Lombardo si ritira dal tavolo e conferma: “Non mi candido”. Su Grillo e Di Girolamo: “Bisogna valutare cos’è più conveniente per la città”

Vincenzo Figlioli

Lombardo si ritira dal tavolo e conferma: “Non mi candido”. Su Grillo e Di Girolamo: “Bisogna valutare cos’è più conveniente per la città”

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martedì 31 Marzo 2015 - 17:52

L’attesa era febbrile. Perché per Marsala, comunque la si pensi, Salvatore Lombardo non sarà mai un cittadino come gli altri. E al di là delle smentite di queste settimane, una parte consistente della comunità lilibetana si augurava che la conferenza stampa convocata nel suo studio potesse sancire un suo ritorno in campo in prima persona. Altri, si aspettavano un endorsement ufficiale a favore di Massimo Grillo, Enzo Sturiano o Paolo Ruggieri. Alla fine, pur rivendicando il proprio diritto a intervenire nel dibattito pubblico cittadino, l’ex sindaco si è tirato fuori dai giochi: non si candiderà a sindaco, né porterà più avanti la propria iniziativa politica per individuare un candidato alternativo ad Alberto Di Girolamo. “Mi dispiace moltissimo, ma non posso candidarmi – ha spiegato Lombardo -. L’ho fatto quand’ero più giovane e più incosciente, sacrificando il mio studio professionale. Ma non sono scontento di averlo fatto. Oggi, però, a 67 anni, credo che non si possano fare le stesse cose”.

Non lo hanno convinto le pressioni degli alleati, né l’affetto che ancora gli riserva la città e che ancora, nonostante tutto, lo commuove. Assodato che non volesse candidarsi, sono stati in molti, in queste settimane, a chiedersi cosa possa aver spinto l’ex sindaco a lavorare per mettere assieme un nuovo progetto politico. Il notaio ha motivato la sua iniziativa con ragioni esclusivamente politiche, come del resto era stato ripetuto dai soggetti che hanno partecipato alle riunioni tenutesi nel suo studio: “Sapevo che non potevo impegnarmi in prima persona, ma vedevo una cappa su Marsala. Un’autentica lotta a chi doveva salire sul carro del Pd. Avevo la sensazione che sarebbe stato una sorta di referendum rispetto a un unico candidato. E credo che una città di 90.000 abitanti dovrebbe essere nelle condizioni di scegliere. Poi, mi sono stancato di vedere Marsala vassalla di altri territori. Dietro lo schema che abbiamo di fronte c’è un’organizzazione ben precisa degli assetti regionali e nazionali. Noi stiamo pagando l’assenza di rappresentanti politici espressi dalla città. Una situazione che non possiamo più tollerare”. Anche in questo caso, Lombardo esclude categoricamente di aver pensato a se stesso per un seggio all’Ars o al Parlamento nazionale: “Il mio impegno politico in prima persona è game over per qualsiasi competizione elettorale. Ma ho ritenuto di portare avanti un tentativo per individuare un nome che avesse una capacità elettiva maggiore rispetto agli altri e una maggiore capacità di coesione tra le forze presenti al tavolo. Ne avevamo individuato alcuni che avevano ottime possibilità ed erano sembrati sul punto di accettare. Poi, però hanno fatto un passo indietro. Mi dispiace. Credo che bisognerebbe essere più altruisti nei confronti della propria città”. E il riferimento sembra diretto principalmente a Stefano Pellegrino, che alcune settimane fa era sembrato molto vicino all’investitura, prima di tirarsi fuori dai giochi.

Si era parlato anche di un possibile accordo con Giulia Adamo, che nel frattempo aveva scelto Giacomo Dugo: “Ottima persona”, secondo Lombardo, che però resta perplesso sulla forza elettorale del docente messinese. Parole di stima vengono riservate anche a Enzo Sturiano. “Abbiamo valutato la sua candidatura, ma ci siamo fermati di fronte alle sue perplessità”. L’ex sindaco racconta di aver incontrato anche una delegazione del gruppo under 40, proponendo loro di indicare un nome intorno a cui costruire una coalizione elettorale. Ma, anche in questo caso, il tentativo non è andato in porto. Da qui la decisione di Salvatore Lombardo di sospendere la propria iniziativa, in attesa che arrivino novità da altri tavoli. Come quello in cui si sta ragionando sulla possibile candidatura di Massimo Grillo. E proprio intorno al nome dell’ex parlamentare dell’Udc, con cui l’ex sindaco è tornato a parlare dopo 14 anni, viene fuori un aneddoto che, politicamente, aiuta a capire tante cose: “Nel 2001 potevo scegliere se candidarmi alla Camera o al Senato. Qualcuno mi disse che se avessi scelto il Senato avrei fatto capire che mi ero messo d’accordo con Grillo. E che il suo partito non mi avrebbe sostenuto. Scelsi la Camera. Cinque anni dopo la stessa persona faceva parte della lista degli assessori indicati da Massimo Grillo, candidato alle elezioni provinciali con il centrosinistra…”. Andando a scorrere quella lista, si trova il nome di Alberto Di Girolamo…

Contestualmente, il rimpianto per il risultato del 2001 è ancora forte nei ricordi di Salvatore Lombardo (“Abbiamo perso una grande occasione. Ma era l’anno del 61 a 0”). Ma non abbastanza da portarlo a scartare l’ipotesi di sostenere una candidatura di Massimo Grillo. ”Se dovesse essere in campo valuterò cosa fare” afferma l’ex sindaco, che, sollecitato a un confronto tra l’ex parlamentare e il cardiologo afferma: “Si tratta di soggetti completamente diversi. Alberto Di Girolamo lo conosco perché è stato presidente del Consiglio comunale e perché, per un periodo, è stato anche il mio medico. Grillo lo conosco perché è stato un mio competitor e per quello che ha fatto…Bisogna valutare i pro e i contro, guardando cos’è più conveniente per la città”.

Inevitabile, poi, un riferimento alla sua esperienza amministrativa: “Marsala era al centro della provincia.Volevano venire tutti da noi. Poi sono stati fatti alcuni errori, come quello di rinunciare alla realizzazione dell’area industriale. Adesso abbiamo perso appeal. Contemporaneamente sono cresciuti gli altri, soprattutto Trapani, con la Louis Vuitton Cup”. Infine, una stoccata a chi in queste settimane ha continuato a dire che Salvatore Lombardo non si sarebbe mai candidato, temendo il confronto con il proprio passato: “Vi assicuro che saprei come fare il sindaco anche nella situazione di crisi che stanno vivendo oggi i Comuni”.

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