Domani alle ore 18, allo spazio espositivo “Arte al 32” di via Sarzana, sarà inaugurata la collettiva “L’altro lato di lei. Tra il fascinum e il tremendum”, ideata e curata da Gianna Panicola. Gli artisti protagonisti di questo affascinante, seduttivo ma anche funesto, carnale, racconto del corpo nudo, sono Ignazio Angileri, Aurora Giuffria e Vincenzo Pellegrino. Osservata di spalle, di scorcio, rannicchiata su se stessa, la donna non rivela mai il proprio volto. Uno dei soggetti più eccitanti su cui l’occhio ha da sempre esercitato la sua funzione è stato il nudo. La figura nuda disegnata o dipinta dal vero è stato l’esercizio supremo dell’artista, il primo insegnamento ricevuto e da allora è iniziato quel conflitto tra norma e nudo, legge e desiderio, conflitto destinato a terminare nel ‘900 con immagini del corpo scomposte, deformi, frammentate, generate dalle avanguardie artistiche. Il corpo nudo dipinto scatena fascinazione, ma nello stesso tempo ha il potere di provocare repulsione, paura, distacco. E’ questa la funzione dell’artista: dare al corpo un’attrazione ambigua. Il fascinum e il tremendum è ciò che è percepito come attraente, desiderabile, ammaliante e ciò che è percepito come pericoloso, funesto, inquietante, fatale. “La donna è naturale, ossia abominevole”, per riprendere l’asserzione di Charles Baudelaire, la donna “nuda” è da evitare con lo sguardo, insostenibile da contemplare. Per alcuni autori, la donna dipinta di spalle è una forma di preservazione della propria identità, un modo per raccontare la sua vita senza irrompere bruscamente, evitando qualsiasi disturbo, osservandola di nascosto. I nudi di Ignazio Angileri, Aurora Giuffria e Vincenzo Pellegrino volgono le spalle allo spettatore, e si mostrano allo sguardo visibile del maestro creatore, tra fascinum e tremendum. L’inaugurazione sarà accompagnata dal flauto di Maria Luisa Pala.
Cronaca