Limitare l’inquinamento attraverso soluzioni provenienti dalla natura. E’ su quest’assunto che si basa il progetto di ricerca “ViEnergy”, condotto dall’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia e finanziato con i fondi del Programma Operativo Italia – Malta. Proprio in questi giorni sono state effettuate alcune prove tecniche di utilizzo del combustibile e-diesel su un autobus dell’azienda marsalese Mothia Lines. A bordo del mezzo, alcuni operatori di un laboratorio accreditato a livello europeo – il Vela7 del Joint Reaserch Center di Ispra (VA) – che nei prossimi giorni forniranno i dati delle prestazioni registrate.
“Il progetto – spiega l’enologo Mario Ragusa dall’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia – parte da un dato: 9 europei su 10 sono esposti agli agenti nocivi, le cosiddette polveri sottili, causate esclusivamente dal trasporto. E queste polveri sottili sono alla base di molte malattie cardiovascolari e di 68.000 decessi l’anno in Europa. Alla luce di ciò, abbiamo verificato che in altri paesi si sono ottenuti risultati importanti abbinando l’etanolo non solo alla benzina, ma anche al gasolio, che è il combustibile più utilizzato nel settore dei trasporti pubblici. Fatta questa premessa, ci siamo preoccupati di capire come mescolare etanolo e gasolio, individuando un additivo, ricavabile dagli scarti del comparto agricolo, che consente di metterli assieme. I benefici ambientali sono evidenti, perchè una piccola concentrazione di etanolo migliora l’efficienza di combustione e permette di ridurre circa il 30% di particolato”.
Mentre paesi come la Svezia sono già all’avanguardia da questo punto di vista, in Italia questo genere di ricerche fanno fatica a trovare poi una reale applicazione. “Eppure progetti come ViEnergy – prosegue Ragusa – consentirebbero il recupero di tutti gli scarti successivi alla produzione del vino, con la possibilità concreta di ricavare carburante, ma anche tanta energia elettrica con i tralci e le vinacce esauste, fino a un’idea di vino a emissioni zero. Come mi hanno detto anche i tecnici della Ispra, in questi modo, acquistando una bottiglia di vino siciliano, potremo contribuire a salvare il pianeta da un punto di vista climatico”.
Il progetto è stato inserito all’interno del Paes del Comune di Marsala. Qualora venisse esitato positivamente dall’Unione Europea, lo stesso Comune e le aziende private potrebbero accedere ad appositi fondi. Dalla Regione, finora, non è arrivata invece alcuna risposta, nonostante l’ente sia stato più volte richiamato dall’Unione Europea a causa del superamento dei limiti delle emissioni causate dal trasporto urbano. A tal riguardo è stata persino avviata una procedura di infrazione che potrebbe costare molto caro alle casse siciliane. “Basterebbe – conclude Ragusa – che la Regione dicesse a tutti i Comuni di far utilizzare il bioetanolo a tutte le municipalizzate. E che sostenesse l’Istituto e questo progetto. Invece, siamo rimasti senza soldi e da cinque mesi non ci pagano nemmeno gli stipendi”.