7-7-2007 di Antonio Manzini

redazione

7-7-2007 di Antonio Manzini

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mercoledì 20 Luglio 2016 - 19:59

Uno sporco e caldo mese di luglio fa da sfondo al libro che ho appena finito di leggere. 07/07/2007 è una data fatidica per il vicequestore Rocco Schiavone, poliziotto anomalo nato dalla fantasia dello scrittore Antonio Manzini, primo in classifica tra i libri più venduti con il suo ultimo giallo targato Sellerio.

Il poliziotto romano ormai vive ad Aosta da qualche mese ma non si è ancora scrollato di dosso l’alone di mistero e la puzza di morte che lo circonda. Si è appena trasferito in un altro appartamento della città, il precedente lo ha lasciato causa forza maggiore, la morte di un’amica, assassinata da un uomo che ormai lo insegue e cerca vendetta. Rocco Schiavone è come paralizzato, ancora non ha superato la disperazione per la drammatica morte della moglie, Marina. Nelle precedenti avventure del vicequestore romano le vicende del suo recente passato le conosciamo a malapena. Uno sbirro sui generis Rocco Schiavone, poco incline alle regole, con qualche scheletro nell’armadio, un poliziotto insomma che ha un suo personale modo per intendere la legalità. Fuma le canne, e fin qui ci potrebbe stare perché in questo modo il personaggio si presenta in controtendenza, alternativo e fa pensare ad un passato post sessantottino, ma sarebbe una strada sbagliata da percorrere perché Rocco proviene dagli ambienti popolari di Roma e la sua palestra di vita si trova a Trastevere. Ciò che stona parecchio almeno al mio gusto di lettore sta nel fatto che il vicequestore negli anni ha approfittato della sua posizione per fare la cresta: vive in un attico e alle pareti della sua casa sono appesi quadri di un certo valore. Ma quando abbiamo conosciuto Rocco Schiavone tutto questo faceva parte del passato compresa la morte drammatica di una moglie di cui il poliziotto era intensamente innamorato.
Può la bravura del poliziotto romano farci chiudere un occhio sul suo passato a dir poco burrascoso? Personalmente se guardiamo la questione dal punto di vista letterario, trovo Rocco Schiavone un personaggio molto interessante, ma se dovessimo rapportare la questione alla realtà le cose cambiano di molto. Questa è la puntata delle avventure dello sbirro cannaiolo in cui scopriamo attraverso un lungo flashback cosa è successo a Roma, come e perché è stata uccisa la moglie. Indubbiamente Rocco Schiavone è uno sbirro bravo, di quelli che seguono una pista e non la mollano finché i colpevoli non vengono assicurati alle patrie galere. All’inizio di questa storia,”07/07/2007″, per chi ha già letto le precedenti avventure, l’ambiente romano risulta paradossalmente noioso e deludente rispetto allo Schiavone improbabile poliziotto romano con cane lupo a seguito in una fresca e frizzante Aosta. Rocco è costretto dal suo nuovo capo a raccontare il suo recente passato, questo è l’incipit del romanzo ma francamente viene risolto da Manzini in maniera alquanto semplicistica, il narratore interno scompare, l’incipit e il flashback sembrano forzatamente messi assieme dallo scrittore. Tuttavia quando la vicenda entra nel vivo il libro vale tutto il suo primo posto in classifica, perché il lettore sfoglia le pagine con il desiderio di sapere come andrà a finire. Non sarà un capolavoro questa ultima fatica di Antonio Manzini tuttavia, fossi in voi non perderei l’occasione di leggere proprio ora che siamo in pieno luglio questo libro intriso di caldo, di una strana estate romana di morti ammazzati, di fallimenti umani, di strane amicizie e di un amore ferito mortalmente.

Vincenzo Piccione

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