Amore senza parole

Claudia Marchetti

Amore senza parole

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venerdì 05 Dicembre 2014 - 17:10

Ogni giorno la cronaca ci presenta fatti mostruosi dove le persone sembrano aver perso ciò che caratterizza l’umanità, si vedono violenza, odio, crudeltà e non viene risparmiato nessuno, né vecchi, né bambini, né donne, né uomini. Le parole amore e perdono appartengono ormai alle pagine del libro Cuore che nessuno legge più perché considerato fuori moda. Ogni giorno si fa la conta di quante coltellate ha ricevuto quel bambino, quella donna, quel padre, quella madre e tale sconvolgimento dei valori umani e dei sentimenti che dovrebbero caratterizzare i rapporti che legano gli esseri viventi sulla terra ci è divenuto abituale, procurandoci a volte noia e fastidio solo nel sentire raccontare sempre episodi tanto delittuosi.
Ma poi la bontà, l’amore, l’altruismo, l’affetto vero e sincero lo si riscontra ancora e con tanta commozione quando si conoscono o si assiste ad episodi che riguardano gli animali, specie cani, gatti e cavalli.
E’ di pochi giorni fa l’immagine struggente mostrata in televisione di un cavallo che era stato condotto vicino al letto della sua padrona moribonda dietro sua precisa richiesta. La signora, sentendosi ormai alla fine della sua vita, prima di chiudere gli occhi per sempre, ha voluto vicino a sé il suo amato cavallo col quale aveva condiviso anni della sua vita e l’ospedale ha esaudito questo suo ultimo desiderio. Si è visto quel grosso animale appoggiato delicatamente al bordo del letto e col muso proteso verso il viso della sua padrona, quasi a unire il suo respiro al suo e a sussurrarle nel modo che solo loro due conoscono le più dolci parole d’amore. La grazia, la finezza, la discrezione che hanno caratterizzato quell’incontro ha commosso anche il più duro dei cuori, la signora era immobile, neppure le braccia erano fuori dalle coperte per poterlo abbracciare, ma i suoi bianchi capelli erano sfiorati dal muso di lui che capiva la sua sofferenza e glielo comunicava con lo sguardo più dolce e appassionato che un essere vivente possa esprimere. Si sa di tanti cani che si sono lasciati morire sulla tomba del loro padrone, o che hanno attraversato l’Italia a piedi per ritrovare la famiglia in cui erano cresciuti, cani o gatti che hanno emesso urla, guaiti o miagolii insistenti per avvertire i padroni di incendi, fughe di gas o gente estranea che entrava in casa, rimettendoci a volte la vita per i loro gesti eroici. Un amore il loro che non ha mai avuto il sostegno delle parole, i gesti, la dedizione, il sentimento che li ha spinti a comportarsi così nascevano dal loro cuore, anche se si continua a dire che gli animali non nutrono sentimenti, ma il loro è solo istinto.
Qualsiasi motivazione li induca a questi atti amorevoli verso coloro con cui hanno condiviso una vita è bastata a far morire felice quell’anziana signora che ha voluto vicino il suo cavallo, ha chiuso gli occhi per sempre sentendosi amata e questo è ciò che ogni essere umano dovrebbe provare per avere la serenità di oltrepassare quella porta che immette nella vita eterna.
Anch’io ho conosciuto un bastardino in una cittadina delle Puglie che ne era diventato la mascotte, per la sua morte crudele il TG5 gli ha dedicato un ricordo nella trasmissione “Verissimo” di alcuni anni fa.
Per sapere chi era Mario, così era stato chiamato quel cane, ho scritto questi versi che nella loro semplicità forse sanno raccontare di più di ciò che avrei detto a parole.

A TE, MARIO
Eri piccolo e rossiccio e non vantavi razza pura,
ma stanne certo che una cosa è ormai sicura,
non era la bellezza o l’importante pedigree
che ti facevano prezioso per chi ti ha conosciuto qui.
Eri tu, col tuo passo incerto e lo sguardo intelligente
eri tu che entravi nel cuore della gente,
era il musetto proteso verso chi ti porgeva la mano
che reclamava un sorriso, una carezza posata piano piano.
Eri amico di tutti, di chi era felice e di chi stava in pena
di chi ti ha visto crescere o ti conosceva appena,
se c’era da gioire tu eri lì festante tra la gente,
ma se l’occasione era triste anche tu eri dolente.
Nessuno potrà dire ciò che provavi nel tuo cuore
se capivi la gioia o manifestavi il dolore,
ma una cosa è certamente vera
che ogni espressione tua era sincera.
Nella tua breve vita hai donato tanto amore,
la tua presenza discreta e il tuo calore
han regalato un po’ di gioia alle persone sole
e han fatto più bene di tanti inutili parole.
Poi qualcosa di crudele ti ha strappato alla vita
e la tua esistenza un brutto giorno è finita,
se una lacrima dagli occhi di tanti si è versata
ti assicuro che non è una lacrima sprecata.
Non si sa se per te ci sarà un paradiso,
ma tu l’hai regalato a chi hai fatto nascere un sorriso.

Grazie piccolo Mario del regalo che ci hai dato
dell’esempio di amicizia che a tutti hai lasciato,
ti vedremo tra la gente, nelle piazze, in ogni via
penseremo a te con dolcezza e nostalgia.

Non è morto solo un cane, un grande amico se n’è andato
dono prezioso che non tutti al mondo hanno provato,
e anche tu, se ancora puoi vederci da lassù,
sta’ sereno perché sei qui con noi e non ti lasceremo più.

Sebastiana Piccione

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