E’ stato il segretario generale del comune di Trapani Raimondo Liotta il vero protagonista della nella seduta d’Aula che ha sancito come esito finale l’incompatibilità alla carica rivestita per “ragione di lite pendente con il comune di Trapani” del consigliere Mimmo Fazio. Al termine , dopo una serie di eccezioni al regolamento che hanno chiamato in causa il massimo burocrate del comune, ma che hanno avuto il sapore di speciosità atte a rinviare o quanto meno a procrastinare ulteriormente il voto, il Consiglio comunale ha di fatto dichiarato decaduto dalla carica il parlamentare regionale. Bocciata a maggioranza anche la richiesta di procedere alla votazione tramite voto palese. Le procedure di voto si sono concluse con l’esito annunciato dal presidente Bianco: “Nove no, 14 si’, quattro astenuti ed una scheda bianca”. Il Massimo Concesso Civico quindi ha risposto sì, per l’aula l’incompatibilità c’è e va dunque riscontrata.
“Il Consiglio Comunale di Trapani, votando per l’incompatibilità, ha preso una decisione espressamente e dichiaratamente politica – ha affermato Mimmo Fazio – avallando una delibera, predisposta dalla giunta Damiano, che è palesemente illegittima e contro la quale sarà proposta impugnativa nelle sedi giurisdizionali opportune. Talmente è politica la decisione che prima della seduta del Consiglio Comunale, per raccogliere la disordinata maggioranza che sostiene questo sindaco, si sono succedute riunioni su riunioni, alla presenza di deputati e dirigenti di partito. Nel voto si può chiaramente leggere come via sia stata una chiara, netta e rinnovata saldatura politica del partito di Forza Italia con i consiglieri di riferimento dell’On. Paolo Ruggirello e con il resto della disordinata maggioranza che si riconosce nel sindaco Vito Damiano e attorno a un’amministrazione decotta. Spiace vedere, inoltre, come, estromettendo i legali del Comune, si stanno sprecando i denari dei contribuenti, a partire dall’incarico esterno dato ad un legale di Marsala con una parcella di cinquemila euro di solo anticipo per perseguire un obiettivo politico, esterno agli interessi del Comune, sancito da una atto illegittimo che ha il destino segnato. Ben lo sanno anche coloro che hanno ispirato la delibera assunta questa sera che essa sarà impugnata, ma è evidente, oramai, che il loro obiettivo primario è il misero tentativo di alterare gli equilibri del confronto democratico allo scadere della consiliatura e a ridosso del voto amministrativo. Un artificio cui i cittadini trapanesi non abboccheranno e che, ne sono certo, puniranno pesantemente con il loro voto escludendo dalla prossima assemblea di Palazzo Cavarretta tutti i consiglieri che, dopo aver tenuto in sella il sindaco Damiano bocciando la mozione di sfiducia, si sono resi protagonisti di questo inutile sciagurato sotterfugio senza capo ne coda”.
“Ieri l’amministrazione Damiano ha dato l’ennesima dimostrazione di sé e della sua pochezza, seguita a ruota da una maggioranza, quattordici consiglieri, che s’è lasciata asservire per portare a compimento una manovra politica eterodiretta – ha commentato il consigliere comunale Francesco Salone – “La giunta Damiano ieri sera alle 19,50, con una efficienza degna di miglior causa, ha approvato una delibera con la quale si è costituita in giudizio nell’appello del procedimento civile tra Dolce e Fazio, per altro in primo grado già conclusosi con esito favorevole per quest’ultimo. Per fare ciò la Giunta ha esautorato l’Ufficio legale del Comune ritenendo vi fosse “una possibile severa compromissione della serenità d’animo necessaria per una compiuta gestione dell’incarico professionale”. Come dire che sindaco ed assessori non si fidano dei legali del Comune e quindi hanno affidato ad un avvocato esterno, del foro di Marsala, l’incarico per un importo di poco meno di 6 mila euro. La delibera successivamente votata in consiglio, che estromette Fazio per una presunta, quanto inesistente, incompatibilità, va letta per quale che è: un atto politico con il quale gli avversari di Fazio intendono farlo fuori per “via giudiziaria” anziché provare a sconfiggerlo nelle urne come un leale confronto democratico prevederebbe. Con gli avversari non ci si misura in questo modo scorretto. Non si mette alla porta un collega consigliere senza che ci siano le motivazioni. Per altro questi 14 consiglieri che hanno avallato la delibera di incompatibilità non hanno neppure avuto il coraggio di metterci la faccia, rigettando la mozione con la quale avevo chiesto il voto palese. Sono convinto – conclude Salone – che a seguito del ricorso del consigliere Fazio tra poco tempo egli sarà riammesso in consiglio e i trapanesi gli tributeranno giusti onori ed il riconoscimento per essersi battuto contro questo modo sciatto e infido di fare politica che è la cifra di questa maggioranza e dei maggiorenti politici che vi stanno dietro“.