Il difensore: “tante contraddizioni negli atti d’indagine, ricorreremo in appello”
Si è concluso con una condanna a sette mesi di reclusione il processo celebrato con il rito abbreviato innanzi al giudice Vivona a carico di Massimo Ingrassia, di 51 anni, dipendente dell’Aimeri Ambiente accusato di aver accoltellato un collega procurandogli lesioni. Ad assisterlo è stato l’avvocato Edoardo Alagna che ha già annunciato: “tante contraddizioni negli atti d’indagine, ricorreremo in appello”. Per Ingrassia il pm aveva chiesto una condanna a 4 mesi di reclusione, ma il giudice ha deciso di infliggere una pena di 7 mesi. Il processo prende le mosse da quanto avvenuto il 16 marzo del 2012, in via Stefano Bilardello, nel pomeriggio, quando pare si sia verificata una lite tra Massimo Ingrassia, assistito dall’avvocato Edoardo Alagna e Giacomo Gandolfo Occhipinti, costituito parte civile e difeso dal legale di fiducia Gaetano Di Bartolo, che si è detto soddisfatto per l’esito del processo. Secondo l’accusa l’operatore ecologico Massimo Ingrassia avrebbe estratto un coltello dalla tasca e avrebbe colpito il caposquadra Giacomo Gandolfo Occhipinti, alla testa e precisamente sulla fronte. L’arma usata sarebbe un coltello ad apertura manuale che però, come precisato dall’avvocato difensore Edoardo Alagna, non è mai stato trovato. Quel pomeriggio entrambi i protagonisti della lite finirono in ospedale, trasportati da due ambulanze del 118. Giacomo Gandolfo Occhipinti fu ferito alla testa e Massimo Ingrassia ebbe una ferita lacerocontusa alla mano destra ed altre contusioni.