La Squadra Mobile di Trapani ferma uno scafista tunisino. Aveva condotto oltre 375 migranti nelle coste siciliane

Claudia Marchetti

La Squadra Mobile di Trapani ferma uno scafista tunisino. Aveva condotto oltre 375 migranti nelle coste siciliane

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venerdì 03 Luglio 2015 - 12:27

Nella serata di ieri, personale della sezione criminalità straniera della Squadra Mobile di Trapani, notificava il provvedimento di Fermo d’indiziato di delitto emesso dal Sostituto Procuratore Andrea Tarondo al cittadino straniero Bacha Ridha, nato in Tunisia. Lo stesso è indagato, in concorso con altri soggetti allo stato ancora ignoti, per il reato di cui all’art. 12 co. 3 e 3bis, lettere a) e b) del D.lgs 286/98, ossia favoreggiamento aggravato all’immigrazione clandestina. Le indagini venivano avviate a seguito dello sbarco avvenuto nella giornata del 1° luglio scorso presso il Molo Ronciglio di Trapani. In particolare, il soccorso veniva effettuato dalla nave “PHOENIX MOAS,  la quale, durante la navigazione, intercettava nel canale di Sicilia a circa 40 miglia dalle coste libiche un’imbarcazione in legno, traendo in salvo circa 357 migranti di varia nazionalità e precisamente provenienti dalla Siria, Ghana, Pakistan, Somalia, Bangladesh, Nigeria, Marocco e Tunisia. Nel corso dell’attività d’indagine, si apprendeva dai vari migranti come gli stessi fossero  partiti dalla costa libica, tra domenica e lunedì scorso, corrispondendo ad alcuni trafficanti, la somma di circa 900/1000  euro. L’attività investigativa permetteva di appurare come l’imbarcazione in questione fosse stata condotta da un tunisino, descritto alto di statura e con delle cicatrici al braccio. Ricevute tali particolari informazioni, personale della Squadra Mobile riusciva a rintracciare un uomo con tali caratteristiche che veniva individuato in Bacha. Lo stesso veniva allora riconosciuto da alcuni testimoni come la persona che aveva condotto il natante dal punto di partenza libico  al momento del soccorso. Ulteriori approfondimenti investigativi permettevano di appurare che Bacha Rida, tra il 2010 ed il 2014, aveva già fatto ingresso clandestinamente sul territorio nazionale per 5 volte, per essere poi ogni volta rimpatriato a seguito di condanne per reati contro il patrimonio e contro la persona commessi in varie località d’Italia. Al termine delle formalità di rito, Bacha veniva associato presso la casa circondariale di Trapani a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente.

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