Anzi no. Vada a votare anche lei il 17 aprile
Il fatto che sia lievitata una tale indignazione per uno slogan cretino come quello di “trivella tua sorella” accompagnato da un disegnino degno del peggior bulletto ignorante delle medie, mi fa pensare che ancora una volta stiamo a guardare il dito e non la luna.
Non entrando nel merito di tutte le bufale catastrofiche che girano a sostegno delle tesi “pro trivelle” (si, i sostenitori sono fra noi e non se ne vergognano), credo che una delle cose più inquietanti sia la campagna a favore dell’astensionismo. L’Agcom ha fatto sapere che il Pd, partito di Governo, sarà per l’astensione. La “scusa” è che il referendum del 17 aprile 2016 è “inutile“, perché “non blocca le trivelle“.
Sono inutili e da buttare via, anche i 300 milioni di euro che verranno spesi per il referendum (dal momento si è deciso di non accorparlo ad altre consultazioni proprio per favorire l’astensionismo), è inutile la richiesta di questo Referendum da parte di 9 regioni italiane (ben 4 in più dei consigli regionali che servirebbero per indire un referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge), sono inutili a quanto pare i voti dei cittadini che vogliono andare a votare, perché se non si raggiunge il quorum necessario per la validità del referendum (la metà degli aventi diritto al voto più uno) tutto si dissolverà in una nuvola di fumo (nero petrolio, ovviamente).
Alle elementari mi hanno insegnato che il petrolio non è una soluzione duratura per il sostentamento energetico della popolazione mondiale. Sono passati tantissimi anni (ahimè) ma si continua a succhiare oro nero da sottosuolo, invece di lavorare seriamente a fonti di energia alternative. Ora sul quesito del referendum possiamo discutere per ore (per il quesito e altre info vi rimando a questo articolo), ma la campagna a favore dell’astensionismo no, non si può tollerare. Un partito che sin dal nome si professa democratico, il partito di Governo, quello che fa le primarie per dare ai cittadini la possibilità di scegliere il candidato, non può e non deve favorire l’astensionismo in un referendum popolare.
“Primarie, andate a votare: non lasciate il futuro agli altri” è una recentissima (29 febbraio 2016) dichiarazione del Premier nonché segretario nazionale del Pd Matteo Renzi che ci sollecita ad andare alle urne perché: “è bello scegliere, è bello partecipare, è bello decidere”. E’ bello dunque votare per le primarie, non è bello invece andare a votare al referendum… anzi a questo referendum. Non abbiamo infatti bisogno di una sfera di cristallo per capire che ci sarà una grande campagna contro l’astensionismo da parte del Pd quando ci avvicineremo al referendum confermativo sulla riforma costituzionale (disegno di legge “Boschi”) previsto per il prossimo ottobre…
Per il petrolio si fanno le guerre quindi, lo so, non c’è da stupirsi se si utilizzano vari espedienti per far saltare un referendum, però questo impone una seria riflessione sul fatto che la politica a seconda della convenienza inviti a non andare alle urne oppure trascini anche la nonnina di 90 anni per andare a votare. Quelli che ci vanno di mezzo ovviamente sono i cittadini, trattati come burattini o semplicemente numeri. E’ sfiancante constatare che non è cambiato nulla, che pur di inseguire certi interessi i politici dicano tutto e il contrario di tutto confidando nella breve memoria dell’elettore medio. Il 17 aprile andrò a votare e voterò SI. Che siate per il SI o per il NO, informatevi e andate a votare, è un vostro diritto. Esercitatelo!