Di tesori nascosti, poco valorizzati, abbandonati al triste destino dell’oblio, il nostro Paese ne è “ricco” – mai termine fu così appropriato – ma la nostra terra pullula. Indiana Jones ne sarebbe ghiotto. Si è tornato a parlare di Palazzo Grignani in attesa dell’ennesima ristrutturazione, da qualche tempo associazioni, cittadini diligenti ed esperti, hanno acceso i fari mediatici sul Complesso di Santa Maria della Grotta, così impervia nella sua naturale bellezza ma che chiede di essere riportata alla luce. E l’investimento richiederebbe somme consistenti. E’ sempre una questione di denaro in fondo, non per essere venali. Ogni angolo di Lilibeo è imperniata di quella antica civiltà che è oggi la nostra storia, la nostra cultura: per citarne qualcuno, gli scavi della Margellina (dove la passerella in legno è crollata), i reperti di via Berta nascosti dall’erba, le tombe di vicolo Infermeria, una stradina invisibile di via Sardegna (vicino l’ex carcere), dimenticati al di là di un alto muro di cinta. Nell’incontro tenutosi qualche giorno fa al Convento del Carmine dal soprintendente Sebastiano Tusa, si è parlato di parchi sommersi (ben vengano), mettendo in luce un’importante scoperta: un relitto del II-III sec. A. C. ritrovato nei nostri fondali che tuttora risentono delle dominazioni. Quello dei parchi sommersi, che in altre parti del mondo è già presente, per noi sarà il futuro di una nuova economia. Il nostro presente, invece, sono le risorse “emerse”, ben visibili e non sfruttate. O meglio, sfruttate male. Che potrebbero essere occasioni di lavoro, di turismo, di eventi con il minimo sforzo da parte degli amministratori. E penso al vasto patrimonio che ci ha lasciato la famiglia Genna, l’immensa villa che costeggia la Riserva dello Stagnone, uno dei paesaggi più invidiati al mondo. Villa Genna è stata più volte riaperta e più volte chiusa, è scomparsa e riapparsa dietro l’illusione di un bravo mago. Oggi si ritrova abbandonata per l’ennesima volta, caduta sotto i colpi di chi l’ha mal gestita ed è stato, va detto, lasciato solo dall’Amministrazione comunale. All’interno oggi c’è il Club di Equitazione, va detto, che fra l’altro ha anche un ingresso laterale. Il Club ha anche organizzato degli eventi nei giorni scorsi, ma Villa Genna è assolutamente inospitale, le sterpaglie sono alte, c’è il rischio di incendi. La Villa Genna che vorrei rinascesse, è quella delle fiere, dei concerti, delle migliaia di persone che affollano il litorale, il ristorante, il bar, le serate di balera, i raduni. Questo è il giusto significato che va attribuito alla frase “sfruttare consapevolmente una risorsa”: trarre dei benefici per tutti, accrescere l’offerta per cittadini e turisti.
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