Il tema dell’erogazione idrica sta diventando un autentico tormentone durante queste festività a Marsala. Stavolta non siamo di fronte a un nuovo guasto, dopo quello che a ridosso di Natale ha comportato per alcuni giorni notevoli disagi per molti marsalesi. La novità viene da un’ordinanza, firmata lo scorso 31 dicembre dal sindaco Alberto Di Girolamo, in cui si invitano i cittadini lilibetani a ridurre il consumo di acqua. Le ragioni sono diverse: da un lato la disponibilità sempre più limitata della falda acquifera, dall’altra l’aumento dei consumi idrici. A leggere il testo dell’ordinanza, controfirmata dal dirigente Francesco Patti, pare infatti che i marsalesi, sia nell’ultima estate che nell’appena trascorso autunno, abbiano tenuto più a lungo i rubinetti aperti, probabilmente in ragione delle temperature più alte registrate rispetto agli anni precedenti. Poi c’è l’eterno problema dei controlli: un terzo dei rilevatori presenti presso gli edifici del territorio lilibetano o non funzionano, o non sono accessibili per la lettura da parte del personale comunale preposto, e in questo modo diventa difficile verificare i quantitativi di acqua effettivamente consumati e il riscontro di eccessi o abusi.
Alla luce di tutto ciò, l’ordinanza prevede il tassativo divieto di utilizzo dell’acqua pubblica fino a nuova disposizione per l’irrigazione di orti e giardini, il riempimento di piscine private e ogni altro uso improprio, limitandone l’impiego “alle sole esigenze alimentari, domestiche e di igiene personale”.
I trasgressori saranno puniti con una sanzione pecuniaria che va da 25 a 500 €. In caso di recidiva la sanzione sarà raddoppiata. Per tutte le utenze per le quali non è possibile accertare l’esatto consumo di acqua attraverso la lettura del contatore verrà contabilizzato un consumo forfettario di 250 mc annui.