Avevamo salutato con favore, lo scorso febbraio, la nomina di Antonio Ingroia alla guida del Libero Consorzio di Trapani. Una designazione che il presidente Crocetta aveva motivato con la necessità di dare un segnale forte, da un punto di vista simbolico, a un territorio che ogni giorno fa i conti con la mafia e le sue infiltrazioni. Proprio in quelle settimane, vale la pena ricordarlo, si erano registrati numerosi episodi dal sapore intimidatorio nei confronti del Procuratore di Trapani Marcello Viola e dei magistrati più impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. In questi mesi Ingroia ha dato dei segnali di attenzione importanti al territorio, seguendo le principali vertenze che stanno caratterizzando il processo transitorio verso l’abrogazione delle province siciliane.
Da un paio di giorni sappiamo che, a differenza degli altri commissari nominati nei mesi scorsi dal governo regionale, il mandato di Ingroia a Trapani non verrà prorogato. L’Ars ha approvato un emendamento, a firma del Pd, che vieta l’affidamento di incarichi a chi ne ricopre già uno nella pubblica amministrazione. E, guarda caso, tra tutti i commissari uscenti, Ingroia era l’unico a ricoprire un altro ruolo dirigenziale, come commissario liquidatore della Sicilia e–servizi, la società regionale che si occupa della piattaforma informatica.
“È una legge ad personam, per estromettermi dal ruolo di commissario della provincia di Trapani” ha detto senza mezzi termini all’AdnKronos l’ex magistrato. Comunque la si pensi, è lecito sospettare che l’emendamento sia stato partorito proprio per fare un dispetto a Ingroia. In realtà, però, si tratta di un dispetto ai cittadini della provincia di Trapani e a tutti coloro che aspettano delle risposte, a partire dai dipendenti delle società partecipate e dagli istituti superiori. Un tema, quest’ultimo, su cui l’ex magistrato si è concentrato in maniera particolare: “Avevo dato delle indicazioni alla Procura sui costi eccessivi degli immobili delle scuole di Trapani su cui si sono arricchiti molti palazzinari”, ha dichiarato Ingroia, a margine della sua uscita di scena. Toccherà al suo successore decidere se proseguire il lavoro interrotto. Ma nel frattempo, come avviene spesso in questi casi, dovrà prendersi qualche settimana di tempo per studiare carte e documenti. E i palazzinari ringraziano…
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