovani, manca un lavoro adeguato, mentre sono pieni oltremisura gli “Istituti di Pena” e i “Riformatori”. La droga nella nostra realtà giovanile, la fa da padrona; ancora oggi vi sono ragazzi poveri , non solo in senso economico perché privi anche di una giusta istruzione, abbandonati, disadattati, dediti a delinquere in quanto privi degli affetti “familiari” e , purtroppo, vi sono anche ragazzi che di fatto, sono in parte sostanzialmente orfani pur avendo i genitori viventi a causa del contesto familiare “disgregato” in cui sono costretti a vivere.

L’eccessivo disarticolato progresso forse, ha fatto sì che l’ipocrisia e l’indifferenza ( a volte peggiori delle violenze) si nascondono dietro “un perbenismo di comodo” enunciato, magari con l’abuso del termine “democrazia”.

Non è certamente una realtà casuale ma conquistata anche interpretando concretamente lo spirito “Missionario Boschiano” , se anche in Cina dal 1926 sono presenti ben 15 opere che rendono viva la presenza dell’Ausiliatrice e di Don Bosco per i giovani poveri ed abbandonati di detta Nazione, stante la molteplicità di Scuole, Parrocchie, oratori e centri di formazione professionale organizzati, istituiti secondo le orme del Padre e Maestro della gioventù San Giovanni Bosco.

Esiste, comunque una “certezza”, i ragazzi nel mondo esisteranno sempre, a loro servono più i fatti che le parole, servono educatori e genitori “responsabili” che aiutino a prevenire il male e che formino veramente; educhiamo allora alla “famiglia” perché sappia, a sua volta, educare.

La nostra parrocchia, il nostro oratorio, siano sempre, come Don Bosco ha voluto, luoghi ove incontrandosi in una atmosfera di gioiosa spensieratezza, possano continuare a formarsi “ Buoni cristiani e onesti cittadini”.

Per il resto, non rimane che affidarsi alla Misericordia di Dio Onnipotente, con la devota intermediazione salvifica di Maria Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco.

Avv. Francesco Pizzo

(Ex allievo di Don Bosco)

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