Se Marsala avesse capito chi era Vito Trapani oggi sarebbe più bella. Vito era un artista dotato di una sua poetica priva di retorica. Il suo era un linguaggio unico, speciale. Il suo tratto una simbologia arcana eppure nuovissima che portava in sé echi di popoli ed etnie. Era salata la sua opera. Brillante la sua mente. Sapeva dipingere anche il buio. Nessuno tinge fluo come lui. Per Vito ogni cosa era magica e la natura parlava parole che bisognava interpretare e ascoltare. Il suo studio, antico, nel cuore della Contea di Bufalata, come usava chiamarla lui, era un’opera d’arte anch’esso. Anche il pere di ficara, ampio, ad ombrello, sembrava dire, accomodati, respira, guarda che belli questi vigneti e riempi di positività il mondo. Vito era un grande, un grande amico, un grande ascoltatore, ma aveva un grosso difetto. Era umile, lo era troppo. Lo era talmente tanto che non si è mostrato in pienezza nemmeno ai suoi amici, e noi tutti siamo colpevoli di non averlo obbligato a prendersi lo spazio che meritava. Se Marsala si fosse accorta di quanto grande era Vito, lo avrebbe colto come un’opportunità. Ricordo, ad esempio di un suo affresco a tema marino che lui avrebbe voluto mettere nel Teatro Impero. Non è lì. Ricordo di un bel progetto che puntava a trasformare i graffiti che imbrattano i muri, in opere che rendono sensibili i giovani all’arte. Anche questo durato poco più di una stagione. A tanti amministratori Vito ha proposto la sua arte. Ma davvero non so quanti lo abbiano capito. Pochi, troppo pochi. Forse perché chi ci sta vicino lo si dà per scontato. Una cosa, tra le tante avrebbe dovuto illuminare le menti. Qualche anno fa Vito andò in Austria. C’era una competizione internazionale di bodypainting. Gli altri partecipati si erano presentati con prodotti semilavorati, mille istallazioni, stoffe, cento modelle, costumisti e parrucchieri. Vito aveva solo pennelli e colori. Appena si accorse che gli altri erano molto attrezzati, lui andò al supermercato e comprò un rotolo d’alluminio. Fece la sua performance con colori e stagnola. Si classificò nella rosa dei primi dieci, tra 200. Considerato che era senza staff, stracció tutti. Là avevano subito capito chi era Vito. Ma Marsala no e ora lo abbiamo perso. Ora siamo tutti più poveri, perché quando muore un artista, uno vero, muore un pezzo di speranza di un paese, un pezzo di futuro, un domani di bellezza.
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