Dai risultati definitivi delle elezioni amministrative del primo turno si evince che i cittadini alcamesi hanno voluto stravolgere la composizione dell’organo elettivo, prediligendo i candidati donne e quelli con i titoli di studio più elevati. Infatti, sono rimasti fuori dal palazzo di città circa la metà dei consiglieri comunali uscenti
Uno dei primi effetti prodotti dal primo turno delle elezioni comunali è stato, sicuramente, il rinnovamento “de facto” del consiglio comunale che, dopo il ballottaggio di domenica 19 giugno, porterà all’interno dell’aula Consiliare Falcone-Borsellino, di recente inaugurata, dei rappresentanti politici con titoli di studio più elevati. Infatti, sia nel caso di vittoria del candidato sindaco del M5S, Domenico Surdi, sia nell’ipotesi di successo di Sebastiano Dara, candidato delle liste Abc ed Alcamo Cambierà, i prossimi consiglieri comunali con in mano una laurea saranno circa il 64%, rispetto al precedente organo elettivo costituito solamente dal 20% di esponenti politici con il titolo di “dottore”. E se nel 2012 erano presenti all’interno dell’aula consiliare dei rappresentanti che non possedevano il diploma, quattro anni dopo, molto probabilmente, non ritroveremo dei consiglieri con la licenza media ed elementare. La certezza si avrà con la distribuzione dei seggi, predisposta dopo il turno di ballottaggio. Nonostante ciò, dall’analisi dei risultati venuti fuori dalle elezioni si può già delineare buona parte degli aspetti che caratterizzeranno la nuova amministrazione.
Dunque, nel caso di trionfo di Surdi, secondo i nostri calcoli, entreranno a far parte del consiglio comunale: Vittorio Ferro, Noemi Scibilia, Piera Calamia, Giovanna Melodia, Laura Barone, Francesco Viola, Vito Lombardo, Nino Asta, Francesco Cusumano, Filippo Salato, Alessandra Cuscinà, Baldassare Mancuso, Annalisa Ferrara, Rosa Alba Puma del M5S; Caterina Camarda e Mauro Ruisi di Abc; Giacinto Pitò della lista Alcamo Cambierà; Giacomo Sucameli e Filippo Cracchiolo del PD; Giovanni Calandrino e Giuseppe Stabile di Sicilia Futura; Francesco Dara e Anna Allegro di Noi Per Alcamo; Rita Norfo dell’UDC.
Nell’ipotesi di vittoria di Dara, i consiglieri comunali di ABC saranno Caterina Camarda, Mauro Ruisi, Davide Piccichè, Chiara Mirrione, Eliana Romano, Lucio Asta, Giuseppe Arduino, Francesca Terrasi; Giacinto Pitò, Anna Lisa Guggino, Gioacchino Adamo, Fabio Settipani, Leonardo Labita, Francesca Parrino di Alcamo Cambierà; Vittorio Ferro, Noemi Scibilia, Piera Calamia, Giovanna Melodia, Laura Barone del M5S; Giacomo Sucameli e Filippo Cracchiolo del PD; Giovanni Calandrino di Sicilia Futura; Rita Norfo dell’UDC, Francesco Dara della lista Noi Per Alcamo.
Oltre la presenza di individui con un livello di istruzione più alto rispetto al passato, l’esito uscito dalle urne ha decretato una maggiore rappresentanza delle donne tra i banchi dell’Aula Falcone-Borsellino: il 40% in tutto. Più del doppio relativamente alla scelta effettuata dagli elettori nel 2012, che aveva portato dentro il palazzo di città soltanto 4 consiglieri comunali appartenenti al sesso “debole”. Dunque, si tratta di uno stravolgimento che si è verificato, da un lato, per le modifiche apportate dalla nuova legge elettorale regionale, dall’altro, a causa delle ultime vicende giudiziarie che hanno travolto la città e che hanno spinto gli elettori a lanciare un duro segnale alle forze politiche presenti sul territorio: volontà di rinnovamento della classe politica.
Per quanto concerne il primo punto, è indubbio che l’introduzione della soglia di sbarramento del 5% per le liste, prevista dalla norma, abbia spazzato via quasi la metà dei consiglieri comunali uscenti: Giuseppe Campisi, Antonio Pipitone, Francesco Ferrarella, Salvatore Trovato, Lorena Di Bona, Francesco Gabellone, Stefano Milito, Alessandro Calvaruso e Marianna Vario. Tutti appartenevano alle 4 liste escluse: Cittadini Per Alcamo, Partito Socialista Italiano, Insieme si può, La Tua Città. Non includeva alcun ex consigliere comunale la quinta lista non ammessa Progetto Alcamo.
A detti consiglieri, poi, devono essere sommati coloro che, probabilmente, rimarranno esclusi dalla distribuzione dei seggi: Francesco Sciacca, Leonardo Castrogiovanni, Gioacchina Caldarella, il fratello Ignazio, Davide Picciché, il quale rientrerebbe in consiglio comunale nel caso di assegnazione del premio di maggioranza a Sebastiano Dara, contendente del pentastellato Domenico Surdi. Considerando il fatto che sono rimasti fuori dalla porta d’ingresso del municipio anche alcuni parenti di ex consiglieri comunali, tra cui Rosario Rimi, figlio di Francesco, Maria Calamia, moglie di Giuseppe Scibilia, Vito Coppola, fratello di Gaspare, Daniela Pipitone, moglie di Pasquale Raneri, e aggiungendo ai citati gli 8 consiglieri comunali che non hanno ripresentato la candidatura, possiamo senz’altro dichiarare che l’87% dei componenti il consiglio comunale è stato rinnovato da questa campagna elettorale.
Mentre, per quanto riguarda la seconda questione, ovvero, gli scandali giudiziari che hanno colpito parte della classe politica della città, dall’ex senatore Antonino Papania, condannato per voto di scambio, all’ex assessore Pasquale Perricone del PSI, arrestato per truffa, questi hanno influito indubitabilmente sulla scelta degli elettori. Infatti, dal risultato elettorale uscito dalle urne si può dedurre che la comunità alcamese ha espresso una chiara “punizione” del vecchio sistema politico, il quale si è trovato senza scampo di fronte al 30% delle preferenze raccolte dalla lista del M5S, sancita prima forza politica della città, tagliando fuori dalla competizione elettorale 5 delle 12 liste presenti e, in più, la metà dei consiglieri uscenti come suddetto. Il 48% dei voti espressi, mediante anche il ricorso al c.d. voto disgiunto, ha consentito a Surdi di sfiorare la vittoria al primo turno e dimostra, di sicuro, la volontà degli alcamesi di lasciare il timone della città al candidato dei 5 stelle. Domenica 19 giugno, il candidato del Movimento dovrà vedersela con l’avversario Sebastiano Dara, che lo ha seguito al primo turno con il 17% dei consensi. Una rimonta non facile per candidato di ABC ed Alcamo Cambierà. Nel 2012, Niclo Solina, candidato sindaco di Alcamo Bene Comune, per un soffio, non riuscì l’impresa che oggi ritenterà Dara. A duellare contro di lui, però, stavolta c’è chi vuole fare la storia di Alcamo, riconfermandola come la città più grillina d’Italia, la notte del ballottaggio, fuori, con il naso all’insù “a riveder le stelle”.
Linda Ferrara