Alcamo: Vincenzo Cusumano conferma la sua candidatura alle primarie del PD

redazione

Alcamo: Vincenzo Cusumano conferma la sua candidatura alle primarie del PD

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sabato 16 Gennaio 2016 - 17:10

L’ex segretario del Partito Democratico parla dei suoi rapporti con gli ex compagni di partito, delle scelte passate e future del Pd. E sulle primarie afferma “Devono essere delle primarie aperte, non ci dobbiamo mettere il recinto”

Il suo nome, insieme a quello di Nicola Bambina, Selene Grimaudo, Francesca Messana, è rimbalzato sui blog come uno tra i probabili della corsa alle primarie.

“Le dico una cosa. Ad Alcamo c’è bisogno di un centro sinistra. Ma al di là di una parte partitica, c’è bisogno di una metodologia diversa per indicare un candidato a sindaco. Per me, la candidatura a sindaco non è presentarsi ad un concorso. È una condivisione. Significa attrarre consenso verso un progetto politico, un progetto di visione della città. Io e un gruppo di amici, che facciamo parte di un’associazione che si chiama Città Attiva, con i quali da anni affrontiamo diverse problematiche assieme, ci siamo prefissati un compito che è quello di dare una metodologia nuova per Alcamo. L’indicazione di un candidato a sindaco fatto all’interno di un bar, oppure, in una riunione, in un salotto, ai vertici regionali di un partito, per me è come un qualcosa calato dall’alto che non ha contatti con la realtà. È da qualche mese che voglio portare avanti, all’interno di questo gruppo, questa nuova idea per Alcamo: arrivare ad un candidato a sindaco attraverso le primarie”.

Quindi, lo strumento delle primarie è quello che lei ritiene più opportuno per scegliere il candidato sindaco.

“Perfetto”.

Saranno delle primarie del PD o del centro sinistra?

“ Io spero che siano delle primarie del PD allargate al centro sinistra, inteso come movimenti civici che si muovono”.

Quindi, esclude SEL?

“Io spero che SEL possa sposare questa idea. Questo è lo scenario su cui ci si può muovere”.

Si è proposto come candidato?

“No. Diciamo che sono stato proposto, in questi termini, ad una condizione: che sia scelto attraverso le primarie.

Vincenzo Cusumano

Vincenzo Cusumano

Lei, comunque, accetta questa candidatura alle primarie.

“Sì, mi propongo in questa formula. Città Attiva mi propone, però, in punta di piedi, mediante una condizione, che è quella di avere un consenso attraverso la scelta che viene dal basso”.

Sui giornali abbiamo seguito la polemica sollevata dai giovani del PD che hanno richiesto, per queste primarie, dei volti nuovi della politica.

“I giovani hanno fatto una richiesta che sposo benissimo, e che è quella della nuova metodologia per affrontare gli argomenti politici. Io ho visto molto positivamente questi due giovani che hanno anche detto la loro”.

Attualmente, i candidati alle primarie del PD hanno già fatto politica. Lei, in primis, è già stato segretario. Così come Francesca Messana e Selene Grimaudo, ex assessori alla Cultura. Quindi, come si concilia questa richiesta?

“Credo si possa conciliare con la nuova metodologia. Una che abbiamo detto, è quella di affrontare l’argomento candidatura attraverso lo strumento che sono le primarie”.

Lei, dunque, non esclude la partecipazione di un giovane alle primarie?

“No. Anzi, che ben venga. Quando ho iniziato questo ragionamento, cioè individuiamo una candidatura che abbia più consenso, che possa fare sintesi della realtà alcamese, delle aspettative degli alcamesi, io non intendevo dare solo la mia disponibilità. Il fatto che ci sia una donna come la Messana, oppure, come la Grimaudo, oppure, altri che si possano avvicinare, che ben venga. Poi, quello che dico io al Partito Democratico è che deve scegliere un percorso, entro una certa data da stabilire, per i nomi, e come arrivare alla candidatura”.

Ancora non è stata stabilita una data entro la quale fare le primarie?

“Io penso per i primi di marzo. Però, a marzo ci dobbiamo arrivare con delle candidature. Entro questo periodo si deve fare un regolamento delle primarie e stabilire la data entro la quale presentare le candidature. Spero che in questi giorni emergano nuove realtà che si vogliono confrontare. Tra l’altro io dico che le primarie devono essere delle primarie aperte, non ci dobbiamo mettere il recinto. La scelta di un candidato a sindaco non è solo la scelta di un partito. È la scelta di un candidato che va a governare la città”.

Non c’è il rischio che, trattandosi di primarie aperte, si possa inficiare la volontà del vostro elettorato?

“Guardi, questo è un pericolo o un aspetto che ci può essere. Ovvio è che, chi va a scegliere un candidato del centro sinistra lo fa avvicinandosi a questa realtà, progettualità politica. Questo non lo dico io. Le primarie della scelta a sindaco non sono delle primarie strettamente per gli iscritti, ma sono primarie aperte. Non sono delle primarie che vanno a scegliere il segretario. Chi si presenta è normale, è un simpatizzante di quell’elettorato, di quel modo di vedere il governo di un’amministrazione del centro sinistra. Alcamo, in questa circostanza, ha bisogno di fare comunità. Ho visto che c’è troppo acredine”.

Nelle ultime settimane, sono state rivolte delle critiche al PD per avere richiesto un tavolo al Commissario sulla questione Fluxus, in ritardo rispetto agli altri movimenti che hanno sollecitato il ritiro del bando.

“Questo deve chiederlo al coordinatore del Pd. Io ho dato la mia disponibilità alla candidatura, non a interloquire con il commissario, che è un funzionario della Regione, il cui compito è quello di portare la città di Alcamo verso delle serene elezioni, un confronto politico sereno”.

Sicuramente, sarà a conoscenze delle critiche rivolte ad Arnone, sulla sua azione giudicata un po’ troppo politica dai diversi movimenti della città. Qual è il suo giudizio?

“Io credo che le scelte politiche il commissario le deve lasciare a chi andrà a governare questa città”.

Quindi, lei è d’accordo con il ritiro del bando sul Fluxus?

“Io sono per una rimodulazione del bando. È ovvio che qualsiasi attività si porti avanti deve camminare con i piedi, deve avere una gestione economica. È naturale che quando si parla di beni pubblici, si deve stare più attenti rispetto alla locazione di un bene privato. Quindi, ho visto l’attenzione che i giovani hanno mostrato verso questi contenitori culturali, quale può essere il Caffè letterario, la Cittadella dei giovani. È ovvio che ci si deve andare con i piedi di piombo. È naturale anche un’altra cosa: la rottura verso il passato per guardare al futuro. Noi dobbiamo allontanarci da una visione che è di ordine ingegneristico, nel costruire le cose, e avvicinarci verso una visione che è quella di far funzionare le cose”.

Lei ha parlato di rottura con il passato. Due ex suoi compagni di partito, Giacomo Scala e l’ex senatore Nino Papania, oggi, sono vicini ad altri movimenti. Scala vicino a Sicilia futura, Papania si dice potrebbe approdare addirittura a Forza Italia. Quali sono i vostri rapporti? Potrebbero appoggiare una sua eventuale candidatura?

“Non credo. Non li ho sentiti e non li sento. Quindi, non so effettivamente cosa possano fare”.

Dunque, c’è stata una rottura?

“Ci sono visioni diverse su come governare la città. Sensibilità diverse. L’ho mostrato nella mia esperienza che non ho bisogno del girello per andare avanti. Ho dimostrato in questi anni di avere una mia visione diversa con cui è stata gestita la città. Dicevo pocanzi, noi dobbiamo guardare al futuro con una condivisone dell’attività. È bene che chieda a loro come considerano le loro scelte.

Tra una decina di giorni verrà emessa la sentenza di primo grado, per voto di scambio politico mafioso, nei confronti di Papania. Questa sentenza potrebbe riscrivere la storia delle scorse amministrative. Quale peso politico potrebbe avere nel caso di assoluzione o condanna?

“Io umanamente mi auguro che sia un risvolto positivo. È ovvio che sono aspetti che devono essere lasciati nella sfera della giustizia e non di quella politica, perché il percorso della città va avanti a prescindere dalle vicende personali. Non sono abituato né a commentare né ad anticipare le sentenze”.

Si dà quasi per scontato che uno dei principali antagonisti del ballottaggio delle prossime amministrative possa essere il M5S. Lei cosa pensa?

“Non glielo so dire. Ci vuole la sfera del mago Zurlì. All’interno del movimento ci sono tante persone che conosco, che stimo. Però, vedo che hanno la presenza di due deputati e, onestamente, non è che ho visto grandi cose o iniziative politiche da sviluppare. Sì, è la protesta, ma la protesta non basta. Le prove si sono viste a Gela, a Ragusa, si stanno vedendo a Bagheria, a Quarto, a Livorno. Molte delle scelte del territorio cozzano con l’ideologia nazionale del M5S. Speriamo ci sia un confronto sui programmi, sui progetti, perché non basta parlare che non va bene questo, non va bene quell’altro. Bisogna, invece, proporre all’elettorato. Bisogna proporre alla città che cosa si vuole fare. È, ovvio, che insieme a questo gruppo che sostiene la mia disponibilità alla candidatura, abbiamo delle idee per poter proporre alla città per la città. La mia intenzione è quella di proporsi per il bene della città di Alcamo, perché Alcamo migliori la sua posizione. In questi ultimi anni è stata lasciata in balia della dirigenza, dell’amministrazione, intendo burocratica, del comune. Non va bene. Bisogna dare una visione strategica e una speranza agli alcamesi. Il popolo alcamese è un popolo che sta con i piedi per terra, ma ha anche una visione che va verso lo sviluppo economico del territorio.

Lei accusa il Movimento 5 Stelle di non saper governare. Però, Alcamo si trova commissariata per le dimissioni di un ex sindaco, Bonventre, che è stato appoggiato dal suo partito.

Pd Cusumano e Bonventre“La scelta di Bonventre, è stata una scelta di pochi. E, quindi, questo errore che è stato fatto, nel recente passato, non ce lo dobbiamo portare, ma dobbiamo attuare una metodologia che è nuova. Ecco l’innovazione di cui parlo. La candidatura non può essere scelte in un salotto, deve essere scelta attraverso il consenso della gente”.

Nelle ultime ore, si è parlato anche di una possibile candidatura del consigliere Alessandro Calvaruso, con un passato nel centro sinistra. Questo nome potrebbe portare scompiglio?

“Più persone si presentano con una proposta, più il confronto sul progetto politico di Alcamo sarà animato da un sano dibattito democratico”.

Quindi, non esclude che Calvaruso possa concorrere alle primarie?

“Se viene proposto da una compagine politica che si ispira a questo disegno di partecipazione alle primarie, perché no? Io sono un democratico dalla testa fino ai piedi, per cui avendo detto “Sì do la mia disponibilità”, è ovvio che non metto dei paletti “Tu sì, tu no”. Alcamo ha bisogno di una comunità che sia inclusiva”.

Linda Ferrara

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