Una delle cose che abbiamo imparato in tanti anni di professione giornalistica è quella che, dopo un certo periodo di tempo, anche davanti a grandi tragedie, ci si fa l’abitudine. È aberrante ma è così. Ci vengono in mente alcuni cas che sono, non so se ci capite, attuali e ingombranti. Abbiamo sentito parlare da tutte le angolature possibili dei terremoti che si sono succeduti nel centro Italia. Sulle prime i colleghi ci hanno raccontato l’attualità. Scosse e case distrutte, morti e salvataggi. Poi gli approfondimenti: bambini piccoli e perfino animali con storie tristi o a lieto fine. Dopo qualche giorno si è pensato al dopo, ed ecco arrivare i politici ed è cambiato il linguaggio: soldi e ricostruzione, i vigili del fuoco sono diventati degli angeli e “le scuole ripartiranno”, fino al fatidico, “non sarete lasciati soli”. Poi, a poco a poco, mentre la preoccupazione per l’economia e i rapporti con Bruxelles prendevano il sopravvento, il sisma e quello che resta delle città devastate ha cambiato importanza nella cronaca dei media. Infine è arrivato il referendum costituzionale e il Si e il No hanno cancellato terremoto e terremotati. Ma la gente rimane fuori di casa e aspetta risposte che forse per il momento nessuno darà. Resta la “Rete” per chi ha voglia di informarsi. Bambini al freddo negli alloggi provvisori (fateci caso, nel nostro Pese niente è più definitivo del provvisorio…), altri i alberghi lontano da casa. Chiese ed opere d’arte distrutte che non vedranno alcun restauro. E così via terremotando. Siamo pessimisti? Può darsi, ma chiedete a chi ha avuto la sventura di trovarsi dentro una disgrazia del genere. Vedrete se vi darà un quadro molto diverso da quello che abbiamo tracciato. Per la serie oggi siamo di cattivo umore, diamo un altro esempio. I migranti nella cronaca sono diventati terreno di scontro economico tra il nostro premier Matteo Renzi e quei cattivoni dell’Europa. Eppure con le facce smunte, accanto ai i parenti e agli amici morti, continuano a sbarcare nelle nostre coste, portano con loro storie tristi e cariche di miseria. Ma in cronaca ormai sono diventati soltanto trafiletti. Si deve parlare solo del referendum. Per la serie non disturbate il manovratore.
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