Grillo detta le condizioni al Pd. Raciti e Gucciardi rinnovano il loro sostegno a Di Girolamo

Vincenzo Figlioli

Grillo detta le condizioni al Pd. Raciti e Gucciardi rinnovano il loro sostegno a Di Girolamo

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lunedì 16 Marzo 2015 - 17:02

Doveva essere il grande giorno di Alberto Di Girolamo. Le presenze del segretario regionale Raciti, del presidente del Pd Zambuto, dei vertici provinciali del partito (Campagna, Gucciardi e Milazzo), di Anna Maria Angileri e di 14 consiglieri comunali in carica sembravano l’ideale preludio all’incoronazione definitiva di un progetto per la città che partendo dalle primarie del Pd dovrebbe adesso trasformarsi in una coalizione elettorale. Ma i democratici avevano fatto i conti senza Massimo Grillo, che con un blitz a sorpresa ha rimesso tutto in discussione, tornando a criticare la decisione del Pd di puntare sulle primarie di partito piuttosto che su quelle di coalizione e ponendo una serie di condizioni per la presenza dei centristi (Futuro per Marsala, Udc e Rinascita Marsalese) all’interno dell’alleanza. “Siamo pronti a sottoscrivere subito un impegno davanti alla stampa – spiega Massimo Grillo – ma ci sono alcune cose da chiarire”. L’ex parlamentare dell’Udc si è mostrato molto critico nei confronti dell’apertura di Alberto Di Girolamo ad altre liste, contestando anche le interlocuzioni con i singoli consiglieri comunali a arrivando a tirare in ballo persino la “questione morale”. “Quando parliamo con i singoli consiglieri, bisogna conoscerne i referenti politici. Dietro alcuni personaggi possono nascondersi collusioni. In terra di mafia, si tratta di aspetti molto delicati”. Grillo non fa nomi, ma l’impressione è che non gli sia andato giù l’accordo con il gruppo “Una voce per Marsala”, di cui fanno parte consiglieri comunali che nel recente passato sono stati considerati vicini al deputato regionale Giovanni Lo Sciuto e a Francesco Regina. Ma l’affondo del leader di Futuro per Marsala è rivolto anche al gruppo di Paolo Ruggirello: “Articolo 4 entra e si scioglie nel Pd come avviene alla Regione o presenta una propria lista? E’ importante saperlo…”.

Resta da capire, quanto volontà ci sia, da parte di Massimo Grillo di chiudere positivamente l’alleanza con il segretario dei democratici o se stia prevalendo, come raccontano in tanti, la tentazione di interrompere le trattative per candidarsi in prima persona, magari con il supporto del gruppo di Salvatore Lombardo. Sicuramente, il colpo di teatro di stamattina ha finito per condizionare il resto della conferenza stampa. Alberto Di Girolamo, che aveva aperto i lavori parlando dei temi su cui sta incentrando la sua campagna elettorale – il cambiamento, la discontinuità rispetto alla precedente amministrazione, la lotta al clientelismo – è apparso visibilmente turbato. Anche perché, gli interventi di Nino Oddo (Psi), Lorenzo Cascio (Udc) e Michele Galfano (Rinascita Marsalese), pur con toni diversi, hanno ripreso le parole di Grillo, unendosi alla richiesta di una coalizione non troppo eterogenea. “Con i nostri consensi intendiamo contribuire al progetto politico di Di Girolamo” ha replicato Alfonso Marrone per conto della lista “Una voce per Marsala”, la cui presenza nel cartello elettorale a cui sta lavorando il segretario del Pd ha evidentemente irritato gli alleati in questi ultimi giorni.

Gli interventi del capogruppo dei democratici all’Ars Baldo Gucciardi e del segretario regionale Fausto Raciti hanno comunque contribuito a riequilibrare la discussione e a ridare un po’ di serenità ad Alberto Di Girolamo. Sul richiamo alla questione morale nella definizione della coalizione, il parlamentare salemitano ha assicurato che “il Pd presterà attenzione alla composizione di tutte le liste”, chiarendo che l’ultima parola sulle trattative spetterà agli organi dirigenti locali, regionali e nazionali del Pd e che Di Girolamo sarà “il garante delle decisioni prese”. Sulla stessa lunghezza d’onda Raciti, il quale ha ribadito che il vincitore delle primarie potrà contare sul sostegno del Pd, a tutti i livelli.

Dopo le dichiarazioni dei leader politici presenti, trattandosi di una conferenza stampa, ci saremmo aspettati che ai giornalisti venisse data la possibilità di interloquire con gli stessi. Ma la necessità di un confronto privato, lontano da telecamere e taccuini, ha convinto gli organizzatori a chiudere i lavori, suscitando il malumore degli operatori dell’informazione che sono andati via protestando.

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