“Uno Stato laico non può fare scelte di tipo confessionale e la Chiesa non può interferire nella sfera delle leggi civili”. A dirlo non è un leader della sinistra radicale, ma il Vescovo di Mazara del Vallo. In un’interessante intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”, monsignor Domenico Mogavero apre alle unioni civili (“Lo Stato deve rispettare e tutelare il patto che due conviventi hanno stretto tra loro. E la Chiesa deve accoglierle e accompagnarle pastoralmente senza emarginarle con l’etichetta di persone che vivono nel peccato”) invitando le sacche più conservatrici dell’opinione pubblica ad abbandonare certe “forme di pigrizia spirituale”.
Ma l’uomo–guida della Diocesi mazarese pronuncia parole di estrema chiarezza anche sugli omosessuali (“non sono né pervertiti che vanno guariti né individui da confinare ai margini della società e della Chiesa”) sposando il verbo della nuova Chiesa di Papa Francesco, che parla di un “umanesimo integrale” fondato sulla centralità della persona. Un’autentica rivoluzione, se pensiamo a quante difficoltà hanno avuto i governi italiani ogni volta che si è ipotizzato il riconoscimento delle coppie di fatto. Anche se in molti casi, l’impressione è che certi esponenti politici del nostro paese abbiamo scelto opportunisticamente di essere “più realisti del re”, portando avanti posizioni reazionarie sul fronte dei diritti civili, sperando di ottenere maggiori consensi negli ambienti più vicini al clero. Ed è proprio a gente come Giovanardi o la Binetti che si finisce per pensare in questi giorni. La Chiesa di Bergoglio è lontana anni luce dalle loro sortite bigotte e ha il merito aver scelto una strada molto meno interventista sulla politica italiana, per rivolgersi a una platea più vasta, guardando al mondo di oggi – come afferma ancora Mogavero – “con profonda comprensione e con lo schietto proposito non di conquistarlo ma di valorizzarlo, non di condannarlo ma di confortarlo e di salvarlo”.
Renzi, che ha fiutato tempi propizi, sta lavorando a un disegno di legge sulle unioni civili ispirato al modello tedesco. Qualcuno si chiederà: ma con tutti i problemi che ha l’Italia, era proprio prioritario? La risposta non può che essere affermativa. Perchè dalla crisi si esce anche ripartendo dai diritti e da un’idea più inclusiva di comunità.