La settimana dell’architettura a Selinunte. Mauro: “Il cambiamento può partire dalla Sicilia”

Vincenzo Figlioli

La settimana dell’architettura a Selinunte. Mauro: “Il cambiamento può partire dalla Sicilia”

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giovedì 11 Giugno 2015 - 16:22

Torna anche quest’anno “Architects meet in Selinunte”. Una settimana ricca di convegni, dibattiti, workshop per un evento da cinque anni diventato un appuntamento irrinunciabile per professionisti, artisti e creativi. Tra loro ci sarà anche l’architetto marsalese Antonio Mauro, che già lo scorso anno ebbe modo di partecipare all’iniziativa.

Come si presenta l’edizione di quest’anno?

In maniera molto interessante. Si sta parlando di come si presenta l’arte sul territorio siciliano. Un confronto tra architettura e arte: arte pittorica, delle trasmissioni, della comunicazione, delle installazioni elettroniche. Quest’anno, a differenza delle edizioni precedenti, il meeting si tiene contestualmente alla Summer School.

Come cambia Selinunte in queste giornate?

Si crea un’energia incredibile. C’è gente che viene qui e ha avuto modo di confrontarsi con realtà importanti, di tutto il mondo. Quest’anno, tra le altre cose, 5 artisti siciliani e 5 romani realizzeranno assieme un murales di 60 metri.

C’è poi la rassegna dei corti, “Video killed the archistar”, a cui partecipa anche Antonio Mauro con un gruppo di colleghi marsalesi…

Verranno proiettati sette cortometraggi. Il nostro parla di una progettazione che abbiamo fatto a Marsala, quella riguardante il Mercato. Per il video c’è stato un bel lavoro corale, che ha messo assieme diverse competenze.

Mash up”, slogan scelto quest’anno, è un’espressione che rimanda a un “passare attraverso”, a un’inversione di campo, con l’idea che attraverso il “mash up” la Sicilia potrebbe cambiare volto…

L’idea è che il cambiamento possa partire dalla Sicilia. E’ un territorio pieno di contraddizioni, ma anche di grandi intelligenze. Un territorio che dà la possibilità di poter lavorare in un paesaggio straordinario. I centri storici sono molto belli, ma spesso non sono ben tenuti. E poi ci sono le periferie…Il mio progetto è incentrato proprio su quest’aspetto. La nostra periferia è in prossimità del centro storico, spesso viene trascurata, abbandonata. Eppure ha un grande valore, sia da un punto di vista urbanistico, che da un punto di vista umanistico. Non dobbiamo mai dimenticare che noi progettiamo per l’uomo. Il territorio siciliano, poi, ha dei grandi progettisti che possono fare la differenza, anche a livello internazionale.

Tutto ciò si scontra anche con i riflessi che la crisi economica comporta per i creativi.

Alla Summer School dello scorso anno si è parlato dei parcheggi urbani, puntando sul recupero di materiali poveri. Secondo questa logica verranno realizzate opere straordinarie, assemblando con intelligenza questi materiali.

Gli uffici tecnici comunali sono pronti a tutto questo?

Per portare avanti idee innovative occorre che gli uffici comunali si aggiornino.

E la manodopera?

Le imprese non sono pronte. Dovrebbero aggiornarsi anche loro. Bisognerebbe avviare scuole di formazione adeguate. Le progettazioni sono sempre le stesse, ma cambiano i sistemi di applicazione. L’utilizzo di una bottiglia o di una lastra di legno deve essere affrontato in maniera tecnica e responsabile da parte dell’architetto, ma anche degli esecutori che li devono applicare.

Speriamo che ci possa essere uno spazio maggiore per l’innovazione. In campagna elettorale se ne parla spesso e si lanciano progetti molto interessanti che però poi non trovano concretizzazione.

L’importante è che i progetti vengano curati nei dettagli in modo da evitare problemi nella fase realizzativa. Ma soprattutto si deve capire se i progetti servono alla città per migliorarla. Altrimenti non vale la pena portarli avanti.

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