I fatti risalgono al luglio 2010. I difensori annunciano: “Ci appelleremo”
Lesioni aggravate, minacce e violazione di domicilio ai danni di un marsalese: il giudice monocratico condanna tre persone a tre anni e mezzo di reclusione. La sentenza è stata emessa dal giudice Riccardo Alcamo a conclusione del processo a carico di Pietro Pellegrino, di 43 anni, difeso dall’avvocato Fabio Spanò; Antonino Angileri, di 45 anni, assistito dall’avvocato Palminteri, e di Giovanni Canino, di 47 anni, difeso di fiducia dall’avv. Francesca Frusteri del foro di Marsala. Il processo è scaturito dalla denuncia della persona offesa, Felice Pellegrino di 49 anni, costituito parte civile ed assistito dall’avvocato Giuseppe Gandolfo. I fatti contestati risalgono al luglio 2010 e in particolare, secondo l’Accusa, i tre imputati in concorso morale e materiale tra loro, si sarebbero introdotti nell’abitazione di Felice Pellegrino, “contro la sua volontà, o comunque in maniera clandestina; con le aggravanti dell’avere commesso il fatto con violenza sulle cose, avendo sfondato la porta di ingresso”. Sempre secondo la Procura, “aggredendo Felice Pellegrino con calci e pugni, gli cagionavano lesioni personali consistite in trauma facciale con epistassi, trauma arcata dentaria superiore con avulsione di due denti incisivi, cervicalgia, trauma costato destro e trauma coscia destra, dalle quali derivava una malattia di almeno giorni dieci; con le aggravanti dell’avere cagionato l’indebolimento permanente dell’organo della masticazione”. All’epoca sul posto intervennero i carabinieri. Il pm, in sede di requisitoria aveva invocato condanne da cinque a otto mesi. Il giudice ha condannato a 3 anni e mezzo e al pagamento di una provvisionale di 5mila euro alla parte civile e al pagamento delle spese processuali. “Pellegrino Felice – ha detto l’avvocato Gandolfo – si è costituito parte civile anche al fine chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti. Le ragioni in forza delle quali si sostiene che dai reati siano scaturiti i danni lamentati dalla parte civile sono evidenti: il diritto all’ottenimento del risarcimento dei danni patrimoniali ma soprattutto morali (danno non patrimoniale o cd. danno morale soggettivo) subiti in seguito alle ingiustizie, alle ansie, alle paure, alle aggressioni poste in essere dai predetti inqualificabili soggetti. La persona offesa intende rappresentare in questo processo la voglia di riscatto dei lavoratori marsalesi stanchi di subire; la persona offesa Pellegrino Felice è stata “punita” perché si è permesso di reclamare il pagamento di una somma dovutagli in seguito ai lavori eseguiti”. Di diversa opinione i difensori degli imputati: “Ci appelleremo – hanno detto gli avvocati Spanò e Frusteri –. L’unica voce dell’Accusa è la persona offesa, smentita da tutti i testi. Attendiamo di leggere le motivazioni per conoscere la decisione del giudice”.