E’ stato assolto dall’accusa di diffamazione il Sindaco di Erice che era stato citato in giudizio da un cittadino a cui aveva dato del “cretino” nel corso di una trasmissione televisiva. Il tutto è nato, ormai più di quattro anni fa, da un invito ufficiale inviato da Francesco Salvatore Borghi, allo stesso sindaco di Erice, al presidente del consiglio e al segretario generale del Comune, ad effettuare un test antidroga quale “esempio in fatto di trasparenza e legalità”.
Di seguito la dichiarazione di Giacomo Tranchida:
“Il sig. Borghi e’ un soggetto politico noto – come dopo 4 anni di processo inequivocabilmente chiarito – non solo per le sue candidature, tanto nello schieramento a destra nel 2007 con AN quanto a sinistra nel 2012 con il PSI e comunque da sempre a me avverso, quanto per le sue continue e quasi quotidiane velenose sortite in mio danno sui media, FB e diversi Social, come dimostrato ed in maniera certosina documentato dall’avv Rando. Ma v’è di più, a prescindere dal contesto elettorale citato, il Borghi in mio danno non si è per nulla risparmiato e, assieme al diffamatorio chiacchiericcio ed al “mascaricamento” profuso dai suoi compagni di schieramento politico, financo costringendomi all’estrema umiliante per me difesa: quella di sottopormi all’esame del test antidroga sul capello per documentare agli ericini che il loro Sindaco non era un tossicomane dopato (allegata foto e reperto analisi) . Può la battaglia politica diventare così cruenta?
Prima i cittadini ericini con la rinnovata fiducia elettorale ed oggi il Tribunale, in parte mi hanno restituito giustizia delle mortificazioni ed umiliazioni fattomi consumare in maniera subdola e strisciante di questi anni, rispetto all’energica determinazione profusa nel servire al meglio, ma sotto tale squallido tiro incrociato, la comunità ericina”.
Audrey Vitale